lunedì 12 dicembre 2011

Quante cazzate Lorenzo, non c'è nessuna famiglia e tu comunque non vi appartieni

Muore un ragazzo, uno come tanti che per studiare o per altri motivi, si è adattato a fare lavori umili, sottopagati e rischiosi.


Tanti ne muoiono ogni mese in Italia, ma questo caso balza alle cronache perchè accade ai margini del circo mediatico che si sa, macina tutto senza guardare in faccia a nessuno e a nessun dolore.

Quello che fa vomitare sono le frasi di circostanza fasulle delle prime donne dello spettacolo che si fanno le condoglianze fra di loro, senza considerare che una persona è morta, un ragazzo e che altre persone sono a grosso rischio di non farcela: leggi qui.

Ma mi vorrei soffermare sulle frasi del grande artista Lorenzo Cherubini, già Jovanotti che da anni, decenni, vende merda alla popolazione italiana.
Ecco la prima frase: «Un tour è una famiglia e si lavora per portare in scena la vita e la gioia». Sai cosa dico io, che questa è una grandissima stronzata; io lo posso dire avendo lavorato per anni in questo settore, facendo il facchino a 5 euro all'ora e altri anni come piccolo imprenditore satellite del settore. Non c'è nessuna famiglia, ma solo sfruttamento. Ragazzi maltrattati, condizioni di lavoro disumane, turni massacranti e chi si rompe a casa. L'artista (chiamiamolo così) non conosce nulla delle sofferenze delle persone, delle situazioni estreme a cui sono sottoposte, schiavi del sistema ipnotico che costui ha creato intorno a sè. E schiavi temporanei di una società che ha bisogno di droga per svagarsi da altri lavori usuranti e vite di merda.

Ecco, se ci fosse mai stata una famiglia in questo settore, è la famiglia dei pari che si aiutano e si coordinano per ridurre lo sforzo, per non farsi male, per rendere meno dura la situazione. E sicuramente Jovanotti non appartiene a nessuna di queste pseudo famiglie che durano lo spazio di una giornata di lavoro.

Altra frase, degna di nota: «I ragazzi rimasti feriti - aggiunge a stretto giro Cherubini in un altro tweet - sono lavoratori specializzati che amano quello che fanno restando nell'ombra. Sono con voi, vi voglio bene». Questo qua, per me, non ha mai visto in faccia quelli che lavorano. Giochicchia con il cellulare quando gli altri soffrono. La maggior parte delle persone che lavorano nel mondo dello spettacolo, fanno questo lavoro perchè per vivere non hanno trovato nient'altro e si devono accontentare dell'ombra perchè dopo di quella c'è solo la miseria. Devono quindi soddisfare i vizi ed i capricci dell'artista in una condizione di sottomissione e di inferiorità.

Questi Lorenzo, questi Fiorello, queste Milly Carlucci dovrebbero solo che andare a fare in culo! Loro ed i loro Tour Managers figli di puttana.

Addio ragazzo di nome Francesco, mi dispiace sia capitato a te, perchè poteva essere qualsiasi altro di noi, di questa sgangherata famiglia di pari.

Andrea Meneghetti

3 commenti:

  1. Ne sappiamo qualcosa di 'sta merda, vero Andrea?
    Le tue righe, l'estremo saluto per questo povero ragazzo hanno il gusto amaro della verità.
    Quella che di solito non si dice.

    Renato Valusso

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  2. Jovanotti è stato da sempre un senzatalento con alle spalle una famiglia ricca, la storiella del padre operaio è notoriamente una favola.
    Questo drammatico evento sottolinea l'ipocrisia di questi presunti artisti che oltre al danno di sfruttare lavoratori onesti aggiungono la beffa di usarli come paravento morale.
    Sincere condoglianze per la famiglia del ragazzo ucciso.
    Un sentito vaffanculo all' "artista".

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  3. c'è un altro fantasma, oltre a quello della "consapevolezza dei cherubini", il ruolo della Azienda/Coop ... che aveva assunto il Lavoratore Francesco. Troppo spesso non si punta "l'occhio di bue" sui veri responsabili di queste tragedie, sì, "tragedie annunciate"!

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