Cari Amici di Quiudinelibera, mi dispiace ma in queste dimissioni non ci vedo poi granché da gioire.
Innanzitutto, non è stato il voto popolare a sconfiggere Berlusconi, ma delle quotazioni dei mercati finanziari: questa non è una vittoria della gente comune che democraticamente boccia con il suo voto un premier da due soldi bucati e il suo entourage, ma è il trionfo dell'egemonia finanziaria europea che, minacciando una nazione un tempo sovrana e ora burattino delle banche e delle multinazionali, obbliga alle dimissioni un capo di governo che, se in questo Paese fosse esistita un'opposizione degna di questo nome, non sarebbe mai diventato tale.
Un premier indegno stacca finalmente la spina, per lasciare spazio a un nuovo esecutivo cosiddetto "tecnico", capitanato da un servo di alto livello del grande potere finanziario, nominato senatore a vita da una specie di presidente della repubblica che ha ancora il coraggio di spacciarsi per un uomo della sinistra, un esecutivo che annovera al suo interno nomi come quello di Giuliano Amato, ad esempio, un vecchio delinquente che ha militato nel partito di quel ladro di Bettino Craxi e fatto danni a non finire.
Non vedo alcuna ragione di essere contento.
Condoglianze per Silvio Berlusconi, condoglianze per il popolo italiano.
Renato Valusso
Berlusconi era un risultato, non la causa di un problema. Il problema esiste ancora (il berlusconismo che ha prodotto come risultato Berlusconi).
RispondiEliminaE siccome non c'è limite al peggio, mi unisco alla "sobrietà" di Renato Valusso.