lunedì 17 dicembre 2012

TRASFERIMENTO INDIRIZZO BLOG!!!

Giugno 2012: Quiudinelibera si e' trasferito!
Visita il nuovo blog su https://quiudinelibera.wordpress.com/ 
Tutto il materiale qui pubblicato restera' online, ma i nuovi articoli appariranno solo sul nuovo sito.
Lo Staff

sabato 1 dicembre 2012

CI FARANNO ENTRARE SUL 3-0



CI FARANNO ENTRARE SUL 3-0

Ieri sera sono andato ad una conferenza organizzata dal gruppo giovani di Confindustria Udine sull’argomento “Etica ed Economia” dove erano stati invitati i rappresentanti delle istituzioni statali che fanno i controlli fiscali e del lavoro nelle aziende. La tesi che si proponeva, era quella di andare verso una categoria imprenditoriale che, per una scelta etica, sia sempre più onesta, rispettosa della legge e delle regole, che sia di esempio per i comportamenti personali e riscopritrice dei valori morali e che quindi sempre più cercherà di lavorare a fianco delle istituzioni per prevenire i casi di reato; ma nel contempo viene richiesto agli organi controllanti di avere un comportamento altrettanto equo verso gli imprenditori, senza soverchiarli.

Promotore di questo incontro il vicepresidente dei giovani imprenditori, Matteo Di Giusto a capo, assieme al fratello gemello, di un’azienda di ben 800 dipendenti. Io Matteo Di Giusto ed il fratello Michele, li avevo conosciuti a scuola, visto che alle medie inferiori eravamo nella stessa classe. Sentendo gli interventi e riflettendo sugli stessi, mi è tornato in mente un episodio di quel periodo dell’infanzia che è simpatico ricordare: c’era il torneo di calcio dell’Istituto  e i due fratelli giocavano per una società, di livello, della zona e così hanno preso in mano la situazione e si sono messi ad organizzare la squadra. Io non ero un campione, ma me la cavavo, molto più della media della classe, se non altro per la buona capacità polmonare che avevo dimostrato nelle varie campestri e anche perché comunque avevo giocato un pochino in una società. Ogni modo, mi sono ritrovato presto in contrasto con le “scelte tecniche” e sono stato relegato in panchina per tutte le partite. Ricordo la partita cruciale per passare il turno, stavamo perdendo 3 a 0 e tutti erano arrabbiati della situazione. Ad un certo punto i due gemelli sono stati costretti a farmi entrare su pressante protesta degli altri componenti della classe, che comunque sapevano che potevo dare una mano alla causa comune, avendomi visto giocare più volte. Sono quindi entrato loro malgrado. Per quei 10 minuti rimasti all’incontro, grazie anche alla mia freschezza atletica e voglia di riscatto,  abbiamo sempre giocato all’attacco e quando gli avversari avanzavano, tornavo a prendere la palla fino dalla difesa. Ebbene, il gol della bandiera l’abbiamo fatto ma non è bastato.

Tornando alla conferenza, è da tempo che cerco di esprimere il concetto che la nostra crisi economica è figlia di una crisi etica. Però bisogna intendersi che etica non è seguire le regole e pagare le tasse. Non è fare i buoni ed evitare di essere cattivi. Non è riscoprire i valori dei nostri padri e dei nostri nonni. Etica è avere dei comportamenti che ci consentano di essere in equilibrio psicologico con noi stessi e nel contempo compiere delle azioni che ci consentano di essere competitivi. Grandi gruppi industriali, anche friulani, si sono sviluppati sfruttando operai e infrangendo leggi; ma i titolari degli stessi gruppi, sapevano come gestire le situazioni ed erano in equilibrio psicologico con se stessi, senza dover vivere con i rimorsi. Ed è questo in ultima analisi saper seguire l’etica, anche se, la morale, risulta essere diversa per una esigenza di equilibrio sociale e forse i veri imprenditori sanno gestire anche questo.

La mia paura è che questo sbandamento verso un utilizzo distorto del concetto di etica, porterà ad una ulteriore riduzione della capacità produttiva. La scelta di Confindustria è quella di seguire i tracciati sicuri, tranquilli e che non creino ulteriori tensioni. E’ la scelta più facile, la scelta delle NON responsabilità. Scelta lecita ma in questo momento servirebbe evitare le vetuste idee di etica ed invece iniziare a strutturarne delle nuove, scardinando i vecchi schemi e non accettando lo status quo delle cose. Solo così, rianalizzando ciò che si può fare o meno, richiedendo alla politica delle direttive chiare che salvaguardino la produzione  ed i vari operatori e che abbiano come fine il competere in maniera più efficace sia sui mercati interni che quelli esteri, si può pensare di andare avanti. Regole chiare sono importanti per strutturare il processo produttivo e se sono valide l’imprenditore troverà utile seguirle. Per assurdo, ora, per uscire dalla crisi, può servire andare oltre alla legge nel senso che questa non riesce a garantire più nessuno e quindi il sentiero etico tracciato dal Presidente Luci, perde di significato nel senso che c’è bisogno di prendere delle posizioni che impongano, più o meno legalmente ai politici di fare un certo tipo di riforme che ormai sono essenziali e vitali. Ed invece, verso la fine del convegno è intervenuto l’Onorevole Compagnon già noto alle cronache giudiziarie, a cui il Direttore del Messaggero Veneto Monestier, moderatore della serata, ha fatto un saluto più che reverenziale.
Ebbene, nel contempo, non c’è stata alcuna proposta di respiro né da parte di Di Giusto e nemmeno da parte del presidente dei giovani industriali Zamò. Se questi sono i giovani industriali, siamo messi male perché non sembrano esserci i caratteri essenziali dei dirigenti d’azienda e cioè che sappiano fare degli strappi, che traccino nuovi obiettivi e con nuove strategie, che sappiano essere leader, che sappiano confrontarsi alla pari con la politica senza piegarsi ed accettare le angherie che impone alla classe produttiva. Perché queste regole vessatorie, che in qualche modo i giovani imprenditori cercano di gestire, sono delle imposizioni deleterie che non si dovrebbero accettare.

