Salve a tutti!
Sono Adriano Plozzer, ormai di casa sul blog.
Purtroppo sono
ormai 2 anni, 2 interminabili anni che convivo con il dramma della
disoccupazione: voglio esprimere alcune considerazioni sul convegno organizzato dalla Regione e dalle Caritas diocesane qui a Udine, riguardante la povertà e il disagio sociale nella nostra regione, e su altre questioni.
Ho letto sia sul Messaggero Veneto sia su Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia la cronaca di questo
convegno e come al solito ci sono le note stonate: solo una quantità di freddi
numeri, percentuali, statistiche, ma di proposte concrete nemmeno l' ombra!
Solo
frasi di circostanza, il nulla insomma, ma ciò che mi ha
fatto incazzare di brutto è stato l' intervento del presidente della Regione
Renzo Tondo, il quale ha testualmente affermato che "Il cambiamento è epocale, nulla
tornerà come prima, quindi è meglio non creare falsi miti, come il fatto che la
precarietà è necessariamente qualcosa di negativo."
Ma, dico io, ci si
rende conto di simili affermazioni, che suonano palesemente provocatorie, prive del benchè minimo tatto, nei confronti di chi come me si deve confrontare ogni giorno con questa
realtà tremenda? Facile parlare così per chi ha la pancia piena, stipendi da favola
e privilegi a non finire, così com' è altrettanto scandaloso che al giorno d'oggi tante
persone, fino a ieri lavoratori, non possano usufruire di nessun ammortizzatore
sociale, indennità di disoccupazione o di altri aiuti: tutto ciò
conferma quanto la politica sia sorda e cieca alle necessità e aspettative della
gente, indifferente al grido di dolore e di rabbia che si alza sempre piu forte.
Manca la volontà di dare
delle risposte, con progetti mirati, soprattutto per gli over 50, che rischiano
seriamente di non rientrare piu nel contesto lavorativo.
La Regione, il Comune, la
Provincia enfatizzano e danno risalto a mo' di vanto a programmi e progetti atti
a favorire, anche se a tempo determinato, il reinserimento lavorativo: ebbene, fino ad ora nemmeno uno che potesse
riguardare il sottoscritto.
Sono sempre stato escluso dai lavori socialmente
utili, da quelli di pubblica utilità e, buon ultimo, dal Welfar to Work.
Speravo di
poterne beneficiare, invece no perchè i soggetti destinatari sono le donne
disoccupate over45 indipendentemente dal settore di provenienza e i lavoratori
disoccupati licenziati solo da imprese (mentre io lavoravo presso una cooperativa di servizi), gli ex spedizionieri doganali da
autotrasporti o in conto terzi... ma che stronzate sono queste!?
Ancora una volta si tutelano certe categorie e si aumenta di fatto il
divario tra lavoratori di serie A e di serie B.
In due parole, uno schifo.
Adriano Plozzer
Cittadino di Udine che non vuole essere dimenticato dallo Stato Italiano
( sarebbe troppo comodo )
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