mercoledì 30 marzo 2011

COMUNICAZIONE: LA TELEVISIONE CHE ADDORMENTA LE COSCIENZE

Un'inchiesta di Enzo Di Frenna, giornalista e videoblogger.
http://www.youtube.com/watch?v=kl8vGOqP1oo&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=CRADIU1gezA
http://www.enzodifrennablog.it/

LAMPEDUSA: LE PROMESSE DI BERLUSCONI

http://www.youtube.com/watch?v=nAnhyC0fgEs
http://www.youtube.com/watch?v=wP87UrK_WIU
Ci sarebbe di che ridere se la situazione non fosse drammatica.
 R. V.

Ora solare - ora legale - ora solare: basta.

Da sabato 27 marzo è entrata di nuovo in vigore, come ogni anno in Italia dal 1966, l'ora legale: le lancette dell'orologio si spostano in avanti di un'ora, si perde un'ora di sonno che verrà recuperata con il ritorno in autunno all'ora solare, inizialmente molte persone lamenteranno qualche disturbo dovuto al cambiamento ma ne vale la pena per via del risparmio energetico, eccetera.
Chiediamoci se davvero vale la pena di continuare per sempre con questa menata del cambio d'ora, che secondo molti esperti provoca tutta una serie di scompensi sia dal punto di vista della salute delle persone, compreso un aumento degli incidenti stradali e sul lavoro dovuti ad insonnia e sonnolenza, sia per quanto attiene ai costi economici dell'aggiustamento dell'orario: orari dei mezzi di trasporto pubblici, aggiornamento dei sistemi informatici, termostati temporizzati, problemi nelle transazioni finanziarie e via di questo passo.
A tutto questo va aggiunto anche il costo relativo alla pesante incidenza sulla produttività causato dall'effetto "jet lag" che colpisce molte persone durante la prima settimana successiva al cambiamento dell'ora.
Insomma, se è vero che l'ora solare viene percepita come quella più "naturale" dalla maggior parte degli individui è anche vero che l'ora legale permette un notevole risparmio energetico, anche se in realtà non di dimensioni così macroscopiche: ciò che crea maggiori problemi sono gli effetti del cambio dell'ora.
Stando inoltre ai risultati di diverse ricerche scientifiche, l'adozione dell'ora legale per tutto il corso dell'anno comporterebbe sia un risparmio energetico che non verrebbe meno neanche d'inverno sia una diminuzione dell'inquinamento ed anche un miglioramento delle condizioni di salute delle persone.
Insomma, basta con il cambio dell'ora: vogliamo l'ora legale tutto l'anno.
 R. V.


martedì 29 marzo 2011

VERTICE SULLA LIBIA: ITALIA UMILIATA

Ieri pomeriggio il presidente americano Obama, quello francese Sarkozy, il premier britannico Cameron e la cancelliera tedesca Merkel si sono ritrovati in videoconferenza per consultarsi in merito alle operazioni contro il regime libico e circa gli obiettivi politici da perseguire alla vigilia della conferenza della cosiddetta "coalizione dei volenterosi" (eh, sì) che si è aperta oggi a Londra.
Il premier italiano non è stato invitato a partecipare all'incontro.
Il solerte ministro degli Esteri Franco Frattini se n'è uscito con un prudente:
"Questa riunione non sta decidendo niente...l'Italia non sente la sindrome dell'esclusione."
Già, ma non va dimenticato che il nostro Paese, oltre ad essere da sempre l'interlocutore europeo più prossimo, per ragioni storiche e geografiche, alla Libia ed il suo partner commerciale più importante, ha messo a disposizione degli alleati impegnati nella campagna libica le sue basi, detiene il comando dell'embargo navale Nato, ha accettato di essere la spiaggia di innumerevoli migranti in fuga dalla terra del conflitto.                   
Vero è senz'altro che l'intesa Berlusconi-Gheddafi e il relativo Trattato di amicizia italo-libico e la posizione ambigua ed altalenante della nostra politica estera, oltre che suscitare il disgusto in coloro che come chi scrive reputano immorale e uno schiaffo alla Costituzione Italiana l'aver sottoscritto un simile accordo con un dittatore, accogliendolo in casa nostra con manifestazioni buffonesche e indegne di una nazione europea, hanno sicuramente rotto le uova nel paniere degli interessi che altri Paesi "volenterosi" ripongono nelle riserve di petrolio e di gas della Libia, principale motivo dell'azione militare in corso.
Tuttavia, comunque stiano le cose, questo atteggiamento nei confronti dell'Italia è inaccettabile e se al posto di quei quattro saltimbanchi che abbiamo a Roma ci fosse una classe politica preparata e responsabile, questa volta, una fra le tante che l'UE e gli Stati Uniti hanno dimostrato di considerare il nostro Paese meno di zero, i "volenterosi per il petrolio" si ritroverebbero ad avere seri problemi a continuare a considerarci nient'altro che una portaerei a loro disposizione.