In conclusione, questa serata mi ha fatto capire che quelli come me (con grossi limiti, soprattutto sotto l’aspetto della capacità di leadership, ma che comunque in un contesto intelligente possono aiutare la ricchezza di una società e di una popolazione) continueranno ad essere interpellati sempre quando ormai saremo sul 3 a 0. Troppo tardi.

Andrea Meneghetti

lunedì 11 giugno 2012

TRASFERIMENTO INDIRIZZO BLOG

Giugno 2012: Quiudinelibera si e' trasferito!
 
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Lo Staff

domenica 29 aprile 2012

Cosa è rimasto della lotta partigiana...

Quante barbe,
non se ne vedevano da tempo,
ma negli aspetti queste persone
non riescono comunque a ricordare la lotta
e sono solo un mimare le caratteristiche più visibili
dell’immagine del partigiano,
dell’idealista e dell’intellettuale:
occhiali neri dalla montatura grossa, barbe, giacchette dai colori tenui eccetera.
Nei canti non si sente per niente la rabbia e l’odore del sangue
che hanno caratterizzato la guerra partigiana.
I figli ed i nipoti dei partigiani
non hanno la forza intellettiva e caratteriale
per capire le dinamiche di un mondo
che hanno trovato già pronto
e che pian piano, però, li sta mettendo in un angolo.
La maggior parte dei presenti
c’è per gratificare la propria incapacità di vivere
e per garantirsi i privilegi famigliari
senza dover spargere una goccia di sangue.
E noi dovremmo fare la rivoluzione
con questo capitale umano
che mima comportamenti
che non sarebbe mai in grado di compiere.
Mima attraverso l’acquisto di quei beni di consumo
che a parole odia.
Ma sono proprio i beni di consumo
che consentono di creare un’immagine falsa
per cercare di illudere gli altri ma soprattutto se stessi,
per poter dire di appartenere a un gruppo,
il gruppo di quelli che stanno dalla parte giusta.

Andrea Meneghetti

(scritto durante la partecipazione ad una inaugurazione di una mostra sui
partigiani al Castello di Zucco in Faedis – Udine)

lunedì 2 aprile 2012

UN APPELLO DEL REGISTA THOMAS WILD TUROLO AI LAVORATORI DEL VITIVINICOLO.

Amici, su richiesta del film-maker Thomas Wild Turolo replichiamo su Quiudinelibera l'appello che egli ha già pubblicato sul suo blog ufficiale, mirato a una iniziativa di difesa dei diritti del lavoro, proprio in un momento come il presente, in cui quegli stessi diritti vengono calpestati dagli organi di potere che dovrebbero in teoria proteggerli.
Per saperne di più, cliccate qui.
A presto e Buona Fortuna a Thomas e a coloro che risponderanno al suo appello.

 r. v.  

giovedì 29 marzo 2012

La nuova Udine, la Primavera (e gli amici che non ci sono più)


Dopo l'inverno ti accorgi che tutto è cambiato,
la tua città è cambiata o forse sono i tuoi occhi che la guardano diversamente...
Quante cose nuove...
Quanta gente mai vista e quanti amici che non incontrerai più perchè non sono riusciti a passare l'inverno indenni, perchè hanno scelto altrimenti, perchè non potevano scegliere più...
In questo mondo in continuo movimento loro non ce l'hanno fatta....
Un solo pensiero può rimanere per loro perchè anche tu devi andare;
andare avanti mentre scorgi dei nuovi abitanti di questa città che sta diventando multietnica;
delle nuove vite che non possono ricordare come era prima e chi c'era prima, ma che a loro volta hanno qualcuno e qualcosa da ricordare...
e il sole di questi giorni rimargina e guarisce queste ferite dell'anima ma inaridisce le nostre sensibilità...

Andrea Meneghetti

(in memoria di Federico Sebastianis* e di tutti gli altri che non ce l'hanno fatta)

*Spero di non essere stato esagerato a postare il mio pensiero sul blog...
Federico era prima di tutto un ragazzo (36enne) friulano, di Fagagna. Lavorava come controllore ai parcheggi della SSM. Io l'ho conosciuto più di 10 anni fa nelle campestri e nelle corse podistiche. Mio fratello ne è stato collega alla SSM.
Federico era un ragazzone, sensibile. Uno che è vissuto sempre seguendo le regole del gregge ma non capendo perchè lo facesse. Era uno di noi, incapace di fare delle scelte drastiche e di libertà, vittima di un contesto opprimente dal quale non riusciva a staccarsi, per paura del dopo, di quello che poteva succedere. Pensare che nel 2007, quando decisi di andare via e mollare tutto, lui diceva di <<...non farlo, non sai cosa potrebbe accadere, sei già ben messo rispetto agli altri, non buttare via tutto!>>
Per il lavoro che faceva e che odiava, lo incontravi spesso per le strade di Udine, ci facevi anche una bella chiaccherata. Era sempre che studiava per dei concorsi e per degli esami di ammissione che non ricordo per che obiettivo li facesse, ma forse non ce la faceva...
Negli ultimi tempi si era inscurito in volto, quasi non si riusciva a salutarlo da quanto era giù. Due settimane fa si è buttato giù dal ponte di Dignano e pare non sia nemmeno morto sul colpo... sfigato fino alla fine...
Ecco, Sebastianis era un signor nessuno ma era qualcuno, almeno per me, non certo per Honsell e per i suoi capi che non sapranno neanche che è morto.
Era già da un pò che non lo vedevo sui campi di gara e non lo vedevo tanto spesso nemmeno ad Udine ma era per me una "presenza". Ieri, ho avuto la sensazione di vedere una città diversa piena di asiatici e facce nuove, nuovi ricchi e nuovi poveri e noi solo a fare da sfondo a una città che cambia e che è stata matrigna, che non ci ha mai dato davvero una visibilità e noi non siamo stati in grado di prendercela.
Ho pensato a Federico del quale pochi si ricorderanno, già è morto senza nemmeno un articolo di giornale. E tutto passa perchè per resitere non possiamo guardare indietro. E di lui non si ricorderà la città e nemmeno i suoi nuovi abitanti che invece portano vitalità e nuove sfide e competizioni.
Sto scrivendo con le lacrime agli occhi, perchè anche noi moriremo dimenticati, vittime delle nostre stesse idee ed incapacità...

