domenica 25 settembre 2011

Il caso Plozzer: lettera aperta al Governatore Renzo Tondo


Presidente, è un comune Cittadino che Le scrive, a nome e per conto di un altro comune Cittadino, a Lei che vuole essere il Presidente per i Cittadini.
La mia concezione ideologica e politica è in realtà agli antipodi di quella che Lei rappresenta: credo infatti che il tempo della democrazia rappresentativa e dei partiti sia quasi al termine e che la sua naturale evoluzione sarà verso una forma di democrazia diretta, dove la voce dei popoli non avrà più necessità di essere mediata da dei contenitori partitici che spesso, purtroppo, diventano portatori di obiettivi e interessi lontani dal bene comune, tuttavia Le scrivo queste righe per sottoporLe, mediante un esempio drammaticamente concreto, delle situazioni umane sempre più diffuse anche da noi in Friuli e alle quali le Istituzioni non possono e non devono rimanere indifferenti o rispondere che non sanno cosa fare.
Mi riferisco al caso del signor Adriano Plozzer di Udine, un Cittadino Italiano e Friulano che da più di due anni a questa parte è disoccupato e privo di qualsiasi fonte di reddito che non sia qualche lavoretto saltuario e i modesti aiuti economici di qualche parente: Plozzer ha cinquantacinque anni, un'età che il mondo del lavoro di oggi considera, nel caso di chi si ritrova ad essere disoccupato, il nulla osta per il dormitorio pubblico.
Nessuno lo vuole più come lavoratore: egli, in tutto questo arco di tempo, ha inoltrato migliaia, dico migliaia, di richieste di lavoro, si è proposto in tutti i modi possibili, ma niente da fare.  Nel pur non poverissimo Nord Est, neanche uno straccio di lavoro, nulla.
Allo stesso modo, avendo egli lavorato per molti anni presso una cooperativa di servizi, non può fruire di alcuna forma di indennità di disoccupazione, di alcun ammortizzatore sociale.
Rivoltosi ai servizi sociali del Comune di Udine, gli hanno risposto picche; ha tentato altresì di ottenere qualche lavoro anche spicciolo presso i tanti enti religiosi della cattolicissima Udine, scoprendo con sua somma meraviglia in numerosi uomini di Chiesa dei  "freddi burocrati" per nulla interessati alla sua triste situazione.
Per dei cavilli burocratici, a volte palesemente assurdi, non ha potuto beneficiare di nessuno dei progetti di reinserimento lavorativo previsti da Comune, Provincia, Regione.
In questi giorni, Adriano sta svolgendo un lavoro come vendemmiatore e tra poco il suo incubo ricomincerà con tutta la solita angoscia, un'angoscia che sta lentamente spezzando la vita di un essere umano, colpevole di essere una persona degna che ha sempre vissuto di un onesto lavoro e ottemperato ad ogni dovere sociale, direi, io che lo conosco di persona piuttosto bene, più della media degli Italiani, spesso un pò "furbetti".
Presidente, con questa mail sono a chiederLe che cosa state pensando di fare, concretamente, in Regione per i non pochi che come Adriano si trovano a essere fuori dal circuito lavorativo ad un'età che per l'anagrafe è ancora relativamente giovane ma che per il mercato del lavoro attuale sembra essere l'anticamera della fine. Che cosa si fa e si farà nell'immediato futuro per aiutare i sempre più numerosi disoccupati e precari delle nostre zone?
Non possiamo disinteressarci di questi problemi, non possiamo rimandare le soluzioni a domani o a dopodomani.
Io, Cittadino, e a nome dei tanti Cittadini in difficoltà come Adriano Plozzer, Le chiedo con umiltà e fermezza di rispondere a questi non facili e sofferti interrogativi.
La ringrazio per l'attenzione e Le porgo Cordiali Saluti

Renato Valusso di Quiudinelibera


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