Sentenza Thyssen: il 15 aprile 2011 la Corte d'assise di Torino ha condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario l'amministratore delegato della ThyssenKrupp Harald Espenhahn, per la morte di sette operai dell'acciaieria di Torino che nella notte fra il 5 e il 6 dicembre del 2007 perirono in un incendio divampato in modo incontrollabile a causa della negligenza colpevole dell'azienda nel mettere a punto dei validi sistemi di sicurezza.
Tredici anni e sei mesi ai dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci, al direttore dello stabilimento torinese Raffaele Salerno e al responsabile sicurezza Cosimo Cafueri, imputati di omicidio colposo con colpa cosciente; 10 anni e dieci mesi (l’unica pena superiore alle richieste della pubblica accusa) al dirigente Daniele Moroni.
Si tratta di una sentenza epocale, che potrebbe cambiare la storia della giurisprudenza italiana in materia di lavoro.
Era ora: basta con lo speculare sulla salute e l'incolumità dei lavoratori, come se, nel caso specifico, sette vite umane valessero meno dei 20.000 euro che la ThissenKrupp avrebbe dovuto investire per l'impianto anti-incendio, mai realizzato.
Una cosa è venire incontro alle legittime richieste di agevolazioni delle imprese per consentire lo sviluppo economico, altra cosa è permettere alle stesse di farla franca troppo facilmente quando nella cieca corsa alla concorrenza si trascura il rispetto della vita umana.
R. V.
martedì 19 aprile 2011
UNA SENTENZA CHE FA STORIA
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