A. M.


mercoledì 28 marzo 2012

SERATA SULLA MMT IN FRIULI.

Amici di Quiudinelibera, è con vero piacere che vi segnaliamo un evento mirato alla divulgazione della Modern Money Theory da noi in Friuli.
Sono i primi moti di un risveglio delle coscienze e del tangibile impegno degli attivisti che hanno partecipato al summit di Rimini dello scorso febbraio.
David Casanova Alessandro Fiorencis presentano "EUROVINA", venerdì 30 marzo alle ore 21 presso il Centro Socio Culturale di Ovaro.



Chi potrà, non rinunci a esserci: sarà davvero un venerdì sera "alternativo".
Un ringraziamento ai due relatori e a quanti vorranno dedicare un po' del proprio tempo alla conoscenza delle linee principali della teoria economica più democratica oggi esistente.

Renato Valusso


martedì 27 marzo 2012

MANGIATI.


GUARDATE COSA CI STANNO FACENDO, CON IL SILENZIO COMPLICE DEGLI ORGANI DI INFORMAZIONE E DEI PARTITI POLITICI ITALIANI.
SOLTANTO LE VOCI FUORI DAL CORO DI PAOLO BARNARD E DI LIDIA UNDIEMI ( DI IDV ) CI RACCONTANO LA VERITA'. 
E IL RESTO DEL SUO E DEGLI ALTRI PARTITI, CHE COSA FANNO?



Guarda il video su YouTube

Roma, 23 mar – Su proposta del Ministro degli Affari europei, dell’Economia e finanze e degli Affari esteri, il Consiglio ha approvato la ratifica ed esecuzione di due Atti internazionali. I due schemi di disegni di legge si inseriscono nel percorso congiunto che l’Italia e la Germania, durante l’incontro del 13 marzo scorso, hanno concordato di seguire al fine di ratificare i testi adottati in sede di Unione europea, relativi all’unione monetaria europea.

Il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’unione economia e monetaria (TSCG)
Il Trattato che istituisce il “Meccanismo Europeo di Stabilità” (MES)

 r. v.

E' nato il portale web del Movimento Nazionale Contro il Mobbing ai Lavoratori.

Amici, siamo contenti di comunicarvi che delle persone vicine a Quiudinelibera hanno dato vita a un progetto importante di lotta a questo mefitico figlio del nostro tempo, il mobbing.
Su Facebook: cliccate qui.
Lottiamo uniti per vincere!

Renato Valusso


lunedì 26 marzo 2012

LE PORCATE DEL GOVERNO TECNICO.

Una delle ultime chicche di questo esecutivo non eletto impostoci dai poteri forti, che ha temporaneamente mandato in villeggiatura l'organico da operetta costituito dal governo democraticamente eletto (senza troppo impegno) dal popolo italiano.
BEFFA PER GLI ANZIANI RICOVERATI: L'IMU E' DOPPIA. 
( LEGGI TUTTO) 
Insomma, amici: o ci svegliamo e cominciamo a interessarci attivamente alla vita civile e politica del Paese o per noi non ci sarà futuro.

 r. v . 

domenica 25 marzo 2012

Parcheggi per invalidi: scaricate il manifestino per gli abusivi.

Cari Amici, continua la pessima abitudine di molti di utilizzare abusivamente i posteggi riservati agli invalidi: per scoraggiare tale malcostume e invitare queste persone a una riflessione sui propri comportamenti vi proponiamo il volantino qui sotto, da scaricare e stampare.
Speriamo serva a qualcosa.

Renato Valusso











MMT PEOPLE: A REPORT ABOUT MMT SUMMIT (Rimini-Italy 2012)

Dear friends, I post the video realized by the film-maker Thomas Wild Turolo for Qui Libera Italia: It's a journey into the expectations, desire of knowledge, emotions of the participants , it's a narrative of the first impressions and subsequent reflections, collected form the voice of those who responded to the call made by the journalist Paolo Barnard on his site last December, an invitation to come and listen to five leading economists who were able to capture the attention of about two thousands people for a whole weekend, to give them a new vision of Economy, of the sense of the state (our society is losing it more and more) and especially a new vision of the democracy.

Renato Valusso




sabato 17 marzo 2012

PAOLO BARNARD SI RIVOLGE AGLI IMPRENDITORI.


Cari Amici, continua la "crociata" di Paolo Barnard per diffondere l'idea della Modern Money Theory: è del 14 marzo, pochi giorni fa, il post apparso sul suo vulcanico sito , titolato Paolo Barnard: lettera a un imprenditore a cui vi rimando di seguito (cliccate qui) e che rappresenta, nelle intenzioni del giornalista bolognese, come egli stesso mi conferma in una sua mail, un modo per richiamare l'attenzione della classe imprenditrice sull'unica, possibile riforma del sistema monetario che renderebbe attuabile una politica del lavoro diversa e infinitamente più produttiva di quella odierna. 
"E' un tentativo (disperato) da fare. Fallito quello, almeno sappiamo che in Italia il settore del lavoro si merita ciò che gli capita. Con gli operai e i sindacati è stato tutto inutile." ( P. Barnard)
Per chi volesse, e io stesso lo farò, è possibile scrivere a degli imprenditori allegandogli il messaggio di Paolo: a parte tutto, non potranno affermare, in futuro, che " nessuno ce l'aveva detto."

Renato Valusso



giovedì 15 marzo 2012

PROTEO LIBERATO. Poesie di Emanuele Franz.


