mercoledì 16 novembre 2011

COSTRETTO A EMIGRARE A 55 ANNI PER TROVARE LAVORO

Questa che state per leggere può sembrare una storia d'altri tempi, ma non è così: è una delle non poche testimonianze che Quiudinelibera ha raccolto in questi ultimi mesi, attraverso le mail di molti lettori, nel corso della campagna di sensibilizzazione e di informazione sui temi sociali che stiamo portando avanti e che sta rivelando sempre di più un Friuli e un'Italia nascosti, pressoché ignorati dai media ufficiali, che trattano della crisi economica esclusivamente a colpi di "spread" e di "rating", quasi che dietro a questi aridi termini del gergo finanziario non ci fossero milioni di persone, di famiglie, di vite umane, spesso in grande difficoltà.
                   
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Buongiorno, mi chiamo Franco, ho 55 anni e scrivo dal Belgio.
Qualche giorno fa mi trovavo a Udine e camminando mi sono "inciampato" nel vostro volantino "Uno, Nessuno e Centomila".  Provo in due righe  molto semplici a raccontare la mia esperienza anche se davvero non so a cosa possa servire. 
Nella mia vita ho sempre lavorato, senza mai chiedere niente a nessuno. Assieme a mia moglie, nel '99 decidiamo di iniziare un'attività in proprio, durata 10 anni e cessata purtroppo per il mancato lavoro, tenendo presente che gli ultimi due sono stati una sofferenza giornaliera perché prima di rinunciare abbiamo provato tutto quello che sapevamo e potevamo fare, rinunciando a tutto, nel vero senso della parola.
Comunque sia, il 2010 finisce l'attività e restano solo debiti, vergogna e un senso di impotenza distruttivo.
Ma quello che mi ha fatto piu male è che davvero in questa situazione ci siamo trovati soli: ho provato (dico "ho" perche mia moglie era sprofondata in un profondo esaurimento e quindi in tutto ero solo) a bussare a tutte le porte per trovare una soluzione.
Il risultato lo potete immaginare.
Ora sono in Belgio e vi assicuro che la situazione lavorativa è forse peggiore che in Italia però qui, che tu sia belga o straniero, un aiuto c'é sempre. Un piccolo esempio:quando sapevo di partire già da qualche mese e quindi mi ero dato da fare per imparare un po' il francese, l'Acli mi chiedeva la modica somma di euro 380(e chi li aveva?), i corsi a un'euro l'ora stranamente non disponibili. 
Qui vado a scuola di francese pagando 5 euro al mese e, visto che anche qui la mancanza di lavoro è molto sentita, potrei chiedere la disoccupazione, riconoscendomi gli anni lavorati in Italia, cosa che non so se farò perché non sono venuto qui per chiedere la carità ma a cercare un'opportunità di lavoro per poter pagare quello che devo (e non dimentico di ringraziare Equitalia).
Vi ringrazio per la Vostra ospitalità. 


Caro Franco, Grazie a Te per la Tua testimonianza, utilissima per comprendere e far comprendere a molti, ingannati da un'immagine falsata della realtà italiana e del Friuli, come stanno davvero le cose in questo nostro travagliato Paese e in questa Europa, il cui sistema economico mostra ogni giorno di più la sua iniquità.
Naturalmente, non posso che augurare a Te e a Tua moglie un futuro migliore e, nel farlo, Ti chiedo di non perderci di vista: sia che Tu resti in Belgio sia che decida di far ritorno a Udine, tutte le notizie "in presa diretta" sono da noi gradite.
Restando a disposizione per qualsiasi necessità che noi di Quiudinelibera possiamo, nel nostro piccolo, contribuire a soddisfare, Ti saluto con Amicizia.
Mandi
Renato Valusso



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