Renato Valusso

lunedì 28 marzo 2011

MENO HAI PIU' TI TOLGONO

Due brevi riflessioni di un cittadino forse un pò "zuccone".
La prima: l'indennità di disoccupazione Inps attualmente non viene riconosciuta a chi si licenzia, a meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa, in realtà una circostanza piuttosto rara, ma in effetti i contributi trattenuti dalla busta paga del lavoratore vengono versati all'Inps dal datore di lavoro indipendentemente da come si concluderà il rapporto fra le parti . Pertanto sarebbe giusto che anche al lavoratore che rassegna le dimissioni per qualsivoglia motivo venga riconosciuto il diritto di fruire dell'indennità, visto che i contributi sono stati comunque già inoltrati. O no?
La seconda: gli operai pagano in media un'aliquota Irpef del 25 per cento. Posso capire sul salario ma sull'indennità di disoccupazione e sulla cassa integrazione, posto che il finanziamento di quest'ultimo ammortizzatore sociale è a carico del lavoratore in misura dello 0,3% della retribuzione e dello 0,6% a carico dell'impresa, è proprio necessario applicare tale tributo e in tale misura?
Invito chiunque abbia letto queste righe, se interessato all'argomento, a girare le domande a chi, funzionario pubblico, commercialista, sindacalista, ecc. potrà delucidarci in merito e spiegarci che cosa fare per poter chiedere allo Stato la possibilità di riesaminare queste leggi. Se poi l'ipotetico interlocutore fosse un politico, meglio: così magari lo aiuteremo a guadagnarsi almeno un poco del suo fin troppo lauto stipendio.

