lunedì 17 ottobre 2011

Che cosa ne pensate, Amici Lettori? Oggi in Italia questo sarebbe possibile?

Amici di Quiudinelibera, conoscete Paolo Barnard: gli abbiamo dedicato sempre molto spazio e non per caso.
Per chi invece non conoscesse Paolo e la sua opera, rimando al suo sito ufficiale, riattivato pochi giorni fa, dopo diversi mesi di assenza dal web: cliccate qui.
L'argomento del presente post è riferito a un intervento dell'ottobre del 2009, tuttora e anzi più che mai di attualità, che tratta di come i Cittadini debbano tornare a essere protagonisti dei cambiamenti epocali e dei modi più efficaci per contrastare la tremenda macchina del potere finanziario, quello che Paolo definisce il Vero Potere.
Vi riporto integralmente l'articolo qui sotto e Vi attendo con una domanda finale.

Da non dimenticare. Da fare.

Le persone devono urgentemente imparare a tornare protagoniste sia dell'informazione che dell'azione civica, e non, anzi, mai seguaci o fans dei 'personaggi forti' che sanno, che possono, che contano. I 'personaggi forti' devono invece divenire 'piccoli' al servizio dei forti, che siete voi persone. Ecco i passaggi per arrivare a ciò:

Ogni volta che voi pubblico ascoltate o leggete il lavoro di chi vi informa, dovete imporvi di pensare che si tratta solo di fonti, non di oracoli, ma fonti da ascoltare a debita distanza, fra le tante altre fonti che ascolterete. Dovete arrivare al punto dove non esista più la relazione col giornalista 'personaggio/divo/esperto', che va visto sempre come un vostro consulente fra i tanti. Per far comprendere a chi legge quale dovrebbe essere l’atteggiamento esteriore e interiore di una cittadinanza sana nei confronti di chi li informa, chiuque egli/ella sia, vi chiedo di immaginare come il Consiglio di Amministrazione di un gigante industriale – per es. la Microsoft Corporation – si relaziona con un loro consulente. Lo convoca, gli dice senza troppe storie “Prego si faccia avanti, ci dica”, lo ascolta e poi “Bene, grazie, si accomodi”. Punto. E il consulente saluta e si mette da parte piccolo e secondario, per lasciare ai manager l’importante compito esecutivo. Ora, un pubblico di cittadini sani deve sentirsi esattamente come il management, cioè al centro del potere e delle decisioni, e deve ridurre gli odierni 'giornalisti/divi/esperti' al ruolo del consulente.
Oggi purtroppo accade l’esatto contrario: il 'giornalista/divo/esperto' troneggia, sentenzia, lancia diktat, e il pubblico piccolo piccolo lo adora, lo ammira, e, peggio, si raggruppa in fans club e ‘parrocchie’ dal seguito quasi sempre acritico. Ed è tristemente emblematico che l’immaginario colloquio che ho sopra descritto sia nella realtà di oggi esattamente il modo in cui, al termine della serata-dibattito con l’esperto/divo, viene invece accolto il pubblico quando chiede timidamente la parola: i 'personaggi' gli dicono “Prego si faccia avanti, chieda”, e poi “Bene, grazie, si accomodi”, cioè torni piccolo piccolo, marginale. I 'personaggi' troneggiano, firmano autografi, sono al centro. Voi ai margini. Assurdo, deleterio.
In questo modo la gente è solo sospinta a rimanere secondaria, cioè si annulla e non crescerà mai. La gente deve ripensarsi Consiglio di Amministrazione, e mettersi sempre al centro. (da L'Informazione è Noi)

Nell'azione civica/politica, per contrastare (se ancora sarà possibile) il Potere, ecco i passaggi:
- Studiarlo a fondo, per capire chi veramente è (non è la Casta, non è la mafia, non è la Chiesa), che storia ha avuto, fin dove è arrivato, con quali armi si muove, cosa sta pianificando per il futuro.
- Formarci in un esercito di attivisti di ampiezza nazionale. Mettere quindi da parte le differenze che separano i nostri gruppi che formano i Movimenti, cioè rinunciare ai nostri individualismi per un fronte comune, unico, compatto, disciplinato, implacabile diattivisti al lavoro ovunque, sempre, con linee guida universali, sempre le stesse e con metodi in perenne evoluzione.
- Capire che cosa, in questo periodo della Storia, innesca il cambiamento, quale vettore, quale tipo di interazione umana. Individuare queste chiavi di svolta con precisione, così come si isola una molecola benefica.
- Studiare di conseguenza una comunicazione immensamente abile per attirare l’attenzione del mondo della GENTE COMUNE.
- Studiare i metodi per rendere la comunicazione gradevole ma penetrante.
- Diffonderci nei LUOGHI DELLA GENTE COMUNE, implacabili, pazienti, tutto l’anno, per tentare di creare un consenso opposto a quello oggi dominante usando quei metodi attentamente studiati. Essere presenti in modo massiccio nelle scuole e università.
- Sopra ogni altra azione, ci deve essere il tentativo da parte degli attivisti di trovare l'ANTIDOTO alla paralisi della partecipazione dei cittadini alla polis. Se non sapremo sbloccare la cittadinanza paralizzata, inattiva, apatica di fronte a qualsiasi scandalo e persino orrore, abbiamo perso, perché quella paralisi è stata, è, e sarà l'arma finale del Potere.
- Essere molto ben finanziati, cioè cercare e ingaggiare sponsor ‘illuminati’ capaci di vedere il vantaggio di lungo termine di un mondo più giusto. Senza finanziamenti è inutile persino pensare al cambiamento.
- Sapere che è una strada in salita, poiché si tratta di invitare milioni di persone a scelte impopolari, a rinunce, a mutazioni di stili di vita, ma a saper vedere però la CONVENIENZA FINALE di un mondo più in equilibrio. Cioè dirgli: oggi il Sistema ti illude di guadagnare subito dieci ma non ti rendi conto che ti fa perdere mille; noi ti diciamo che ti conviene perdere oggi dieci ma guadagnare mille nel tuo futuro. Questa è la logica di ogni speranza.
Non c’è altra strada. Non c'è. (da High Octane Capitalism Ahead)



