sabato 9 aprile 2011

UN PASSO AVANTI O DUE INDIETRO?

Come volevasi dimostrare: con buona pace di quei retori della sinistra, ma non solo, che continuano ad accusare l'attuale esecutivo di razzismo ed indifferenza nei confronti dei profughi e degli immigrati, all'esclusivo scopo di tirare acqua al loro mulino, ecco la risposta dell'estrema destra, nelle parole di Marco Mantovani, candidato sindaco a Milano per Forza Nuova e del militante della medesima formazione Angelo Belletta, che oggi si sono dati appuntamento con la base militante del partito di fronte alla stazione Centrale di Milano, dove sono stati allestiti dei gazebo per  raccogliere le firme della gente per una proposta di legge per "preferenza nazionale agli italiani per l'assegnazione delle case popolari, degli assegni familiari, nella scuola e negli ospedali".
" La Lega Nord è un bluff- afferma Mantovani- prima dice 'foera di ball' e poi legalizza d'un sol colpo ventimila clandestini. Una cosa così non si è vista nemmeno durante i governi di sinistra."
Aggiunge poi Belletta:" Maroni è un debole e la Lega è un partito di gente debole, che pensa solo alla propria poltrona. Lo diciamo da anni: i popoli africani vanno aiutati nel loro paese, evitando a noi problemi economici e sociali e a loro le sofferenze che ormai conosciamo."

Già, concedere dei congrui aiuti economici ai Paesi dell'Africa in grave difficoltà e inviare laggiù un serio sostegno umanitario sarebbe sicuramente una gran cosa, ma non deve essere fatto quasi solo a parole, come è avvenuto fino ad oggi: ai tempi dell'introduzione del reato di immigrazione clandestina e in numerose altre occasioni lo promise anche il leghista Roberto Calderoli ma a quella promessa seguì ben poco.
D'altronde, in questi giorni assistiamo anche allo scaricabarile della Francia e della UE davanti ai concreti problemi posti dall'emergenza profughi: all'egoismo ed alla miopia delle politiche nazionali ed europea si sovrappongono ora anche gli egoismi innati dei popoli e sono soprattutto questi che noi gente comune dobbiamo combattere, senza per questo perdere di vista la logica dettata dal buon senso e dalla responsabilità verso noi stessi e il futuro dei nostri figli.
L'Italia, malgrado tutto, è un grande Paese e noi Italiani dobbiamo giustamente aspirare ad essere un popolo di cittadini maturi e responsabili: non dobbiamo essere tentati neppure lontanamente di emulare in materia di accoglienza l'esempio negativo di altre nazioni mediterranee, come ad esempio Malta o la Grecia che, in anni non lontani, permetteva alla sua guardia costiera di aprire il fuoco contro le imbarcazioni dei clandestini.
No ai respingimenti, sì alla regolamentazione dei flussi migratori, sì ai corridoi di aiuti umanitari ma sempre concessi vigilando severamente sulla destinazione ultima delle risorse, con denuncia immediata di qualunque abuso da qualsiasi parte provenga, sì alla ripartizione equa di responsabilità della UE nell'affrontare le problematiche connesse all'immigrazione. Molte volte ho scritto che l'Unione Europea non ha alcun senso se deve essere solo rappresentativa degli interessi delle banche, delle multinazionali, delle grandi corporazioni.
Noi popoli, sia dell'Europa che dell'Africa, abbiamo due grandi nemici comuni: gli interessi colossali del grande capitale internazionale e i nostri egoismi, dettati da paure ataviche e dall'ignoranza.
Abbiamo una dura lotta che ci aspetta e ancora tanto cammino da fare assieme: non possiamo illuderci pensando che sarà facile ma neppure, noi Italiani ed Europei, rifugiarci nella trappola meschina della difesa ad oltranza del nostro cortiletto, chè la Storia è lì a mostrarci a quali conseguenze nefande hanno portato il nazionalismo e l'esasperata rivendicazione per sè di diritti da negare invece agli altri.
In realtà, abbiamo davanti due sole strade: o accettare di essere arrivati ad un punto che non ci permette di continuare con le politiche di integrazione, improntate ad uno spirito di accrescimento sociale e culturale e quindi ripiegare verso soluzioni separatiste e forse gestibili con un impiego più ridotto di energie e risorse oppure dare un nuovo indirizzo alla globalizzazione, con obiettivi a medio e a lungo termine che tengano conto e delle necessità di tutti i popoli e dei mutamenti in corso, sia in termini di cambiamenti sociali sia nell'intraprendere nuove scelte riguardo all'utilizzo, equo e solidale, delle fonti alimentari ed energetiche, investendo nella ricerca in questi settori con un'ottica meno legata alla speculazione economica e molto più umana e razionale.
A mio avviso, la strada da percorrere non può essere che la seconda: da che esiste l'Umanità il cammino vincente, anche se arduo e disseminato di ostacoli e di difficoltà, è stato sempre quello in crescita e non il passo del gambero o la difesa del riccio, che altro effetto non hanno se non quello di rimandare i problemi del presente, ingigantiti, al domani.

 Renato Valusso  





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