 R. V.

I CIVILMENTE OBBLIGATI

Prendendo lo spunto dalla situazione del signor Adriano Plozzer di Udine, di cui più volte abbiamo scritto sul blog, mettiamo, come si suol dire, il dito nella piaga di una delle tante ambiguità del nostro sistema sociale, nella fattispecie quella relativa al ruolo dei familiari "civilmente obbligati" verso il congiunto che si trova in oggettive condizioni di difficoltà economica a causa della mancanza continuativa di lavoro.
Il signor Plozzer, alla pari di molti altri che versano in condizioni di ristrettezza economica, si è rivolto alle istituzioni preposte per sollecitare una qualche forma di intervento assistenziale trovandosi così a dover produrre una mole impressionante di documentazione volta ad attestare l'assenza di reddito e a dover tirare in ballo, lui singolo di 54 anni, anche la sorella, del resto non convivente con lui, che in quanto "civilmente obbligata" è stata posta in condizione di dovere a sua volta dimostrare, carte alla mano, la sua impossibilità ad aiutare economicamente il congiunto disoccupato.
Viene da pensare se tutto questo non sia roba da matti: perchè in un Paese civile si chiede alla famiglia di assumersi un ruolo assistenziale in situazioni come questa?
In Italia si tende a scaricare tutti gli oneri e le responsabilità sociali sulla famiglia e questo è deleterio: così si vengono a creare delle situazioni paradossali come ad es. quella del genitore pensionato costretto legalmente a corrispondere al figlio trentenne,studente universitario fuori corso da una vita, una cifra che permetterebbe ad un altro trentenne disoccupato e con figli di sopravvivere ed all'opposto vediamo negare degli aiuti economici a persone in difficoltà con la giustificazione indecorosa che si tratta di individui che hanno dei parenti che teoricamente  possono garantire loro il sostentamento.
In un Paese normale ci si dovrebbe aspettare che il contributo obbligatorio della famiglia termini con la maggiore età dei figli: se i figli continuano gli studi a livello universitario o sono disoccupati il contributo della famiglia, a meno che non sia volontario, se ci deve essere che sia regolamentato da delle leggi che prevedono tempi e modi ragionevoli, al posto dell'attuale vuoto normativo.
Lo stesso discorso dovrebbe valere nel caso di un adulto disoccupato o comunque in condizioni di difficoltà socioeconomica: se ho cinquant'anni, un lavoro e una mia famiglia a cui provvedere non debbo essere costretto dalla legge a farmi carico di un fratello o di una sorella disoccupato/a, fermo restando che la solidarietà fra persone è un punto importantissimo.
Lo Stato non deve essere rappresentato solo dalla cartella delle tasse: se uno Stato esiste, non permettiamogli di latitare e di scaricare in moltissime circostanze le conseguenze di un periodo difficile, al quale hanno concorso tanti errori pregressi dei nostri governi, solo e sempre sui cittadini e le loro famiglie.

R. V.



domenica 27 marzo 2011

Ancora sulla centrale nucleare di Krsko e la Presidenza del Friuli Venezia Giulia

Interessante e significativo questo articolo di Elisabetta Reguitti pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano del 26 marzo 2011:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/26/krsko-due-guasti-in-48-ore-nella-centrale-nucleare/100269/
Cogliamo l'occasione per chiarire che quiudinelibera non intende assolutamente rappresentare gli interessi di nessun business, in questo caso di quelli alternativi ai gruppi pro nucleare: ciò che ci sta veramente a cuore sono la tutela dell'ambiente e la difesa dei diritti dei cittadini.

 R. V.

sabato 26 marzo 2011

EMERGENZE UMANITARIE E BUSINESS

Riporto dal sito de Il Fatto Quotidiano di sabato 26 marzo 2011:
 http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/24/per-la-pizzarotti-profughi-vuol-dire-affari-doro-affitto-milionario-al-governo-di-un-villaggio/99799/
Così sembra essere da che mondo è mondo: chi tiranneggia, chi soffre, chi si ribella, chi fugge e chi da ciascuna di queste situazioni trae il modo per fare i soldi.
Ma verrà il giorno che questa oscena spirale di interessi economici imploderà su se stessa, perchè appare oramai sempre più vicino il momento, esorcizzato dai detentori dei poteri forti, in cui i popoli non sentendosi più rappresentati da delle élites reclameranno all'unisono il diritto di decidere in prima persona del loro destino; verrà il giorno, che appare sempre più prossimo, in cui tutte assieme le genti del mondo liberato e democratico, spezzando per sempre le catene millenarie dell'ignoranza e delle schiavitù economica ed intellettuale che sempre meno ci tengono divisi, cancelleranno dalla faccia della Terra l'antico potere piramidale e pianteranno solide le basi del modello di sviluppo allargato, che prevede una più equa redistribuzione della ricchezza ed eliminerà per sempre un cieco demandare a gruppi di potere politico ed economico la responsabilità di decidere per tutti gli altri.
Chi crede che quanto appena affermato sia un' utopia non ha che da volgere lo sguardo alla Storia più recente.
Ed anche coloro che, tenendosi nell'ombra, ancora pensano che al momento opportuno sapranno volgere il cambiamento a loro esclusivo vantaggio dovranno ricredersi perchè sarà il nuovo corso della Storia a cambiare i loro intenti.
Se è vero che dalla clava siamo passati, nel corso dei millenni, alla bomba atomica è anche vero che dai sacrifici umani delle antiche religioni siamo giunti ai medici che volontariamente si recano nei Paesi più poveri e prestano la loro opera, in condizioni di grande difficoltà, a milioni di diseredati; persino il business, un tempo costantemente spietato, si è dovuto vieppiù ridurre in forme maggiormente accondiscendenti verso i diritti delle persone , anche se è tuttora una Belva vorace.
Ma è soltanto questione di tempo perchè una nuova coscienza, che è già nata, cresca sempre di più, nei Paesi occidentali così come in quelli del Sud del mondo, e produca finalmente quel grande cambiamento che a molti ancora oggi appare come un miraggio.
Si badi bene che con questo non si intende affermare che tutti i problemi dell'Umanità saranno così risolti: semplicemente, si potrà cominciare davvero ad affrontarli, in nome di un'etica e di una morale affatto nuove, sincere, moderne.
Così moriranno anche la "carità pelosa" e lo schifo di finanziare le guerre e i governi antidemocratici e criminali.