Cos’è che porta un giovane autore carsico a spingersi fino alla Magna terra di Sicilia, alla ricerca della parola nel senso antico? Logos e Mito, modernità e tradizione classica, razionalità e fantasia, si susseguono, nelle pagine del “Proteo Liberato” di Emanuele Franz (Gemona del Friuli, 1981) edito da Audax Editrice, allo scopo di ritrovare quella forma primitiva ormai perduta dell’essere, causata dall’inevitabile decadenza estetica del nostro tempo. Da G.F. Creuzer a J.J. Bachofen, da Mircea Eliade a Renè Guénon, il mito interpreta la lingua iniziale dell’uomo, rivolgendosi ad una dimensione metastorica colma d’eternità, sulla base di una vera e propria Scuola. Ma per Emanuele Franz, il Proteo, o il mito della “multiformità dell’uomo”, viene reso libero proprio all’interno del rigore stesso del metro poetico, fuggendo via per andare oltre. Ma dove fugge questa divinità marina muovendosi tra tanti significati emotivi? Tenendosi lontano dalla grossolanità, dall’ignoranza, dall’incertezza e dalla leggerezza, Emanuele-Proteo si lascia trasportare da un vento nuovo, in sintonia coi neo cambiamenti culturali dettati dalla nostra contemporaneità, riscoprendo così la bellezza della severità. Definita come l’”Età dell’Autenticità”  quella odierna necessita infatti di serietà e di ritorno alla capacità tecnica, di rigore in chiave attuale. Abbandonato quindi il tempo delle “situazioni”, Emanuele Franz riscopre l’artista dimenticato, come si evidenzia nella bella prefazione di Licio Gelli alla raccolta, in cui il merito dell’Autore “sta nell’aver tenacemente “servito” il fascino mitologico con la sua parola, fatta di accenti musicali che evocano le “nostre” immagini della cetra di Orfeo, del canto delle sirene che sconvolse  Ulisse, dei cori del teatro greco.

Gabriella Martines




mercoledì 7 marzo 2012

SOVRANITA' POPOLARE, DEMOCRAZIA DIRETTA E FEDERALISMO: CONTRIBUTI DI ENZO TRENTIN, GUIDO GROSSI E GIANFRANCO LEONELLI.


Gianfranco Leonelli  La sovranità popolare come recita la Costituzione Italiana è la condizione per cui il popolo è l' unico che può decidere del suo destino. La Costituzione inoltre affida agli organi competenti la definizione degli strumenti attraverso i quali si esplica la sovranità. Alla luce di quanto avviene in Italia non credo che si possa dire che i cittadini possano essere soddisfatti dall'applicazione di questa prerogativa, anzi gli strumenti individuati assegnano quasi esclusivamente ai partiti il carattere di rappresentanza ma questi partiti non solo non rappresentano più la volontà dei cittadini ma non sono più considerati credibili (solo il 4% è soddisfatto del comportamento degli stessi). Quindi la prima domanda che ci dovremmo fare è: che cosa rimane della sovranità popolare ed in base a quale delega i partiti ( ed ora il Governo tecnico) esercitano il potere legislativo? Quindi la seconda domanda: come ridare significato al dettato costituzionale?

Guido Grossi passiamoci una mano sulla coscienza: anche noi cittadini abbiamo smesso di partecipare, di interessarci, di capire e criticare. Abbiamo lasciato tutto in mano ai rappresentanti, mentre ci siamo rinchiusi nel nostro privato.
ora ci risvegliamo accorgendoci che quelli, nel frattempo, hanno occupato le istituzioni, modificato le regole del gioco, e piegato le istituzioni italiane ed europee agli interessi di pochi ricchi, furbi e disonesti.
certo loro sono in mala fede ed hanno una responsabilità grave.
Ma ci serva di lezione: mai distrarci e lasciarli fare..


Gianfranco Leonelli Abbiamo lasciato tutto in mano ai rappresentanti o ci siamo trovati di fronte all'impossibilità di contare qualcosa? Chiunque ha militato in qualche partito negli ultimi 20 anni sa per esperienza che per contare qualcosa si è costretti ad organizzarsi intorno al notabile di turno e quando si è raggiunta una certa visibilità se non si rispetta la logica della "banda" si ripiomba nell'anonimato. Quindi, per me, vanno individuate nuove forme di partecipazione di massa che partano dalla consapevolezza che i partiti attuali sono di fatto personali.


Guido Grossi Gianfranco non ho dubbi sulle colpe della attuale classe dirigente
ma se la gente avesse partecipato sempre attivamente e numerosa.. avrebbe senz'altro trovato il modo di farsi rispettare:non è sbagliata l'"istituzione" partito,
è sbagliato il modo in cui quelli attuali sono stati realizzati. Senza statuti democratici, verticistici.. ormai autoreferenziali.
Nulla vieta di fare un partito veramente democratico e partecipato, che sappia ascoltare i cittadini e rappresentarli.


Gianfranco Leonelli Condivido, Guido in quanto credo nella organizzazione ma credo anche che vada fatta una precisa analisi della forma partito e costruiti nuovi modelli partecipativi più ispirati ai movimenti ed a modelli federativi che alla riproposizione di forme che strutturalmente risultano inadeguate alla partecipazione fattiva.

Si deve riconoscere che l’espressione “democrazia diretta” è affetta da un pleonasmo e che l’espressione “democrazia rappresentativa” costituisce un ossimoro. Dove c’è democrazia, infatti, c’è decisione popolare diretta (nel senso appena indicato). Dove, invece, vi è rappresentanza non v’è democrazia. La distinzione, ben tracciata, di là dall’Atlantico, da James Madison (con la sua opposizione tra la “pure democracy” e la “republic”) trovò, peraltro, la sua più chiara formulazione in Emmanuel-Joseph Sieyès, nel suo decisivo intervento alla Costituente, il 7 settembre del 1789: il “concours immédiat” alle decisioni pubbliche è quello che “caractérise la véritable démocratie” ; il “concours médiat”, invece, “désigne le gouvernement représentatif”. Pertanto, “la différence entre ces deux systèmes politiques est énorme”.

Guido Grossi Questa Unione Europea si sta dimostrando per quello che è: istituzioni complesse e poco trasparenti al servizio dei ricchi e dei potenti. Lontane dai bisogni dei cittadini.
Forse bisognerà davvero uscirne per rifondare l'Europa dei popoli.


