sabato 17 dicembre 2011

DEBITO PUBBLICO : SOLUZIONI DOLCI - una proposta di Guido Grossi


Qui c’è una soluzione “dolce” al problema del debito pubblico.

Non richiede i sacrifici che il Governo ci impone sotto le pressioni dei mercati finanziari e dell'Europa. Non prevede soluzioni traumatiche e neppure forzose per la gente per bene. Forza solo un po’ la mano (pur nel rispetto del libero arbitrio) ai grandi evasori ed ai delinquenti.

E' una soluzione reale, semplice, che il Governo potrebbe attuare oggi, con un decreto legge, se solo ne avesse la volontà. Che un serio partito di opposizione dovrebbe fare sua, perché risponde ai bisogni di noi cittadini in maniera immensamente superiore rispetto alle indegne decisioni avallate in questi giorni da una maggioranza parlamentare mai così ampia, se solo ne avesse la volontà.

E' una soluzione che può diventare il punto di partenza di una nuova realtà politica, che nasce dalla società civile per creare una alternativa seria, responsabile, concreta, alle forze che oggi, in Parlamento, non sanno più interpretare e rappresentare la volontà del popolo sovrano.

Qualche riga di premessa, per chiarire i termini del problema.

Il Debito Pubblico pesa sulle coscienze e sullo stomaco di noi cittadini Italiani. Ci fa stare male, ci procura ansia e sensi di colpa.

Ma non siamo più disposti a fare sacrifici alla cieca. Non quelli ingiusti che colpiscono le fasce più deboli e, sistematicamente, risparmiano i ricchi e gli evasori. Deprimono i consumi e l'economia. Creano tensioni nel tessuto sociale.

Soprattutto, vogliamo vederci chiaro.

Non ci fidiamo più della solita storia: “Ce lo chiedono i Mercati Finanziari... Ce lo chiedono le Istituzioni Europee”. Suona tanto di intimidazione, forse di bluff. Ci ammazzate di tasse e tagli ingiusti alla spesa sociale, mentre continuate a prometterci una crescita che non arriva mai.

Intanto, abbiamo aperto gli occhi. Sono le vostre ingiuste tasse e i vostri incoscienti tagli alla spesa sociale, i vostri sperperi e le vostre grandi opere inutili, che causano la recessione che abbiamo sotto gli occhi. 

Vogliamo capire chi è che ci intimidisce ed incalza a fare cose che non ci piacciono.

Chi sono questi operatori dei mercati finanziari?

Investitori Istituzionali, sopra tutto esteri. Quindi fondi pensione ma anche fondi di investimento, banche centrali, banche d’investimento, banche “normali” ma che spesso operano dai paradisi fiscali, protette dal segreto bancario, hedge funds ed altri “professionisti” della gestione del risparmio.

Professionisti, nelle cui mani è affidato il risparmio di tutti. A causa delle vostre leggi, quelle fatte e quelle non fatte, in quei portafogli ci sono anche i soldi delle mafie di tutti i tipi, nostrane ed internazionali. Ci sono i soldi degli evasori, nostrani ed internazionali. I soldi delle multinazionali. Ci sono i soldi che i più ricchi del mondo hanno accumulato sfruttando proprio quei meccanismi finanziari che voi volete continuare ad ossequiare e servire. Onorandone i ricatti.

Non è questo il momento di chiarire i motivi per i quali avete permesso tutto questo. Vergognatevi dei risultati.

Ora, abbiamo fretta di risolvere prima i nostri problemi. Siamo seri, e responsabili. Vogliamo soluzioni tanto dolci quanto ferme, e risolutive.

Intanto, abbiamo capito che non dobbiamo vergognarci del nostro Debito Pubblico. L'Italia è un paese ricco : abbiamo un Patrimonio Pubblico ed uno stock di Risparmio Privato fra i maggiori al mondo. Sufficiente a coprire più e più volte l’intero debito. Perché non ci parlate di queste grandezze, quando ci confrontate con gli altri? Perché non ne parlano i giornali, le Televisioni che avete comprato? 
L'unica vergogna, è nel modo in cui avete sperperato i nostri soldi.

Abbiamo capito, anche, che è proprio questa ricchezza che vi fa gola. Quella di cui non volete parlare. Questa che volete sottrarci di manovra in manovra. Di ricatto in ricatto.

Noi, invece, vogliamo usare queste risorse in maniera intelligente e senza correre il rischio di farcele scippare, per risolvere, ora e per sempre, il problema del debito pubblico.

