sabato 30 aprile 2011

Libia e dintorni: potere e cambiamenti

Nel seguente video e nell'articolo di Guido Olimpio sul Corriere della Sera di oggi le prevedibili conseguenze della crisi libica: possiamo vedere chiaramente nella presente situazione gli enormi interessi economici e politici in gioco, mantenuti per decenni in un equilibrio surrettizio poi venuto meno per il desiderio di libertà dei popoli, sia pure cavalcato dalle personali ambizioni dei capi della rivolta, così come possiamo scorgere nella situazione di tutti i Paesi arabi del Nord Africa un non placato fermento sociale, ideologico, religioso.
Non possiamo non tenerne conto, non possiamo illuderci che la soluzione a problematiche così vaste sia dietro l'angolo: la Storia passata ci insegna che nel delicato meccanismo delle relazioni fra gli Stati basta che un singolo ingranaggio si inceppi per bloccare tutto il resto, figuriamoci quando si tratta di ben di più che di un elemento di secondaria importanza.
Il tempo delle connivenze occidentali con governi del Sud del mondo antidemocratici e dittatoriali sta finendo: sempre di più i popoli reclameranno i loro diritti.
Si tratta di un processo storico tanto inevitabile quanto giusto: starà ai governi delle nazioni cosiddette progredite saper gestire nel migliore dei modi tutti gli aspetti della politica estera, per evitare che le masse esasperate finiscano con l'adottare dei modelli estremisti e che le solite, maledette elites di potere politico e religioso pilotino la reazione popolare verso forme di fondamentalismo che renderebbero il rimedio forse peggiore del male. E nemmeno potremo illuderci, noi occidentali, che tutto si risolva senza che anche noi si debba pagare alcun prezzo.
Il tempo di ipocrite commiserazioni sulle condizioni dei poveri del Sud del mondo, con i costi dei generi più importanti contenuti grazie alle masse schiave, sta per finire per sempre: starà a loro e a noi trovare il modo per camminare assieme e alla pari.
Non illudiamoci pensando che sarà facile.
IL VIDEO
L'ARTICOLO
 r. v.      

L'appello di Adriano Celentano agli Italiani


banner_nuovo_nucleare_adp.jpg
                                               

venerdì 29 aprile 2011

Alcol in Friuli Venezia Giulia: questione di dose e di libertà

In Friuli Venezia Giulia i primi approcci alle sostanze alcoliche avvengono intorno ai 12 anni, mentre il 14% dei ragazzi tra 18 e 25 anni ammette di aver bevuto almeno una volta fino a ubriacarsi. I dati sono stati diffusi oggi a Gorizia nel corso del convegno “Alcol: esperienze a confronto” organizzato dall’Azienda sanitaria isontina in occasione del decennale dell’Alcohol prevention day. Secondo i dati, elaborati sulle statistiche Istat, in regione sarebbero 220 mila i soggetti potenzialmente a rischio, con un 3,7% della popolazione che dichiara di assumere quotidianamente almeno mezzo litro di sostanze alcoliche. Il primo contatto con l’alcol avviene in famiglia; la prima sigaretta viene accesa in media a 12 anni e mezzo, mentre a 14 arrivano i primi approcci con i superalcolici. “Si tratta di un fenomeno preoccupante – ha sottolineato Marco Giordani, del Dipartimento delle Dipendenze dell’Ass n.4 Medio Friuli – considerato che la formazione di organi e tessuti si completa nei ragazzi attorno ai 16 anni. L’assunzione di alcol potrebbe causare l’insorgenza di particolari patologie, anche di tipo tumorale”. In rapida espansione tra i giovani anche il fenomeno del “binge drinking”, cioé l’assunzione compulsiva di alcol mirata allo “sballo”: il 10,4% degli intervistati ammette di essersi ubriacato almeno una volta nella vita, dato che “esplode” tra 25 e 34 anni (29,8%) e tra le femmine tra 18 e 24 anni (29,1%). Nel 2008 sono stati 3.790 gli utenti dei servizi di alcologia, con 4.747 ricoveri per patologie alcol-correlate: si stima che 213 posti letto sui circa seimila disponibili siano perennemente occupati da soggetti alle prese con patologie riconducibili all’alcol.