Enzo Trentin I partiti post-ideologici sono «illegittimi» nel modo più radicale.
Sotto i loro artigli, lo Stato è diventato uno spazio vuoto, pieno solo del denaro dei contribuenti; una res nullius esposta al saccheggio. 
Per pensare a un rimedio, bisognerebbe essere capaci di ripensare radicalmente la democrazia. E avere il coraggio di pensare a una democrazia senza partiti.
Naturalmente, sentiamo già tutto un insorgere di obiezioni. Democrazia senza partiti! E’ una contraddizione in termini. Oppure una surrettizia proposta totalitaria?
Invece no! 
A proporre una democrazia libera dai partiti fu non già un dittatore, ma Simone Weil. Incaricata, nel 1943, dal governo di De Gaulle in esilio, durante la guerra, di elaborare una forma di costituzione per la Francia futura, essa pensò in modo radicalmente nuovo. A come garantire la libertà da ogni limite: e l’esistenza di partiti era, per lei, il limite più insidioso. 
Il risultato del suoi pensieri è scritto nel suo libro migliore: «L’enracinement» (nell’edizione italiana, «La prima radice»).  Ed anche nel: «Manifesto per la soppressione dei partiti politici»
Vi si legge: 
«Dovunque ci sono partiti politici, la democrazia è morta. Non resta altra soluzione pratica che la vita pubblica senza partiti.» 

Bisogna creare un'atmosfera culturale tale, dice Simone Weil, che «un rappresentante del popolo non concepisca di abdicare alla propria dignità al punto da diventare membro disciplinato di un partito». Simone Weil respinge l’obiezione che l’abolizione dei partiti avrebbe colpito la libertà d’associazione e d’opinione. «La libertà d’associazione è, in genere, la libertà delle associazioni», contro quella degli esseri umani. 

Infatti, «la libertà d’espressione è un bisogno dell’intelligenza, e l’intelligenza risiede solo nell’essere umano individualmente considerato. L’intelligenza non può essere esercitata collettivamente, quindi nessun gruppo può legittimamente aspirare alla libertà d’espressione.»


martedì 6 marzo 2012

IL PARTITO CHE NON C'E': proposta di Guido Grossi. Attendiamo le opinioni dei Lettori.


Siamo lavoratori dipendenti, pubblici e privati. Siamo produttivi volenterosi e responsabili. Non vogliamo essere sfruttati.

Siamo artigiani, imprenditori di dimensioni medio piccole e liberi professionisti onesti, disposti a pagare giuste tasse e ad operare sempre alla luce del sole. Vogliamo lavorare e dare lavoro.

Siamo disoccupati, troppo spesso giovani e donne, precari, lavoratori in nero: vogliamo un lavoro anche faticoso e impegnativo ma che sia lo strumento del nostro vivere con dignità.

Siamo pensionati, titolari di pensioni medio basse; abbiamo lavorato una vita ma ci sentiamo ancora utili.

Siamo cittadini che credono ancora ostinatamente nella legalità, nella democrazia, nella solidarietà verso i più deboli, nel rispetto dell'ambiente che ci ospita.

Pretendiamo, ora, una diversa giustizia sociale.


Il nostro lavoro produce tutta la ricchezza reale. Il nostro impegno realizza il vero benessere per la collettività. Un sistema perverso fa finire tutto nelle tasche di pochi ricchi, furbi e disonesti.



Desideriamo costruire una società dove la dignità della persona umana, la solidarietà fra i cittadini ed i popoli, il rispetto per l’ambiente, siano posti concretamente ben al di sopra degli interessi economici di pochi privilegiati.

Non abbiamo paura della democrazia, vogliamo partecipare. Reclamiamo il nostro diritto ad essere pienamente informati. Scegliamo, responsabilmente, di esercitare la sovranità che ci appartiene.

I partiti attuali non ci rappresentano, non ci ascoltano, ignorano i nostri bisogni. Prevaricano la nostra volontà, quando ci consentono di esprimerla. Scaricano sempre e solo su di noi i costi delle loro scelte dissennate e corrotte. Loro sono la vera antipolitica.

Abbiamo deciso di riappropriarci della nostra sovranità per trasformare in maniera democratica la società in cui viviamo attraverso le forme pacifiche e legali previste dalla Costituzione. Per rendere giusta ed accettabile la nostra civile convivenza.

Non utilizziamo le etichette di destra, sinistra, centro, perché sono state mistificate e perché abbiamo capito che vengono utilizzate, oramai, solo per dividerci.

Che nessuno osi accusarci di qualunquismo: sappiamo esattamente da che parte stare: dalla nostra.

Per questo, abbiamo fondato un partito che stia sempre dalla nostra parte, senza se e senza ma.


Speriamo ardentemente che i partiti attuali facciano sul serio la riforma della legge elettorale mettendo una elevata soglia di sbarramento.. così ce ne sbarazzeremo una volte per tutte di questa classe dirigente corrotta e auto referente, e dei partiti che hanno occupato.

Se sei disposto ad impegnarti in prima persona per realizzare, insieme ad altri tuoi pari,  una vera rivoluzione sociale, economica e democratica, sei il benvenuto.


Obiettivi prioritari

superamento delle istituzioni del neo liberismo;
piena occupazione e giusta retribuzione del lavoro;
riforma della politica; 
solidarietà e giustizia sociale;
politica estera di pace e collaborazione
modello interno a democrazia diretta e partecipata


Da contrapporre ai falsi miti della società attuale:

Il profitto ed il PIL
la competizione internazionale e l’autorità degli organismi sopra nazionali  
Ia libertà di movimento di capitali e merci
l’efficienza del privato e della grande dimensione aziendale
la rinuncia alla sovranità a favore dell'attuale Europa dei mercanti e delle banche

Perché è ormai evidente che dietro gli slogan si nascondono gli interessi di pochi, ricchi, furbi e disonesti.

Punti programmatici.

