giovedì 28 aprile 2011

Libia: bombardiamo? Oggi no, domani sì

Evviva! Dopo il baciamano e le genuflessioni del governo italiano a Muammar Gheddafi seguite, dopo lo scoppio della guerra civile in Libia, dalla supina adesione alle direttive della Nato adesso l'Italia va a braccetto con la Francia, il Paese leader della coalizione dei volenterosi per il petrolio e si uniforma alla decisione di bombardare le postazioni dell'ex socio nordafricano del Negus de noantri.
Basta, è ora di finirla di ficcarci dentro a tutte le guerre volute in primis dai potentati economici occidentali, in Libia così come in Iraq e in Afghanistan: se partecipazione italiana ci deve essere che consista nell'incentivare l'azione diplomatica e di pace, nel creare dei corridoi di aiuti umanitari e nel fornire assistenza sanitaria alle popolazioni così duramente colpite.
BASTA con il bruciare le vite dei nostri soldati e quelle di altri esseri umani.
BASTA con lo sperpero di oceani di denaro dei cittadini, che dovrebbe invece essere utilizzato per ben altre cause, per finanziare le missioni militari.
BASTA con lo schifo di giustificare distruzione e morte con il pretesto di voler aiutare i popoli oppressi per ammantare di nobili propositi la SETE DI POTERE E L'AVIDITA'.
FUORI L'ITALIA DA TUTTE LE GUERRE.
Portiamo del cibo, distribuiamo medicine, forniamo protezione alla gente inerme, invece di lanciare missili e di sganciare bombe in ossequio ai nostri alleati (o padroni) europei e americani.

      R. V.

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