mercoledì 2 febbraio 2011

L'ALTERNATIVA FASULLA

Il "la" sul violino l'ha dato D'Alema, nell'intervista uscita su "Repubblica" del 30 gennaio 2011, nella quale ha fatto un esplicito invito ad un'azione comune e concertata di tutte le forze dell'opposizione politica italiana, Terzo Polo compreso, per sconfiggere Berlusconi alle urne.
Sconfiggerlo quindi con il voto popolare e non con mozioni di sfiducia che poi regolarmente non passano o con iniziative assurde in se stesse, come la raccolta di dieci milioni di firme promossa dal PD.
In concreto, questa è l'azione che da subito e fin dall'inizio doveva venire attuata per battere Berlusconi, vale a dire isolarlo politicamente e fare quadrato tutti assieme contro di lui, invece di fare come è stato fatto, vedasi la Bicamerale D'Alema e connivenze varie e spurie portate avanti per molti anni, con il risultato per il PD e soci di darsi la zappa sui piedi da soli e di permettere a quello che in realtà è un partito virtuale, composto per lo più da politici affaristi di mezza tacca, di riciclati della vecchia politica e di un nutrito codazzo di avventurieri di basso livello, guidato da un leader che in qualsiasi altro Paese europeo sarebbe a capo di un partito populista di modesto seguito, di governare incontrastato per troppo tempo.
Andrebbe però spiegato più chiaramente agli elettori, e in primis a quelli del PDL, che quella che viene presentata come stabilità da Berlusconi e dai suoi altro non è in realtà se non stagnazione, un'immobilismo dell'azione governativa che se continuata per ulteriori due o più anni finirà con il portare il Paese al più totale declino.
Va detto anche però, per amore di verità, che la difficile situazione italiana non è solo colpa dell'esecutivo attualmente in carica ma di una politica economica che ormai nell'intero Occidente sta causando danni sempre più gravi e che questo non potrà certo essere risolto cambiando il governo.
Va aggiunta inoltre una considerazione che potrà lasciare meravigliati i più: se è vero che l'azione di governo di Berlusconi è volta soprattutto a privilegiare l'attuazione di piani economici che vanno a tutelare gli enormi interessi del presidente del Consiglio è anche vero che, negli anni che vanno dal 1997 al 2000, l'Italia ha totalizzato il record europeo delle privatizzazioni e questo non fu il multimiliardario di Arcore a farlo ma Prodi e D'Alema, in ossequio al più sfrenato liberismo.
Il rischio più concreto, nel caso di un'improbabile vittoria del centro-sinistra, sarà proprio quello di vedere sostituirsi al monopolismo economico di Berlusconi il tappeto rosso alle grandi multinazionali europee e un disastroso aumento delle privatizzazioni, comprese quelle di servizi pubblici essenziali, proprio da parte di quel gruppo politico che dovrebbe più di ogni altro tutelarci da questo.
Sempre con riferimento alle politiche liberiste in Europa, non è azzardato pensare che il vero motivo per cui l'uomo di Arcore appare tanto inviso a molta della stampa europea, in primis all'"Economist", il "Times" e il "Financial Times", non sia da ricollegarsi tanto ai suoi poco edificanti comportamenti privati o alle sue, peraltro ormai quasi risibili, minacce alla libera informazione ed alla magistratura; ciò che sta dietro a certi editoriali, e mi riferisco in particolare al  Times, che non è giornale uso a dare spazio a notizie di gossip come invece ha fatto ai tempi di Noemi Letizia, accompagnando il tutto con insoliti giudizi aggressivi e sprezzanti, sono con tutta probabilità le pressioni di quelle lobbies europee che vedono nel monopolista e "indisciplinato" capitalista italiano un ostacolo all' espansione del loro mercato.
In realtà, il rischio sarà quello di liberarsi di un male per barattarlo con un altro.   
                                                                                                              

Renato Valusso

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