La società civile ha già elaborato studi e proposte concrete in ognuno dei settori evidenziati. Valide, semplici, attuabili. Discutiamole, scegliamo le migliori. Mettiamole insieme in un grande partito che stia, finalmente, dalla parte dei cittadini.


A)  Sostituzione del modello neo liberista

1)  Eliminazione degli strumenti di predominio della finanza sul lavoro e sulla produzione di beni reali e servizi utili.
Ripristino della sovranità monetaria attraverso la revisione dei trattati sull’Unione Europea. Se necessario, uscire da questa Unione Europea per favorire la creazione di una Europa dei popoli e dei cittadini.
Pubblicizzazione della banca centrale e delle principali banche del paese. Separazione delle banche che gestiscono depositi e prestiti dalle banche di investimento che negoziano titoli e derivati. Regolamentazione rigida dei mercati finanziari e forte limitazione dell’uso dei derivati. Controllo dei capitali in entrata/uscita. Tobin tax.

2) Revisione dei trattati internazionali.  Revisione dei trattati commerciali con paesi che sfruttano il lavoro e l’ambiente. Revisione dei trattati relativi a Fondo monetario Internazionale, Banca Mondiale, Organizzazione Mondiale per il Commercio. Chiusura dei rapporti bancari e commerciali con i paradisi fiscali ed i paesi che mantengono il segreto bancario.

3) Messa in sicurezza del debito pubblico.
Interventi urgenti per riportarlo in ambito domestico e sottrarre il paese dai ricatti dei mercati finanziari internazionali:
- acquisti delle famiglie italiane garantite da patrimonio pubblico;
- acquisti forzosi su capitali espatriati
Piano di rientro di lungo termine fondato su: 
- ristrutturazione della spesa pubblica improduttiva (corruzione, grandi opere inutili) a favore di investimenti produttivi nell’economia reale che producano una crescita sana
- Tassazione dedicata: patrimoniale periodica e tassa sulle transazioni finanziarie.

4) Legge sulla responsabilità sociale, civile, penale e ambientale dell’impresa.
Limiti alla grande impresa privata. Trasparenza delle catene di conrollo. Trasparenza degli atti e del bilancio  economico e del bilancio sociale. Revisione dei trattati che consentono alle multinazionali di eludere il fisco. Dazi sui prodotti della aziende che delocalizzano. 

5) Sostituzione del PIL. Creazione di indicatori di soddisfazione sociale


B) Piena occupazione ed equa retribuzione del lavoro

1)  Revisione della legislazione sul lavoro.
Contratto di ingresso unico non superiore ai sei mesi e non rinnovabile, con due mesi di prova. Poi si trasforma: tempo indeterminato o determinato. Il contratto a tempo determinato costa di più. Fissazione di minimi e di massimi retributivi. Effettiva possibilità di licenziamento per giusta causa. Difesa delle pensioni minime. Tetto alle pensioni massime.

2) Piano nazionale per la piena occupazione entro 5 anni.
Investimenti mirati nei settori ad alta intensità di lavoro e di dimensioni medio piccole attraverso piani nazionali di settore (scuola pubblica e ricerca universitaria di base, agricoltura eco sostenibile, piccola distribuzione, rete energetica da fonti rinnovabili, valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, infrastrutture turistiche, infrastrutture digitali, messa in sicurezza idrogeologica del territorio, sistema trasporti, ristrutturazione patrimonio immobiliare aree a rischio, ciclo integrato della gestione rifiuti).

3) Liberalizzazione dell’iniziativa economica di dimensioni medio piccole.
Agevolazioni fiscali, procedurali e creditizie. Liberalizzazione completa delle professioni. Divieti di vincolo tariffari. Le competenze degli ordini professionali passano allo Stato.


C)  Riforma della politica

1) Modifiche alla Costituzione
Le modifiche alla Costituzione ed i trattati internazionali che comportano limitazione di sovranità devono essere sottoposti sempre a referendum popolare.
Completamento degli strumenti della democrazia diretta. Referendum consultivo propositivo e abrogativo senza quorum e senza limiti di materia con effetto vincolante.

2) Trasparenza della PA e lotta alla corruzione.
Legge sugli organismi pubblici di controllo democratico per assicurare l'obbligo di pubblicità integrale dei principali atti della Pubblica Amministrazione, delle posizioni di conflitto di interessi, dei costi degli organi pubblici. Adozione di siti internet interattivi a disposizione di tutti per l’accesso e l'approfondimento delle informazioni.

3) Revisione della legge elettorale.
Collegio unico nazionale. Scelta del nome del candidato sempre e comunque. Possibilità di candidature individuali. Sistema proporzionale con sbarramento al 2%. Divieto di candidare persone condannate o rinviate a giudizio. Introduzione della revoca del mandato elettorale (recall).

4) Legge quadro sugli statuti dei partiti e dei sindacati a garanzia della democrazia interna.
Riduzione del trattamento economico dei rappresentanti e drastica riduzione dei costi degli organi costituzionali. Limiti dei mandati elettorali. Riduzione dei rimborsi elettorali all’80% delle somme documentate e tetto massimo alla spesa sostenibile per la campagna elettorale.

5) Definizione chiara delle disponibilità finanziarie e delle autonomie degli enti locali. Semplificazione amministrativa degli eni locali.


D)  Solidarietà e giustizia sociale

1) Riforma Fiscale.
Basata sulla capacità contributiva e la progressività delle aliquote (proposta associazione art. 53). Deducibilità delle spese documentate necessarie al mantenimento. La progressività deve riportare le differenze di reddito fra i più ricchi e i più poveri ad un livello accettabile. Emersione dell’economia sommersa attraverso la tracciabilità delle spese deducibili.

2) Riforma ammortizzatori sociali.
Sussidio di disoccupazione per max 4 - 6 mesi. Poi, obbligo di lavori socialmente utili con salario minimo.

3) Sanità pubblica.
Divieto di finanziare la sanità privata. Fine delle convenzioni. Concorsi trasparenti e controllo democratico sulla gestione degli enti pubblici ospedalieri.

