venerdì 24 giugno 2011

IL GRIDO DI RABBIA DEL DISOCCUPATO OVER 50

Salve a tutti! 
Sono Adriano Plozzer, ormai di casa sul blog.
Purtroppo sono ormai 2 anni, 2 interminabili anni che convivo con il dramma della disoccupazione: voglio esprimere alcune considerazioni sul convegno organizzato dalla Regione e dalle Caritas diocesane qui a Udine, riguardante la povertà e il disagio sociale nella nostra regione, e su altre questioni. 
Ho letto sia sul Messaggero Veneto sia su Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia la cronaca di questo convegno e come al solito ci sono le note stonate: solo una quantità di freddi numeri, percentuali, statistiche, ma di proposte concrete nemmeno l' ombra!
Solo frasi di circostanza, il nulla insomma, ma ciò che mi ha fatto incazzare di brutto è stato l' intervento del presidente della Regione Renzo Tondo, il quale ha testualmente affermato che "Il cambiamento è epocale, nulla tornerà come prima, quindi è meglio non creare falsi miti, come il fatto che la precarietà è necessariamente qualcosa di negativo." 
Ma, dico io, ci si rende conto di simili affermazioni, che suonano palesemente provocatorie, prive del benchè minimo tatto, nei confronti di chi come me si deve confrontare ogni giorno con questa realtà tremenda?   Facile parlare così per chi ha la pancia piena, stipendi da favola e privilegi a non finire, così com' è altrettanto scandaloso che al giorno d'oggi tante persone, fino a ieri lavoratori, non possano usufruire di nessun ammortizzatore sociale, indennità di disoccupazione o di altri aiuti: tutto ciò conferma quanto la politica sia sorda e cieca alle necessità e aspettative della gente, indifferente al grido di dolore e di rabbia che si alza sempre piu forte.
Manca la volontà di dare delle risposte, con progetti mirati, soprattutto per gli over 50, che rischiano seriamente di non rientrare piu nel contesto lavorativo. 
La Regione, il Comune, la Provincia enfatizzano e danno risalto a mo' di vanto a programmi e progetti atti a favorire, anche se a tempo determinato, il reinserimento lavorativo: ebbene, fino ad ora nemmeno uno che potesse riguardare il sottoscritto.
Sono sempre stato escluso dai lavori socialmente utili, da quelli di pubblica utilità e, buon ultimo, dal Welfar to Work.
Speravo di poterne beneficiare, invece no perchè i soggetti destinatari sono le donne disoccupate over45 indipendentemente dal settore di provenienza e i lavoratori disoccupati licenziati solo da imprese (mentre io lavoravo presso una cooperativa di servizi), gli ex spedizionieri doganali da autotrasporti o in conto terzi... ma che stronzate sono queste!?
Ancora una volta si tutelano certe categorie e si aumenta di fatto il divario tra lavoratori di serie A e di serie B.
In due parole, uno schifo.

 Adriano Plozzer
 Cittadino di Udine che non vuole essere dimenticato dallo Stato Italiano
  ( sarebbe troppo comodo )

Nessun commento:

Posta un commento