Renato Valusso

venerdì 25 marzo 2011

RENZO TONDO SUL NUCLEARE. POCHE SICUREZZE, MOLTI DUBBI

Riporto di seguito alcuni articoli con le dichiarazioni più recenti rilasciate dal presidente della Regione Fvg Renzo Tondo in tema di utilizzo dell'energia nucleare e consecutivamente la risposta del WWF del Friuli Venezia Giulia.
http://www.ilfriuli.it/if/top-news/54972/
http://www.wwfvenezia.org/2011/03/lettera-aperta-del-wwf-friuli-venezia-giulia-al-presidente-tondo/
Tuttavia, uno dei problemi più gravi che implica il nucleare è lo smaltimento delle scorie radioattive, come ci spiega il seguente servizio:
 http://www.youtube.com/watch?v=6cckn-cePAI&playnext=1&list=PL188FE5011B1887DA
Infine, appare del tutto da rivalutare anche la questione dei costi della produzione di energia atomica, ad oggi uno dei capisaldi dei nuclearisti.
A questo proposito, alcune affermazioni del Prof. Peter Weish, docente dell' Università di Vienna e consulente dell' Ufficio alla Sopraintendenza al Nucleare in Austria, uno dei più noti esperti europei sull'impatto ambientale delle centrali nucleari:
http://www.youtube.com/watch?v=rEXxwHVe114
Insomma, il dibattito è da considerarsi tutt'altro che concluso.
Alla prossima.
 R. V.

Friuli Venezia Giulia: centrale nucleare sì o no?

Quiudinelibera vuole dare inizio a un'azione di informazione sui rischi e sugli effettivi costi del nucleare in generale e con particolare riferimento alla realtà del Friuli Venezia Giulia.
Il futuro della produzione energetica non è nel nucleare.
Invitiamo pertanto chiunque fosse interessato all'argomento, sia che condivida la nostra posizione o che sia di diverso avviso, a scriverci per comunicarci idee, considerazioni, proposte.
Per le Vostre mail e i Vostri video: perilfuturo@libero.it.
Non lasciamo che decisioni così importanti per la Vita di tutti vengano prese da una élite: Voce ai Popoli per decisioni che riguardano i Popoli.