4) Scuola pubblica e ricerca universitaria.
Divieto di finanziare la scuola e l’università privata. Concorsi trasparenti basati su capacità tecniche ma anche attitudinali all’insegnamento.

5) Giustizia.
Rafforzamento degli organici.
Riduzione a due livelli processuali. Revisione del codice penale per renderlo più coerente con la reale sensibilità sociale.


E) Politica estera di pace e collaborazione

1) Revisione della politica militare. 
Ripudio della guerra e degli strumenti di offesa. Investimenti per la difesa diffusa. Ripristino del servizio militare/civile obbligatorio.

2) Revisione dei trattati sull’Unione Europea.
Bisogna scegliere: o i popoli europei decidono coraggiosamente di fare il salto qualitativo verso la Federazione degli Stati Europei, basata su una Costituzione democratica e sulla sovranità popolare. Oppure, è meglio uscire dall’attuale modello istituzionale che è diventato un luogo anti democratico al servizio del business internazionale.

3) Accordi strategici
In particolare con i paesi dell’area mediterranea. Investimenti di solidarietà nei paesi del nord Africa, a fondo perduto e utilizzabili solo da imprese locali. Accordi commerciali. Accordi culturali per la reciproca conoscenza delle lingue e delle culture.


. *   *   *


Il nuovo partito deve attuare al suo interno un metodo basato sulla democrazia diretta e partecipata.

Basato sui seguenti principi.

Predisposizione di sito internet a carattere interattivo che consenta la discussione partecipata e la votazione da parte di tutti gli iscritti.

1) condivisione del programma
Il programma è sottoposto a discussione partecipata, ed a votazione periodica, aperta a tutti gli iscritti. Sia nel suo impianto, sia relativamente ad ogni proposta.

2) struttura interna.
Individuazione della struttura interna - se serve - con definizione dei livelli territoriali e centrali, mediante apposita discussione e votazione.
Gli organi interni saranno sempre scelti con votazione aperta a tutti gli iscritti.

3) scelta dei candidati.
I candidati alle elezioni saranno sempre scelti con votazione interna aperta a tutti gli iscritti. 
I candidati locali saranno scelti dagli iscritti locali. I candidati nazionali saranno scelti, invece, da tutti gli iscritti.

4) Nome e simbolo del partito saranno scelti con votazione aperta a tutti gli iscritti 


Se esistesse un partito con queste caratteristiche e questo programma, lo voteresti?

Hai delle idee e delle modifiche da proporre?


giovedì 1 marzo 2012

MMT PEOPLE: IL VIDEO DEL SUMMIT DI RIMINI


Amici, vi posto il video del Summit MMT girato a Rimini dal film-maker Thomas Wild Turolo per Qui Libera Italia: si tratta di un viaggio in mezzo alle aspettative, al desiderio di conoscenza, alle emozioni dei partecipanti, di una narrazione delle prime impressioni e delle riflessioni successive, raccolte a "caldo" dalla viva voce della gente che ha risposto all'appello lanciato dal giornalista Paolo Barnard sul suo sito lo scorso mese di dicembre, un invito a venire ad ascoltare cinque importanti economisti che hanno saputo catturare l'attenzione di oltre duemila presenti per un intero fine settimana, per offrire loro una nuova visione dell'Economia, del senso dello Stato (che la nostra società sta perdendo sempre più) e soprattutto della Democrazia.

Renato Valusso





Guarda il video su YouTube 


mercoledì 29 febbraio 2012

CIVIDALE: SENZA PAGA DA 5 MESI, PROTESTANO SULLA GRU. QUIUDINELIBERA SOSTIENE LA LORO LOTTA.

Cari Amici, in un Paese come l'Italia, nella morsa di una crisi economica che ci ha condotto sull'orlo del default e capitanato da un governo pro-business impostoci dall'UE, un Paese dove il Capo della Polizia Antonio Manganelli si porta a casa oltre 621mila Euro l'anno (v.) e in cui abbiamo un Quirinale che ci costa il doppio dell'Eliseo e 6 volte la Corona d'Inghilterra (v.qui) e in cui i parassiti incravattati che stanno al governo impastoiano il decreto che fissa il tetto degli stipendi dei manager della pubblica amministrazione a 294 mila euro annui ( poverini, come faranno!) assistiamo alla possibile condanna fino a 3 anni di reclusione per due operai che, senza stipendio da 5 mesi, lunedì 27 febbraio a Cividale del Friuli, hanno fatto quello che, in condizioni analoghe, in realtà dovremmo fare tutti: leggete l'articolo.
INSOMMA, HANNO SEMPLICEMENTE PROTESTATO CON ENERGIA E SENZA ALCUNA VIOLENZA.
QUIUDINELIBERA SI IMPEGNA A SOSTENERE LA GIUSTA PROTESTA DI CASCOSCHI E DI PASQUALI, REI SOLO DI ESSERE DEGLI UOMINI DEGNI DI QUESTO NOME NEL MEZZO DI UNA CITTADINANZA OGNI GIORNO PIU' IMBELLE E ASSOGGETTATA ALL'INGIUSTIZIA SOCIALE PIU' SQUALLIDA E INFAME.
SE ANCHE CHI LEGGE LA PENSA ALLO STESSO MODO, VI INVITO A SCRIVERCI A perilfuturo@libero.it E A UNIRVI ALLA NOSTRA LOTTA PER RECUPERARE E DIFENDERE LA DIGNITA' DI CHI LAVORA.

Renato Valusso


martedì 28 febbraio 2012

Friuli e disoccupazione: combattere o morire.