Cominciamo col togliere i nostri titoli di stato dalle mani degli investitori istituzionali, perché quelle mani non ci piacciono. Li vogliamo portare nelle mani ben più amorevoli e responsabili delle famiglie italiane. Com'era una volta. Come succede oggi in Giappone, dove nessuno può ricattare lo stato ed il suo popolo, anche se ha un Debito/pil del 200%, ben peggiore del nostro 120!

E sappiamo come farlo. Non certo con gli appelli tanto generici quanto ipocriti che voi usate. Vogliamo renderlo conveniente e sicuro.

Possiamo farlo. Da subito. Con due interventi.



1. Usiamo il Patrimonio Pubblico per garantire i titoli di stato acquistati dalle famiglie italiane. 

Oggi il debito non è garantito. Con l’aggiunta - gratuita - della garanzia concessa alle famiglie italiane - e SOLO alle famiglie italiane -, queste diventeranno creditori “privilegiati”. Ci troveremo in una posizione addirittura invidiabile dai cittadini americani tedeschi o giapponesi, che non hanno, invece, alcuna garanzia. 
E così noi famiglie italiane avremo una sicurezza ed una convenienza economica. Con la quale accompagnare il naturale interesse ad investire i nostri risparmi in questi titoli, per contribuire direttamente e personalmente alla soluzione del problema che maggiormente ci preoccupa.

E già con questo primo intervento un bel pezzo del problema è avviato sulla giusta strada 
della risoluzione. Ma si può fare di più.

2. Convinciamo i detentori di capitali in nero (quelli illegalmente detenuti all’estero perché frutto di evasione fiscale, di economia sommersa e irregolare, di traffici illeciti di vario genere) a sottoscrivere titoli di debito pubblico, proponendo loro una scelta, basata su bastone e carota.

Se accettano:
- devono dichiarare i fondi neri;
- pagano una tassa sul capitale del 10-15% (anziché del 30-40%);
- hanno l’obbligo di impiegare almeno il 70% delle somme per sottoscrivere titoli di stato con scadenze lunghe e rendimenti contenuti, ma garantiti da patrimonio pubblico;
- si vedono depenalizzato il pregresso reato/illecito (naturalmente solo per l’aspetto finanziario).

Se non accettano:
- la mancata adesione comporta la novazione del vecchio illecito in un nuovo reato
- il nuovo reato non si prescrive mai; 
- prevede sanzioni pari al 120% delle somme scoperte;
- la reclusione da 5 a 10 anni.

Molti paesi stanno proponendo misure internazionali per colpire il segreto bancario e l’uso di paradisi fiscali. Il rischio di essere scoperti sta diventando reale. Nuove leggi italiane devono garantire, con strumenti appropriati, che li scoveremo, ovunque siano.

C’è un vantaggio collaterale enorme: Qualcuno potrebbe proporre di mettere il nostro patrimonio pubblico a garanzia degli investitori istituzionali, magari esteri. Lo stanno pensando, aspettano il momento opportuno. 
Si, proprio a favore di quei signori che operano - ricattandoci - sui mercati finanziari.

E rischieremmo di perderlo il nostro prezioso patrimonio nazionale. A quel punto, quei famosi professionisti smetterebbero di avere paura del default. Perché la verità che abbiamo scoperto è che loro temono il Default dell’Italia molto ma molto di più di quanto non lo dobbiamo temere noi. Noi potremmo sempre gestirlo, scegliendo di pagare il debito a favore delle famiglie e lasciare un pugno di mosche nelle mani dei professionisti. Loro, rischierebbero di perdere tutto.

Ma guai se dovessimo regalare loro un collaterale a garanzia. Il nostro Patrimonio pubblico a garanzia degli investimenti delle mafie e degli evasori... Sarebbe la certezza del nostro fallimento. Lo troverebbero conveniente. Per venirsi a comprare, a prezzi da fallimento, il Colosseo, Il Duomo, Gli Uffizi. 
Noi lo vogliamo a garanzia degli investimenti fatti dalle famiglie italiane, il nostro patrimonio Pubblico. Viene dai nostri padri. Vogliamo lasciarlo ai figli dei nostri figli.

Come primo passo. Domani, se riusciremo a superare l’Europa dei mercanti, per costruire quella dei popoli e dei cittadini - che tutti noi vogliamo, urgentemente - potremmo pensare anche a metterlo, insieme a quello delle altre nazioni europee, a garanzia degli investimenti delle famiglie europee. 
Sempre escludendo, naturalmente, qualsiasi garanzia a favore dei professionisti della finanza. Ora e per sempre.

Per info sull'autore del post e per ogni vostra domanda sull'argomento trattato scrivete a: perilfuturo@libero.it.



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