Amici di Quiudinelibera, abbiamo letto il parere e le indicazioni di un giornalista, di un intellettuale, di un cittadino, di un uomo che ha dedicato quasi trent'anni della sua vita all'impegno, all'attivismo civico, alla lotta per una informazione al servizio della verità.
Ora, il quesito che Vi pongo e mi pongo è questo: saremmo, o siamo, davvero in grado noi attivisti Italiani di organizzarci nel modo sopra descritto?
Gradirei molto conoscere l'opinione dei lettori.
Grazie e a presto

 Renato Valusso
 

2 commenti:

  1. I problemi in Italia.
    Da quant'è che ci sono i problemi in Italia? Inutile raccontarsi le favole, inutile dire che anni fa le cose andavano meglio. Anche se ho solo 25 anni ricordo che dieci anni fa l'atmosfera era sempre la stessa. Chi guadagnava tanto, chi non arrivava a fine mese. C'è sempre stata una fetta di popolazione più povera e disadattata. Non è aumentato l'indice di povertà, bensì la bramosia di ricchezza per il troppo guardar l'erba del vicino. Inoltre, correggetemi se sbaglio, vi sono sempre state manifestazioni di grosso calibro come il tanto popolare 68. Sono passati 43 anni e non sembra sia cambiato molto! Tutta quella rivoluzione per cosa? :)

    Altro tema simpatico.
    Per guidare la macchina serve la patente, per vivere in un paese diverso dal nostro serve il permesso di soggiorno, per lavorare servono delle qualifiche.. come mai per fare i genitori non serve un cazzo? Questo pensiero può far riflettere su quanto poco responsabile sia la società viziata nella quale viviamo. Certa gente ha il telefono di ultima generazione e poi li vedi uscire dai bagni del Città Fiera senza lavarsi le mani. Ed io dovrei aver fiducia di questa massa? :) Sinceramente mi preparo dei popcorn ed osservo la stupida fine che farà la razza umana.

    La vita non è un film.
    Giusto per non lasciare che passi inosservato: sempre più persone hanno bisogno di guardare film come "V per Vendetta" altrimenti le loro aride menti non sarebbero in grado di trovare ispirazione per pseudo-rivoluzioni! ;)

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  2. Apprezzo il lavoro di Paolo e di tutti gli attivisti che remano in favore della conoscenza, della libertà, della consapevolezza, dell'Azione concreta. Sì, poichè penso che per comprendere a fondo, occorre sempre sperimentare le proprie idee, concetti, proposte, nel concreto, nel fiume costante ed impetuoso della vita. Altrimenti è la solita dicotomia tra pensare e fare. C'è più gente di quella che si pensi che ha obiettivi alti e condivisi, tuttavia nel nostro sistema democratico (a cui sono cmq riconoscente) vi sono poche opportunità di "entrata" per la DD (Dimocrazia Diretta. Possono co-esistere DR (Democrazia Rappresentativa) e DD, anzi sono previste in Costituzione solo che la DD (Democrazia Diretta) è limitata alle leggi di iniziativa popolare e ai referedum abrogativi (non parlo delle petizioni che allo stato attuale non sono nemmeno disciplinate dalla legge!). Ci troviamo quindi con questi 2 strumenti che sono i due soli e unici strumenti costituzionali di DD (Democrazia Diretta) che affiancano la DR (Democrazia Rappresentativa), ma mentre il Referendum abrogativo ha ogni tanto qualche chance di riuscita (vedi strepitosi 4 SI'del giugno scorso), le leggi di iniziativa popolare, fanno in genere una fine impietosa o rischiano di venir re-iscritte/stravolte dai legislatori (Parlamento). Sì perchè cmq l'ultima parola spetta a loro, ai Parlamentari. Se per un qualche caso si volesse modificare la Costituzione, sarebbe solo ed unicamente, a mio avviso per avere un po' più di DD. Per i referendum, introdurrei anche quelli propositivi, alzando magari del triplo la soglia di firme necessarie per indirli, ma abolendo il cuorum.
    Nella fase attuale non basta la società civile, nè i singoli attivisti motivati e consapevoli, dobbiamo necessariamente lavorare attraverso i partiti polici, magari accordandoci per temi e formando gruppi di pressione, ma anche dall'interno, e personalmente, cercando nelle forze più attente, assonanze che localmente e su più vasta scala, potrebbero spostare equilibri e contibuire a formare massa critica utile e consapevole, non da brainwash televisivo, per intenderci, come assistiamo ora, e non da ora.

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