Fonte: ANSA

Che dire? sinceramente, che in regione i soggetti potenzialmente a rischio siano 220 mila mi sembra un'esagerazione. Bisognerebbe sapere con precisione che cosa si intende per "potenzialmente a rischio" e come vengono elaborati i dati statistici. Un altro aspetto che emerge dallo studio sintetizzato sopra e che merita attenzione è quello relativo ai primi approcci con le bevande alcoliche: in molti casi, essi avvengono in famiglia e questo dà da pensare.
Se avete un figlio o un fratello dodicenne, non incoraggiatelo ad avvicinarsi all'alcol: per certe abitudini, se proprio ci devono essere, è indispensabile una completa maturazione psico-fisica della persona che un ragazzino è ben lontano dall'avere raggiunta.
Infine, se è vero che in una società libera io individuo libero e responsabile posso, una volta tanto, liberamente decidere di alzare un pò il gomito è altrettanto vero che io individuo responsabile devo anche pormi in condizione di poterlo fare senza per questo nuocere alla mia incolumità e a quella degli altri: se una sera voglio bere un pò, quella sera non devo guidare, per esempio, e via di questo passo.
Un pò di "evasione" perchè no, ma senza "sballo" inutile e dannoso.
La vera libertà a volte richiede dei sacrifici anche grandi ma certamente non vuole vittime.
  r. v.

Appello urgente di Avaaz per impedire alla UE di mettere al bando le erbe medicinali

Pubblichiamo il testo completo dell'iniziativa di Avaaz contro una delle numerose direttive della UE volte a favorire il business a scapito dei diritti dei cittadini, con l'invito a firmare la petizione. 


Cari amici,
Fra 2 giorni una nuova direttiva europea vieterà molte erbe medicinali, impedendoci di utilizzare rimedi sicuri e in favore dei profitti delle grandi industrie farmaceutiche. Lanciamo un appello enorme alla Commissione per modificare la direttiva e ai governi nazionali per non applicare gli standard stringenti. Raggiungiamo 1 milione di voci per salvare le erbe emdicinali.
Fra 2 giorni l'UE metterà al bando diverse erbe medicinali, costringendo molti di noi a sostituirle con farmaci che incrementano i profitti delle grandi aziende farmaceutiche.

La direttiva europea impone barriere altissime a qualunque rimedio a base di erbe che non sia presente sul mercato da almeno 30 anni, incluse in teoria tutte le medicine tradizionali cinesi, ayurvediche e africane. E' una misura draconiana che asseconda le aziende farmaceutiche e ignora migliaia di anni di conoscenza medica.

Ci vuole un appello enorme contro questo divieto. Insieme le nostre voci potranno fare pressione sulla Commissione europea per migliorare la direttiva, sui nostri governi nazionali perché non applichino questi standard, e dare legittimità a un'azione legale. Firma sotto, inoltra questa e-mail a tutti e raggiungiamo 1 milione di voci per salvare le erbe medicinali:
http://www.avaaz.org/it/eu_herbal_medicine_ban/?vl

E' difficile da credersi, ma se un bambino si ammala ed esiste un rimedio sicuro e fatto di erbe naturali contro quella malattia, potrebbe diventare impossibile trovare quel rimedio.

Il primo maggio la direttiva creerà barriere enormi per i rimedi a base di erbe, a causa di costi esorbitanti e processi infiniti con esperti perché ogni singolo prodotto sia approvato. Le aziende farmaceutiche hanno le risorse necessarie per superare tutti i passaggi, ma le centinaia di piccole e medie ditte di erbe medicinali, in Europa e nel mondo, saranno in seria difficoltà.

