Premetto che chi scrive è uno dei milioni di associati di Avaaz , la comunità di cittadini di tutto il mondo che si batte per il rispetto dei diritti dei popoli e dell'ambiente: sono contento di farne parte e molti dei risultati raggiunti sono importanti.
Condivido anche l'iniziativa intrapresa nei confronti di Rupert Murdoch e del suo impero mediatico, che ho postato sul blog.
Tuttavia, per amore di verità, bisogna anche che si conosca il fatto che uno dei maggiori finanziatori di Avaaz è George Soros, uno dei falchi della grande finanza internazionale, che negli ultimi decenni si è dato ad opere filantropiche (anche) e passa per un "buono", al quale ho già dedicato il post Open Society Institute e l'anomalia italiana (v.) , da sempre acerrimo nemico di Murdoch e da non molto anche di Silvio Berlusconi(leggi qui) ma che tutto ciò sia frutto di disinteressato altruismo e di amore per le nobili cause è arduo da credere.
Piuttosto, l'acuto Soros ha compreso che per il potere finanziario sarà sempre più difficile continuare sul lungo periodo ad appoggiare le politiche xenofobe e criminali degli stati-canaglia, a finanziare gruppi estremisti per destabilizzare i governi che non fanno comodo, a tacitare a suon di bigliettoni le associazioni umanitarie (eh,sì) più importanti, a silenziare i media.
Meglio, molto meglio contribuire alla libertà e alla democrazia, a volte più apparenti che reali, delle nazioni, combattendo, come vediamo, in tal modo gli interessi grandiosi di altri rapaci dell'alta finanza per poi alla fine cogliere i lucrosi risultati di una società forse meno ricca nel suo complesso ma ben più disposta a dare.
Così, anche quando, fra pochi anni, l'Occidente impoverito e i Paesi emergenti dovranno comunque pagare e a caro prezzo i servizi essenziali, George o chi avrà preso il suo posto (ha ormai 80 anni) ci guadagnerà ancora tanti, tanti, tanti soldi.
E gli diranno anche grazie.
r. v.
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