Scende il mare scuro della notte
lungo la parete crepata
della vecchia camera.
Stanca si arrende la natura
alla fredda notte d'inverno.
Un singulto, un fremito
poi cede al sonno tormentato
il solitario miserando.
Da fuori, il grido del vento
tra gli alberi e nella memoria
il ricordo confuso
di lontani giorni più dolci.
Poi le fredde dita
ad artiglio
penetrano la coperta lacera,
attraversano gli abiti,
trapassano le carni,
arrivano al cuore.
Fuori, urla monotono e triste
il vento.
Emilio D'Argento, 47 anni, morto di freddo in casa e scoperto casualmente nove mesi dopo, a Palmanova (Udine), nell'anno del Signore 2008.
R. V.
sabato 26 febbraio 2011
MAFIA E' ANCHE LA NOSTRA INDIFFERENZA
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questa poesia è bellissima!
RispondiEliminami devi spiegare la sua storia!