Possiamo fermare tutto questo. La direttiva 24/2004/EC è passata all'ombra della burocrazia, ma non potrà sopravvivere alla luce del controllo democratico. La Commissione europea può decidere di ritirarla o emendarla, e un'azione legale sta tentando di aprire la strada in tal senso. Se i cittadini europei si uniranno tutti insieme ora, potranno dare legittimità al caso legale e aumentare la pressione nei confronti della Commissione. Firma sotto e inoltra questa e-mail a tutti:
http://www.avaaz.org/it/eu_herbal_medicine_ban/?vl

Esistono delle ragioni per migliorare la regolamentazione delle erbe medicinali, ma questa direttiva draconiana mette in pericolo la possibilità dei cittadini europei di fare scelte sicure e salutari. Mettiamoci dalla parte della nostra salute e del nostro diritto di scegliere medicine sicure a base di erbe.

Con speranza e determinazione,

Ricken, Iain, Giulia, Benjamin, Alex, Alice, Pascal, Luis e il resto del team di Avaaz.

Le tisane e gli infusi come i farmaci. La stretta dell'Europa sulle erbe:
http://www.corriere.it/salute/10_ottobre_08/erbe-infusi-farmaci-stretta-ue_d394afba-d292-11df-8b7c-00144f02aabc.shtml

La direttiva europea sulle erbe medicinali messa in discussione da un'azione legale (in inglese):http://www.euractiv.com/en/health/eu-herbal-medicines-law-set-legal-challenge-news-503563

L'UE vieta i rimedi naturali per favorire i farmaci (in inglese):http://www.allvoices.com/contributed-news/8826364-european-union-directive-to-ban-natural-remedies-in-favor-of-pharmaceuticals

Le ditte di medicina trazionale cinese potrebbero essere fatte fuori dal mercato europeo (in inglese):http://english.peopledaily.com.cn/90001/90776/90883/7343301.html

L'azione repressiva dell'UE contro i rimedi naturali (in inglese):http://www.independent.ie/national-news/eu-crackdown-on-herbal-remedies-2628345.html


Sostieni il nostro lavoro!Avaaz.org è un’organizzazione no-profit indipendente che non riceve finanziamenti da governi o grandi imprese, quindi la tua donazione è di fondamentale importanza per il nostro lavoro. --
clicca qui per fare una donazione.


CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 7 milioni di membri di tutto il mondo, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229

Clicca
qui per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.

Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine:
Facebook, Myspace e Bebo.

Biancardi (lo sceriffo di Udine): pericolo pubblico

Carissimi,

la misura e' colma! Sono davvero preoccupato dalle (continue) esternazioni del Procuratore della Repubblica Biancardi. Senza il minimo buon senso e rispetto delle sensibilita' degli altri: in poche parole un macellaio!

Mi riprometto di trovarne altre di sue uscite giornalistiche (ce ne sono state molte), ma per il momento gustatevi questa. La trovate in fondo all'articolo che vi "incollo". Ve lo metto tutto perche' possiate capire la complessita' della vicenda, la drammaticita' della stessa e le soluzioni meschine di questo personaggio che dovrebbe essere al servizio della comunita' che invece sembra considerare come una sua propaggine, un suo territorio.