Renato Valusso

martedì 22 marzo 2011

DISPERAZIONE

Mi chiamo Adriano Plozzer, ho 54 anni, sono italiano,vivo a Udine, sono disoccupato da piu di un anno e mezzo, sono in mobilità ma non retribuita, non ho diritto a un sussidio di disoccupazione, non posso partecipare ai lavori socialmente utili per qualche accidenti di cavillo burocratico...ho lavorato per 24 anni con la cooperativa Sebastiano Ricci che gestiva i civici musei poi la cooperativa ha perso l' appalto e lì  sono rimasto a casa.
Mai avrei pensato di non trovare piu lavoro: non voglio certo fare il manager o il direttore di banca. 
Mi sono rivolto a istituzioni pubbliche e private, a conoscenti, ad assessori, al sindaco stesso ma niente, mi sto lentamente mangiando tutti i risparmi di una vita, sono disperato.
Plozzer Adriano. Tel. 0432 482722.

Pubblichiamo un ulteriore appello del signor Adriano Plozzer di Udine, che già agli inizi del mese di marzo si era rivolto a quiudinelibera per evidenziare la sua difficile condizione di disoccupato di lunga durata.
Invitiamo chiunque sia in grado di dargli una mano a trovare un'occupazione a non lesinare alcun tentativo o idea in questa direzione.
Una volta di più, non possiamo che rimarcare come sia profondamente ingiusto e quasi inverosimile che la civile società di un Paese che in fondo non è una nazione del Terzo Mondo possa non offrire alcuna prospettiva concreta a chi, pur animato da buona volontà e serietà, si ritrova ad essere fuori dal maledetto circuito produttivo, nel caso del signor Plozzer per motivi di età.
Già, perchè ormai sembra che in Italia chiunque abbia superato la quarantina debba cessare di esistere per il mondo del lavoro: questo è semplicemente assurdo, oltre che vergognoso.
Allo stesso modo ci appare arduo credere che nessun Ente pubblico, Comune, Provincia, Regione, ecc., preposto alla tutela dei diritti dei cittadini, non sia nella condizione di poter attuare qualche seria iniziativa di reinserimento lavorativo, considerando anche le cospicue risorse che vengono investite ogni giorno per molte altre cose di minore importanza e spesso, diciamolo pure, per delle cavolate di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno.
Chiediamo a Voi lettori di questo blog di diffondere in Rete questo messaggio e rinnoviamo l'invito a scriverci con fiducia per segnalarci qualsiasi altra situazione di disagio legata ad una condizione di disoccupazione o di precarietà lavorativa, magari continuate per molto tempo, magari dopo anni spesi a studiare per giungere ad un traguardo professionale ambito. 
Noi di quiudinelibera faremo tutto ciò che ci sarà possibile perchè la Vostra testimonianza diventi una Voce del nostro tempo; perchè noi crediamo che delle proposte valide di cambiamento possano venire soprattutto dal confronto e dal fare gruppo di più persone che sperimentano o che hanno sperimentato queste problematiche sulla propria pelle.
Da soli si può fare poco, assieme invece molto di più.
Per contatti: perilfuturo@libero.it

Noi di quiudinelibera

  

Libera Informazione e Censura

Vogliono imbavagliare la libera informazione su Internet: non restiamo a guardare.
Vi invito ad aderire all'appello dell'Associazione Avaaz.
Per saperne di più,cliccate sul link: http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?copy.
Non permettiamo a nessuno di rubare la libertà.

 R. V.

lunedì 21 marzo 2011

referendum per l'acqua

Ecco il sito di riferimento per il referendum che salvaguarda l'acqua pubblica:

http://www.referendumacqua.it/

Aiuto ai popoli oppressi, non occupazioni pseudo-coloniali

In sintesi, Antonio Di Pietro, con il suo consueto linguaggio semplice e diretto, "azzecca" un punto cruciale inerente all'intervento in Libia.
http://www.antoniodipietro.com/2011/03/da_amici_a_traditori_dai_bacia.html

