mercoledì 27 aprile 2011

Friuli e crisi economica: pensare per agire o non sapere cosa fare?

Il Messaggero Veneto di oggi così titola: "Povertà, in regione sono 130mila i pensionati a rischio" e di seguito "Sono gli anziani che in Friuli Vg vivono con 520 euro il mese. L’appello del Capla(Coordinamento associazioni pensionati lavoratori autonomi, n.d.r.): serve un tavolo con la Regione."
Già in un articolo pubblicato sempre dal Messaggero Veneto nel marzo del 2010 si riferiva di diecimila richieste di aiuto economico al Comune nella sola Udine da parte di singoli e di famiglie in difficoltà e tutto lascia intravedere che stiamo parlando di un fenomeno in aumento.
Oramai è chiaro che nemmeno il Friuli può continuare a considerarsi un'"isola felice" e la morsa della penuria occupazionale e retributiva si fa sentire ogni giorno di più: nel contesto di crisi generale e nello specifico delle nostre realtà locali dobbiamo preoccuparci tutti di individuare delle soluzioni almeno a breve e a medio termine per affrontare una situazione che, se trascurata ulteriormente, imploderà su se stessa con gravi conseguenze per migliaia di famiglie.
Ancora una volta, noi di quiudinelibera chiediamo a Voi lettori di questo blog di farci pervenire per via posta elettronica, alla casella perilfuturo@libero.it  le Vostre opinioni e le eventuali Vostre proposte per combattere la crisi, la disoccupazione crescente, la precarietà del lavoro sul territorio friulano. 
Qualunque idea è buona, dalle ipotesi di realizzazione di attività autonome, a modi nuovi ed innovativi, o anche semplicemente artigianali, di risparmio e di investimento.
Non aspettiamoci risposte da altri se prima non abbiamo cercato di tirare fuori le nostre.
Scrivete, chiedete, proponete: assieme potremo valutare meglio i confini tra fattibile ed irrealizzabile e riconoscere con più chiarezza i percorsi da seguire.
Se un problema riguarda la vita di un Popolo sarà proprio dal Popolo stesso che dovranno giungere le prime indicazioni per delle soluzioni, almeno nell'immediato.

 Renato Valusso
                 (attivista di quiudinelibera)    

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