mercoledì 13 luglio 2011

Ossisteroli negli alimenti: il Prof. Lercker risponde a Quiudinelibera


In un precedente post, Vi abbiamo riportato il servizio di Paolo Barnard "Se non ammazza ingrassa", un'inchiesta sul cibo contaminato o a rischio di contaminazione andata in onda nell'ottobre del 1999 su Report, il programma di Milena Gabanelli su Rai Tre.
Abbiamo ascoltato, nella parte iniziale dell'inchiesta, il parere del Professor Giovanni Lercker della Facoltà di Chimica dell'Alimentazione dell'Università di Bologna, che ha illustrato i risultati dei suoi studi inerenti alla formazione degli ossisteroli, sostanze nocive per la salute dei consumatori, che, secondo gli studi del Prof. Lercker, si producono nelle carni imbustate nelle confezioni di plastica trasparente esposte alla luce del neon dei supermercati e nei prodotti alimentari a base di uova trattati ad alta temperatura.
Gli ossisteroli infatti avrebbero un ruolo nella formazione dell'arteriosclerosi e dei tumori.
A distanza di 12 anni dall'inchiesta di Paolo Barnard, noi di Quiudinelibera, anche     in conseguenza della curiosità di alcuni nostri lettori, ci siamo chiesti se ci fosse stato un seguito a livello legislativo all'allarme per la salute dei cittadini sortito dal lavoro di Lercker e abbiamo deciso di chiedere delle delucidazioni in merito proprio al Professore, che ci ha gentilmente risposto.
Riportiamo di seguito il testo della nostra richiesta e la risposta del Professor Lercker.

Egregio Prof. Giovanni Lercker,

Le scrivo questa mail a nome del gruppo che rappresento, Quiudinelibera, un gruppo di cittadini di Udine che affidano la loro voce ad un blog, del quale Le riporto il link in calce alla presente.Di recente abbiamo pubblicato sul blog l'inchiesta  "Se non ammazza ingrassa" realizzata da Paolo Barnard per Report e messa in onda il 20/10/1999, nel corso della quale Lei concesse un'intervista all'inviato di Report, dalla quale emerse il pericolo degli ossisteroli che si formano nei prodotti carnei sottoposti all'esposizione alla luce al neon dei supermercati e dal trattamento ad alta temperatura di prodotti alimentari contenenti uova.Per mezzo della presente, ci siamo permessi di chiedere a Lei, che da anni sta conducendo queste ricerche, se a Suo parere la normativa italiana attualmente vigente ritiene nella dovuta importanza tali indicazioni oppure se, a Suo avviso, questi pericoli per la salute dei consumatori sono tuttora non abbastanza considerati.



Cordiali Saluti  Renato Valusso (blogger di Quiudinelibera) 
                      


Gent.mo Sig. Valusso,

la ringrazio per la mail.La presenza di ossisteroli, così chiamati i derivati dell'ossidazione del colesterolo (più noti come Cholesterol Oxidation Products, siglati COPs) negli alimenti potrebbe essere un problema per la nostra salute. Purtroppo, come accade spesso, ciò che non uccide immediatamente e che non è oggetto di utilizzo di farmaci (solo se sui quali fare un buon businnes) è poco importante per le autorità e per coloro che dovrebbero intervenire in qualche modo (ad es. imponendo confezioni non trasparenti o conservazioni al buio o altro ancora).Se gli ossisteroli non sono così potenti da dare danni a tempi brevi non si può escludere che questo avvenga a tempi lunghi. Per questi studi sarebbe indispensabile un'equipe di biochimici per verificarlo in maniera inequivocabile e un grosso finanziamento destinato allo scopo. Come chimico analitico non ho la possibilità di fare questo genere di ricerche e grossi finanziamenti su un argomento, importante solo per i Consumatori, dovrebbe arrivare dallo Stato. Inutile dire che la situazione economica e la volontà politica difficilmente saranno favorevoli allo scopo.Spero di aver risposto al Suo quesito, anche se non posso contribuire all'approfondimento di ricerca necessario.Nel caso fosse interessato ad altri autorevoli pareri sull'argomento, Le suggerisco di contattare i Proff. Lanfranco Conte e Renzo Bortolomeazzi, che ci leggono in copia.Cordiali saluti e grazie per l'interessamento.

A presto,
Giovanni Lercker


Come possiamo constatare, a volte il serio lavoro di ricerca portato avanti da degli studiosi autorevoli non trova da parte delle Autorità preposte il giusto riconoscimento e questo non può che lasciare un senso di insoddisfazione, in particolare quando si tratta di temi importanti come la salute dei cittadini.
Per questo anche un modesto contributo all'informazione come quello che può essere dato da mezzi fuori dal grande circuito mediatico-commerciale come il nostro blog ci appare utile.

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