R. V.

venerdì 18 marzo 2011

Per una Medicina più umana

Pubblico di seguito il servizio di Paolo Barnard "Nemesi medica", realizzato nel 2005 per il programma RAI "La Storia siamo noi" di Giovanni Minoli.
Un'inchiesta-esperimento: le idee per migliorare la sanità italiana nei consigli di quattro medici di fama internazionale che ne hanno sperimentato i servizi, come ammalati gravi.
Un tema estremamente delicato e importante, a tutt'oggi di grande attualità.
Per eventuali approfondimenti, rimando all'articolo di Barnard sul suo sito ufficiale: http://www.paolobarnard.info/sanita_noivoi.php
Il servizio:


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R. V.

giovedì 17 marzo 2011

IL 150° DELL'UNITA' D'ITALIA E LE AFFERMAZIONI LEGHISTE

"Gli unici che hanno qualcosa da festeggiare sono i meridionali" ha detto ieri il capogruppo della Lega Nord al consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Danilo Narduzzi, soggiungendo poi : "L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro di metà del Paese, per cui noi al Nord abbiamo poco da festeggiare e lavoreremo. Siamo in una situazione che non ci piace: chi festeggia al Nord non ha capito che differenza passa tra il cornuto e il mazziato, come dicono al Sud. Qua chi festeggia non ha capito niente."
In realtà, che si condividano o meno le parole di Narduzzi, non serve essere leghisti per comprendere i dubbi di molti cittadini del Nord del Paese in merito alle problematiche gravi e tuttora non risolte neanche a metà del nostro Sud, in primis la presenza endemica in tutte le regioni meridionali della malavita organizzata, 'Ndrangheta, Camorra, Cosa nostra e varie altre Mafie, dalla cui radicata presenza nel territorio germinano i mali maggiori del Meridione e, in parte, della Nazione.
Poichè Mafia significa: corruzione, malversazione, accordi illeciti con il potere politico ed imprenditoriale, grande evasione fiscale, traffici illegali, estorsione, ricatti, grassazione, omicidi e stragi. E dalla presenza delle Mafie regionali derivano: sviluppo economico ed imprenditoriale bloccati, stagnazione sociale ed economica, disoccupazione cronica, omertà, paura, oscurantismo. E un oceano di denaro pubblico, proveniente per la maggior parte dalle regioni del Nord, buttato inutilmente.
Inutile aggiungere come tuttora le collusioni tra politica e imprenditoria, non solo meridionali, e le Mafie regionali rendano improba la lotta dello Stato e della Legalità contro questo giogo medioevale che imprigiona moltissime delle risorse del Sud, fino a trasformare agli occhi dei leghisti, e non solo, questa parte della Penisola in un altro Paese.
Ovviamente, con questo non intendo certo affermare che "il Sud è mafia": il Meridione ci ha dato e ci sa dare tuttora molte cose altamente positive che al Nord non si trovano.
Tuttavia, non può essere solo un caso che la mala pianta di queste organizzazioni criminali continui a prosperare soprattutto dove è nata: se è vero che lo Stato deve continuare ad impegnarsi nella lotta contro questi grandi criminali, adottando se necessario, e in realtà lo sarebbe già, delle misure legislative e giudiziarie ben più drastiche di quelle attualmente in vigore, è vero allo stesso modo che il cambiamento deve cominciare dal basso, dai comuni cittadini meridionali, cosa che in effetti è già avvenuta in gran parte ma che dovrebbe conoscere un'accelerazione, partendo dall'educazione da impartire ai giovani, perchè i popoli devono emanciparsi soprattutto da sè, perchè nessun altro lo può fare al posto loro.
La Mafia, così come quei politici e quegli amministratori pubblici che le tengono il sacco, rappresenta un oscuro medioevo: non possiamo camminare verso la modernità ed il futuro con questo ignobile fardello.
Il Sud dell'Italia è ricco di grandi risorse umane e naturali: la Mafia e quella parte di politici e di amministratori che l'appoggia con la sua connivenza ne impediranno sempre lo sviluppo. Non ci sarà futuro per dei popoli schiavi.
Venendo ora alle alle asserzioni di Danilo Narduzzi e a quelle di altri esponenti di spicco della Lega Nord, nei giorni che hanno preceduto quello della celebrazione del 150° anno dell'Unità d'Italia, non può non creare qualche perplessità ascoltare questi toni a volte enfatici e, in certi casi, francamente eversivi da parte di personalità pubbliche che occupano ruoli importanti e di primo piano nelle istituzioni italiane e che fanno capo ad un partito politico che per appetito di poltrone e di cariche ha rivelato di non essere secondo a nessuno, un partito il cui capo, Umberto Bossi, per anni ha rinfacciato a Silvio Berlusconi le sue presunte, ma Bossi le dava evidentemente per vere e comprovate, connivenze con la Mafia, salvo poi fare marcia indietro e autocensurarsi del tutto quando la Lega ha avuto bisogno dell'uomo di Arcore per salvarsi il sedere, economicamente e dal punto di vista politico.
Quando si parla di oscurantismo si intende comprendere nel significato del termine anche concetti quali il razzismo, l'eccessivo localismo, il chiudersi a riccio nella difesa ad oltranza della propria identità, il negare ad altri quello che si rivendica per sè, il più becero populismo spacciato per spirito democratico, lo svalorizzare il diverso da sè, l'esaltazione dei propri valori come se fossero gli unici, la demagogia opportunistica, il voler vedere tutto un popolo schierato acriticamente con la propria parte politica.
Ecco, essere dei popoli schiavi significa anche questo e, come ripeto, non ci sarà futuro per i popoli schiavi.
L'Italia, come del resto anche tante altre Nazioni, ha ancora molto cammino da compiere per poter realizzare appieno le sue grandi potenzialità e lo potrà fare solo se ci impegneremo tutti assieme per spezzare le catene di queste antiche schiavitù che in parte ancora oggi imprigionano la nostra libertà e permettere quindi al nostro Paese di essere una grande Nazione.
Critichiamo dunque il nostro Paese e cerchiamo di cambiarlo, ma non cercando divisioni e disprezzo : con questo, lo faremo solo cambiare in peggio.

