venerdì 29 aprile 2011

Biancardi (lo sceriffo di Udine): pericolo pubblico

Carissimi,

la misura e' colma! Sono davvero preoccupato dalle (continue) esternazioni del Procuratore della Repubblica Biancardi. Senza il minimo buon senso e rispetto delle sensibilita' degli altri: in poche parole un macellaio!

Mi riprometto di trovarne altre di sue uscite giornalistiche (ce ne sono state molte), ma per il momento gustatevi questa. La trovate in fondo all'articolo che vi "incollo". Ve lo metto tutto perche' possiate capire la complessita' della vicenda, la drammaticita' della stessa e le soluzioni meschine di questo personaggio che dovrebbe essere al servizio della comunita' che invece sembra considerare come una sua propaggine, un suo territorio.

Andrea Meneghetti

UDINE. Dalla fuga nella campagna friulana, al collocamento in una casa-famiglia di Udine. Non c'è pace per Francesco Romanelli ed Emanuela Giaretto, i genitori di Gheorghi Paolo, l'11enne che, martedì, si era allontanato da casa facendo perdere le proprie tracce e che i carabinieri hanno ritrovato 27 ore dopo, mentre vagava in una stradina parallela al Cormor, a Mortegliano.
Invece che nell'abitazione di Bressa di Campoformido, dove abita da sette anni con la famiglia adottiva, il ragazzino, originario della Siberia, fin dalla sera del ritrovamento è stato affidato a una struttura cittadina dedicata all'ospitalità dei minori. La misura, che ha carattere provvisorio, è stata adottata dai Cc del Nucleo investigativo, comandato dal capitano Fabio Pasquariello, alla luce della relazione che, proprio nella giornata di martedì, i Servizi sociosanitari del Comune di Udine, che da tempo seguono Gheorghi Paolo, avevano inviato al tribunale dei minori di Trieste. Nel fascicolo, erano stati gli stessi psicologi, che ben conoscono il carattere e le problematiche del giovane, a proporre alla magistratura il ricorso a un provvedimento che, ferma restando la potestà genitoriale, ne disponesse il trasferimento in una comunità di tipo familiare. Ossia, in un ambiente "neutro".
Nel motivare l'azione, il capitano Pasquariello ha ricordato i frequenti episodi di fuga attuati dal ragazzino nell'ultimo periodo - sette in soli sei mesi, l'ultimo dei quali sabato 23 -, riconoscendovi altrettanti segnali di disagio e di pericolo per la sua stessa sicurezza. Sarà il pm dei minori, al quale ieri sono stati inviati gli atti, a prendere ora in mano il caso e valutare il da farsi. Compresa l'eventuale conferma della sorveglianza speciale all'interno della casa-famiglia.
Di Gheorghi Paolo si era occupato anche l'Ufficio minori della Questura. Era stata la coppia friulana, qualche tempo dopo il suo arrivo da Celjabinsk, nella Russia siberiana, a cercare nel personale della polizia e nella rete dei servizi sociali comunali l'aiuto necessario a gestire il carettere particolarmente vivace del bambino. Iscritto all'ultimo anno della scuola elementare di Campoformido, Gheorghi Paolo è stato descritto come un ragazzino sveglio, intelligente e iperattivo, oltre che insofferente alle regole, come spesso accade in età preadolescenziale.
Tratti caratteriali che sarebbero stati all'origine delle sue frequenti "scappatelle". Ultima in ordine di tempo, quella di martedì, quando, in mountain-bike, si era allontanato dall'azienda del nonno, a Basaldella. A corto di denaro e senza scorte di cibo, nè cambi per la notte, ai carabinieri che lo hanno rintracciato ha raccontato di avere cercato di raggiungere il mare, ma di avere poi desistito a causa della distanza. Parlando con una psicologa, in passato, aveva confessato di improvvisare le sue fughe anche per il semplice gusto di vedere quanto tempo, genitori e soccorritori, avrebbero impiegato a ritrovarlo. Una scommessa che, l'altro giorno, ha finito però per "costare" a lui l'emozione di una notte all'addiaccio e, ai familiari, l'ennesimo spavento.
Attraverso il proprio legale, avvocato Ferjan De Vittor, intanto, i genitori hanno voluto rinnovare il ringraziamento alle forze dell'ordine e a tutti coloro che hanno contribuito a fare loro riabbracciare il piccolo e confermare la disponibilità a collaborare con le strutture predisposte sulle problematiche adolescenziali evidenziatesi «nell'esclusivo interesse - hanno concluso - del proprio figlio».
Ma ci sono anche altre reazioni ufficiali. «È veramente difficile accettare che per un fatto del genere siano state spese così tante energie fisiche ed economiche da parte di chi dovrebbe occuparsi di problemi ben più gravi. Chi pagherà l'elicottero e la benzina che non abbiamo per le ricerche? Forse se il conto fosse addebitato a chi doveva controllare quel ragazzino in futuro si eviterebbero altri sprechi». Non fa sconti il procuratore di Udine Antonio Biancardi.
E auspica che fatti del genere non si ripetano più. «A un certo punto - rivela - si stava addirittura per riunire il comitato per la sicurezza con prefetto, questore e colonnelli di carabinieri e guardia di finanza. Mi indigno se penso che per le ricerche è stata mobilitata la Protezione civile e anche tutte le forze dell'ordine oltre alla magistratura. E tutto questo per l'ennesimo colpo di testa di un 11enne che, mi si dice, si era allontanato anche altre volte di casa. Certo, ci sarebbero potuti essere anche risvolti drammatici, ma la verità è che ogni tanto giovani e giovanissimi vogliono attirare l'attenzione».
E in questi casi per Biancardi non è possibile mobilitare centinaia di persone. Non solo. Secondo il procuratore bisognerebbe anche estendere l'imputabilità. Oggi infatti i minori di 14 anni non possono essere chiamati a rispondere delle conseguenze penali delle loro azioni e per i minori che hanno dai 14 ai 18 anni l'imputabilità va giudicata caso per caso. «Il Legislatore dovrebbe prendere atto che un 17enne di oggi non ha nulla a che vedere con un 17enne di 20 o 30 anni fa - sostiene -. Soltanto pochi giorni fa alcuni minorenni hanno aggredito dei carabinieri in provincia di Grosseto. Un fatto gravissimo che merita pene esemplari. Invece c'è un buonismo generalizzato».

2 commenti:

  1. Già, a sentire Biancardi si dovrebbe schiaffare dentro l'umanità!
    Anche se mobilitare ancora un pò anche l'Esercito per un fatto del genere può essere stato eccessivo.
    Bell'intervento, Andrea.

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  2. comunque tu la veda, in una visione piu' ampia, considera questa come esercitazione per casi ben piu' gravi.

    immagina la volta che serva sapere come agire e nessuno ha mai fatto un'esercitazione del genere, che razza di confusione verrebbe fuori.

    ad ogni modo e' il termini che usa Biancardi che mi preoccupano: ad esempio e' "indignato"
    questa parola implica un posizionamento etico e non razionale di approccio al problema.

    io posso capire che uno proponga dei dubbi, anche economici, ma l'indignazione e' qualcos'altro, qualcosa di molto pericoloso.

    specialmente se appartiene a degli "sceriffi"

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