Di questi giorni in Friuli un grave fatto di sangue scaturito da un disagio psichico legato probabilmente anche alla paura, diffusa ormai tra molti, di perdere il posto di lavoro.
Maurizio Lenarduzzi, 42 anni, di Maniago, operaio in una legatoria, ha assassinato la madre 70enne, infermiera in pensione, a coltellate, nel tardo pomeriggio di venerdì 24 febbraio, nella casa in cui i due convivevano ( Leggi l'articolo).
Per quanto in casi come questo l'elemento disoccupazione, o la paura di restare senza lavoro, possano essere visti come una concausa più che come causa principale della crisi psichica che può condurre a gesti estremi, omicidio ma più spesso suicidio, appare innegabile che la grande incertezza sul proprio futuro possa portare anche persone non necessariamente fragili a momenti di disperazione.
Alcuni freddi dati sul fenomeno dei suicidi legati alla disoccupazione e alla crisi economica.
Un suicidio al giorno tra i disoccupati e record di casi per motivi economici. Una ricerca dell'Eures, istituto di ricerche economiche e sociali, relativa al 2009, delinea un aumento dei suicidi legati alla crisi economica. 
Dallo studio è emerso infatti l'aumento di suicidi tra i disoccupati, quasi sempre per motivi economici. Si tratta di un fenomeno aumentato a dismisura nel corso degli ultimi 30 anni e che, nel 2009, ha raggiunto il record: 357 morti, uno al giorno. Persone, cioè, che non hanno resistito alla frustrazione, alla disperazione e alla difficoltà di tirare avanti senza un lavoro. Sono i cosiddetti "suicidi della crisi", il 5,6 per cento in più dell'anno precedente. 
L'incremento assoluto del numero dei suicidi, in controtendenza rispetto al biennio precedente, investe sia le donne (+1,6 per cento) sia gli uomini (+5,6 per cento), ma l'incidenza della componente maschile (78,5 per cento) raggiunge nel 2009 il valore più alto mai registrato negli ultimi decenni.
Ciò che preoccupa di più è proprio il crescente rilievo della "matrice" economica: 272 dei disoccupati suicidi nel 2009, cioè 3 su 4, erano soggetti espulsi dal mercato del lavoro. E in ogni caso il lavoro "anche in termini relativi costituisce un vero e proprio discrimine nella lettura del fenomeno": nel 2009 si sono registrati ben 18,4 suicidi ogni 100mila disoccupati contro 4,1 tra gli occupati.
A pagare sono soprattutto gli uomini, dato che il suicidio per ragioni economiche rappresenta un fenomeno quasi esclusivamente maschile (precisamente il 95 per cento dei casi nel 2009). 
La perdita di identità dovuta alla mancanza di indipendenza economica è dunque la causa principale che spinge i disoccupati al gesto estremo. Piccoli o medi imprenditori lasciati soli dallo Stato e impotenti di fronte al crollo delle loro attività o giovani sfiduciati che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro. Il dato forse più allarmante è che lo studio riguarda il 2009, quando buona parte dell'Italia non era ancora consapevole di quanto fosse profonda e avanzata la crisi economica all'interno del Paese.

La disoccupazione e la precarietà cronica sono due facce dello stesso mostro, questa crisi economica che in buona parte si sarebbe potuta evitare, visto che altro non è che il tragico risultato di speculazioni finanziarie "giocate" sulla pelle dei popoli e chiunque capisca un po' di economia difficilmente potrà confutare in buona fede questa mia affermazione.
Ma tant'è: la situazione occupazionale in Italia e anche da noi in Friuli è quella che è.
E allora, che fare? di recente, come i lettori più affezionati di questo blog sanno, noi di Quiudinelibera abbiamo voluto partecipare al Summit MMT di Rimini, voluto dal giornalista Paolo Barnard, che ha portato in Italia un team di importanti economisti per illustrare ai cittadini attivi che si interessano delle questioni dell'economia la possibile applicazione della Modern Money Theory al nostro sistema economico e monetario e quelle che potrebbero essere le implicazioni positive che ne deriverebbero per l'occupazione e lo stato sociale del Paese.
Ovvio però che una soluzione di questa portata, posto che fosse possibile applicarla, solo per poter trovare la possibilità di essere proposta al governo, nella remotissima eventualità che chi comanda in Italia e in Europa prenda minimamente in considerazione la cosa, comporta tempi che sono impensabili per i moltissimi che già sono nella morsa della disoccupazione e del disagio sociale.
Allo stesso modo, non ci sembrano granché le proposte di altri gruppi, che si limitano a rivedere le misure, assolutamente insufficienti e inadeguate, messe in campo dallo Stato e dalle Regioni più che altro come blandi palliativi che come soluzione autentiche alle problematiche sociali suesposte.
Mobilità più o meno in deroga: sì, ma fino a quando?
Lavori di pubblica utilità: idem con patate.
Formazione: per chi, se l'industria privata e l'artigianato locali licenziano invece che assumere?
E poi: possiamo andare tutti a fare i panettieri? o i parrucchieri? o i muratori?
Stronzate.
La realtà è che servono nuove idee, nuove proposte per creare lavoro sul territorio, battendoci nel contempo con forza, e senza fare inchini a nessuno, per ottenere la modifica di leggi che la cricca di grandi finanzieri che guida quest'Unione Europea delle banche e delle multinazionali prima e la schiatta imbelle dei nostri politici poi hanno adottato senza darsi alcun pensiero sulle tragiche conseguenze che tali scelte avrebbero comportato per le masse.
Ad esempio, la proposta per combattere la disoccupazione di lunga durata avanzata dalle pagine di questo blog dal Dott. Andrea Meneghetti (v.) non viene considerata, malgrado balzi agli occhi di un bambino che essa rappresenta un'ottima idea, superiore a tante minchiate finanziate con soldi pubblici, proprio perché le leggi italiane e sovranazionali imposte e non democraticamente discusse con i popoli vanno in tutt'altra direzione.
Sempre più soldi a chi ne ha già tanti e chi non ce la fa...vedremo ( = chissenefrega).
In attesa di organizzarci per trovare delle vie d'uscita a quest'obbrobrio sociale e giuridico, lancio un appello a chiunque legga queste righe e voglia collaborare con Quiudinelibera per muoverci in questo senso: quindi non tanto tentare di migliorare quelle che sono già delle fregature in partenza o dei patetici rappezzi quanto creare delle iniziative concrete di lavoro sul territorio, anche intervenendo sulle leggi per consentire un maggiore spazio di manovra a realtà di questo genere.
A risentirci a presto.

Renato Valusso