Renato Valusso

mercoledì 16 marzo 2011

mi immagino i vecchietti al bar

http://messaggeroveneto.gelocal.it/dettaglio/il-messaggero-veneto-cambia-dal-22-marzo:-sara-tutto-a-colori-e-formato-tabloid/3697600

mi immagino i vecchietti al bar rispetto alle dichiarazione di DE BENEDETTI, l'ingegnere, mentre leggono il "messaggio" e si bevono il bianchetto leggendo l'ultima su Di Natale e Sanchez!

martedì 15 marzo 2011

ENERGIE RINNOVABILI E NUCLEARE: L'UMANITA' A UN BIVIO

In questi giorni, la tragedia giapponese ha occupato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo e ha riacceso anche in Italia il dibattito sul nucleare.
Molto, moltissimo vi è ancora da dire e da fare in merito alle decisioni che verranno prese dal governo del nostro Paese riguardo a questo argomento di fondamentale importanza per il futuro di tutti.
Comunque la si pensi, quel che è certo è che siamo arrivati al punto in cui non è più possibile procrastinare l'attuazione di nuovi piani di sviluppo energetico.
Personalmente, ritengo che il futuro della produzione dell'energia non stia nel nucleare e che si debba invece indirizzare ogni possibile obiettivo di ricerca e di sviluppo nel campo delle energie rinnovabili.
Pubblico di seguito questo video, "Uranio: lo scandalo della Francia contaminata", un reportage diffuso sul canale nazionale France 3 nel febbraio 2009, che ci illustra i danni causati dal nucleare nell'ambito del Paese europeo che in tempi recenti ha investito di più nell'atomo.
Come per tutte le scelte importanti, un prezzo da pagare c'è sempre e comunque e temporeggiare troppo non risolve nulla.
http://www.youtube.com/watch?v=RiJESPdLXpA&feature=player_embedded#at=22

Renato Valusso

sabato 12 marzo 2011

QUESTA VOLTA NON FA RIDERE

Due canzoni ormai quasi introvabili di Francesco Benenato, in arte Franco Franchi: l'insolita vena amara di un famoso comico.


