giovedì 3 febbraio 2011

MAGISTRATURA PRIVILEGIATA E SLEALE

Due righe in merito alla vicenda della cronista del Giornale Anna Maria Greco, che martedì 1° febbraio è stata fatta oggetto di una discutibile azione giudiziaria, scaturita dalla pubblicazione di un articolo che rinvangava alcune vicissitudini giovanili della pm Ilda Boccassini. Azione voluta da una pm della Procura di Roma che alla giornalista ha inviato i carabinieri che,dopo averla buttata giù dal letto, le hanno perquisito tutta la casa, sequestrato il pc suo e quello del figlio e, come se non bastasse, hanno proceduto anche alla perquisizione personale della signora, allo scopo di rinvenire tracce o cose occultate pertinenti al reato: nel caso specifico che cosa avrebbe dovuto nascondere la Greco nelle mutande, un dossier? o un biglietto con il nome e l'indirizzo della fonte del suo articolo? tra l'altro, Anna Maria Greco non risulta essere neppure nella posizione giuridica di "indagato".
Sinceramente, parlare di un abuso è il meno che si possa fare e questo non perchè non appaia grottesca e patetica la campagna che il Giornale ha lanciato contro Ilda Boccassini, che per attuare la sua dura rivalsa si è richiamata alla retroattività di una legge abrogata nel 1982 che secretava gli atti dei processi disciplinari a carico dei magistrati, ma salta agli occhi di chiunque voglia vedere l'enorme disparità di trattamento riservata in questo caso agli autori della "soffiata" (mi riferisco anche a Matteo Brigandì, il consigliere laico del Csm sospettato di aver passato alla giornalista i documenti riservati sulla pm di Milano) rispetto ad altri milioni di circostanze analoghe che non hanno dato luogo a nulla di simile, considerando oltretutto la modesta entità dei fatti che furono contestati all'epoca alla Boccassini. 
Se certa magistratura ha pensato bene di avvalorare le dichiarazioni di Silvio Berlusconi e della sua parte politica devo dire che stavolta c'è riuscita in pieno.
                                                                                                                                                                                                                   

R. V.

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