lunedì 19 settembre 2011

LOTTARE PER UN LAVORO EQUO, NON PER IL SUSSIDIO A VITA


Cari Amici di Quiudinelibera, come sapete il nostro gruppo già da diversi mesi è attivo sul territorio per "dare un volto agli invisibili", cioè a quelle situazioni e a quelle persone vittime di un sistema sociale sbilanciato in favore di chi più ha e spesso iniquo e cinico.
Tuttavia va detto, per amore di verità, che per quanto siano numerose le situazioni, sconosciute il più delle volte, in cui il merito e l'impegno non hanno incontrato un minimo di aiuto sociale, che sarebbe sacrosanto avere, abbiamo incontrato anche situazioni "altre", vale a dire condizioni che sono sostanzialmente dovute al rifiuto del lavoro e non alla mancanza o alla scarsità di esso.
Fermo restando che l'attuale società premia lo sfruttamento del lavoratore in una maniera indegna e che è vero che non tutti possono fare di tutto, vale, secondo noi, anche un'altra considerazione, quella secondo cui le uniche persone che hanno diritto a ricevere una previdenza sociale fissa sono gli anziani e gli inabili al lavoro.
Questo dovrebbe fare una società normale: assicurare la piena occupazione a tutti, non concedere aiuti economici al posto del lavoro.
In una società equa, se sei così ricco da poter vivere comodamente senza lavorare, dovresti pagare in proporzione più tasse di chi deve lavorare per vivere, non come avviene attualmente in questo triste Paese.
Allo stesso modo, se sei abile al lavoro, dovresti lavorare, senza piangere miseria perché, per es., "la fermata dell'autobus è lontana e non mi va di scarpinare ogni mattina per mezzo chilometro" oppure "è un lavoro al quale non sono abituato" e via scusando la propria infigardaggine.
Chi ha di più deve dare di più, secondo noi, ma non certo perché il denaro finisca nelle grinfie rapaci di politici approfittatori e "mazzettari" e neppure nelle tasche di indolenti fannulloni.
Se appartenete alla categoria di chi vorrebbe lo stipendio ma senza lavorare siete pregati di non rivolgervi a Quiudinelibera. 

 r. v.

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