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domenica 6 marzo 2011

I CITTADINI DIMENTICATI - UN CASO EMBLEMATICO

Pubblico di seguito la lettera del signor Adriano Plozzer di Udine, apparsa sul Messaggero Veneto del 27 febbraio 2011, la terza che egli ha inviato al quotidiano udinese nel corso della sua odissea di disoccupato ultracinquantenne.
Adriano Plozzer ha perso il lavoro nel giugno del 2009, dopo vent'anni di servizio presso una cooperativa e da allora non gli è stata offerta nessun'altra opportunità, malgrado la sua continua ricerca di un'occupazione. A questo va aggiunto che la sua posizione lavorativa non implicava neppure la possibilità di vedersi riconosciuta una indennità di disoccupazione.
Ritengo semplicemente un' infamia che una società come la nostra dimentichi in questo modo dei cittadini in difficoltà, considerando inoltre che, nel caso del signor Plozzer così come in quello di molti altri rimasti senza lavoro, stiamo parlando di una persona degna che ha sempre vissuto di una attività onesta e ottemperato ad ogni dovere sociale.
Riporto pertanto sul blog lo scritto sincero e significativo del Plozzer, con un invito a chiunque possa venirgli incontro di non esitare a farlo, avvalendosi del recapito telefonico che il signor Adriano indica nella lettera.

Renato Valusso


Approfitto ancora del Messaggero Veneto per lanciare ancora un appello urgente visto che i precedenti non hanno ottenuto alcun riscontro, se non la solidarietà di chi è nella mia situazione. Sono sempre disoccupato, ormai da tempo, e quindi più disperato che mai e sull’orlo (mi si può capire) di un esaurimento nervoso. Chiedo pertanto ancora una volta e con il cuore in mano, a chiunque, soggetto pubblico o privato che sia, di venirmi incontro concretamente. Essendo in mobilità ci sono agevolazioni fiscali e anche un contributo a fondo perso! Io non ho diritto per legge a nessun ammortizzatore, a nessun assegno di disoccupazione, a nessun contributo assistenziale... Mi pare un’assurdità! Secondo voi con che cosa vivo? In qualche ufficio mi hanno detto che siccome possiedo una casa sono “benestante” e che posso tornare a chiedere aiuto quando me la sarò mangiata... Bene, se non verrò a capo di questo dramma sicuramente me la mangerò, poi tornerò a chiedere un alloggio. Vediamo se saranno così celeri a trovare una soluzione! Confidando nonostante tutto nella solidarietà, quella autentica, lascio ancora il mio recapito telefonico: 349 2903380. Vorrei anche togliermi qualche sassolino dalle scarpe: mi riferisco alle coop di tipo B, cioè a carattere sociale, ma che di sociale hanno ben poco, visto che mi hanno sempre risposto picche, forse per svantaggiato s’intende tossico, rom o alcolizzato o pregiudicato... Probabilmente lo diventerò! Grazie anche a tutte le ditte che non si sono degnate nemmeno di rispondere alle mie e-mail (1.240) mandate in cerca di occupazione. Complimenti anche al sindaco di Udine, ad assessori vari, politici, imprenditori che hanno solo promesso un interessamento, ma ovviamente erano promesse di comodo, frutto di grande ipocrisia. Aggiungo anche alcuni uomini di Chiesa, dai quali non ho avuto nemmeno una parola di solidarietà. Tutte queste persone non sono degne di rappresentare nessuno, vergognatevi! Un grazie anche all’assessore Angela Brandi che non mi ha più risposto. Trovo comodo nascondersi dietro la parola crisi stando seduti su una comoda poltrona e con lauti guadagni ogni mese.
Adriano Plozzer
Udine