Andrea Meneghetti

UDINE. Dalla fuga nella campagna friulana, al collocamento in una casa-famiglia di Udine. Non c'è pace per Francesco Romanelli ed Emanuela Giaretto, i genitori di Gheorghi Paolo, l'11enne che, martedì, si era allontanato da casa facendo perdere le proprie tracce e che i carabinieri hanno ritrovato 27 ore dopo, mentre vagava in una stradina parallela al Cormor, a Mortegliano.
Invece che nell'abitazione di Bressa di Campoformido, dove abita da sette anni con la famiglia adottiva, il ragazzino, originario della Siberia, fin dalla sera del ritrovamento è stato affidato a una struttura cittadina dedicata all'ospitalità dei minori. La misura, che ha carattere provvisorio, è stata adottata dai Cc del Nucleo investigativo, comandato dal capitano Fabio Pasquariello, alla luce della relazione che, proprio nella giornata di martedì, i Servizi sociosanitari del Comune di Udine, che da tempo seguono Gheorghi Paolo, avevano inviato al tribunale dei minori di Trieste. Nel fascicolo, erano stati gli stessi psicologi, che ben conoscono il carattere e le problematiche del giovane, a proporre alla magistratura il ricorso a un provvedimento che, ferma restando la potestà genitoriale, ne disponesse il trasferimento in una comunità di tipo familiare. Ossia, in un ambiente "neutro".
Nel motivare l'azione, il capitano Pasquariello ha ricordato i frequenti episodi di fuga attuati dal ragazzino nell'ultimo periodo - sette in soli sei mesi, l'ultimo dei quali sabato 23 -, riconoscendovi altrettanti segnali di disagio e di pericolo per la sua stessa sicurezza. Sarà il pm dei minori, al quale ieri sono stati inviati gli atti, a prendere ora in mano il caso e valutare il da farsi. Compresa l'eventuale conferma della sorveglianza speciale all'interno della casa-famiglia.
Di Gheorghi Paolo si era occupato anche l'Ufficio minori della Questura. Era stata la coppia friulana, qualche tempo dopo il suo arrivo da Celjabinsk, nella Russia siberiana, a cercare nel personale della polizia e nella rete dei servizi sociali comunali l'aiuto necessario a gestire il carettere particolarmente vivace del bambino. Iscritto all'ultimo anno della scuola elementare di Campoformido, Gheorghi Paolo è stato descritto come un ragazzino sveglio, intelligente e iperattivo, oltre che insofferente alle regole, come spesso accade in età preadolescenziale.
Tratti caratteriali che sarebbero stati all'origine delle sue frequenti "scappatelle". Ultima in ordine di tempo, quella di martedì, quando, in mountain-bike, si era allontanato dall'azienda del nonno, a Basaldella. A corto di denaro e senza scorte di cibo, nè cambi per la notte, ai carabinieri che lo hanno rintracciato ha raccontato di avere cercato di raggiungere il mare, ma di avere poi desistito a causa della distanza. Parlando con una psicologa, in passato, aveva confessato di improvvisare le sue fughe anche per il semplice gusto di vedere quanto tempo, genitori e soccorritori, avrebbero impiegato a ritrovarlo. Una scommessa che, l'altro giorno, ha finito però per "costare" a lui l'emozione di una notte all'addiaccio e, ai familiari, l'ennesimo spavento.
Attraverso il proprio legale, avvocato Ferjan De Vittor, intanto, i genitori hanno voluto rinnovare il ringraziamento alle forze dell'ordine e a tutti coloro che hanno contribuito a fare loro riabbracciare il piccolo e confermare la disponibilità a collaborare con le strutture predisposte sulle problematiche adolescenziali evidenziatesi «nell'esclusivo interesse - hanno concluso - del proprio figlio».
Ma ci sono anche altre reazioni ufficiali. «È veramente difficile accettare che per un fatto del genere siano state spese così tante energie fisiche ed economiche da parte di chi dovrebbe occuparsi di problemi ben più gravi. Chi pagherà l'elicottero e la benzina che non abbiamo per le ricerche? Forse se il conto fosse addebitato a chi doveva controllare quel ragazzino in futuro si eviterebbero altri sprechi». Non fa sconti il procuratore di Udine Antonio Biancardi.
E auspica che fatti del genere non si ripetano più. «A un certo punto - rivela - si stava addirittura per riunire il comitato per la sicurezza con prefetto, questore e colonnelli di carabinieri e guardia di finanza. Mi indigno se penso che per le ricerche è stata mobilitata la Protezione civile e anche tutte le forze dell'ordine oltre alla magistratura. E tutto questo per l'ennesimo colpo di testa di un 11enne che, mi si dice, si era allontanato anche altre volte di casa. Certo, ci sarebbero potuti essere anche risvolti drammatici, ma la verità è che ogni tanto giovani e giovanissimi vogliono attirare l'attenzione».
E in questi casi per Biancardi non è possibile mobilitare centinaia di persone. Non solo. Secondo il procuratore bisognerebbe anche estendere l'imputabilità. Oggi infatti i minori di 14 anni non possono essere chiamati a rispondere delle conseguenze penali delle loro azioni e per i minori che hanno dai 14 ai 18 anni l'imputabilità va giudicata caso per caso. «Il Legislatore dovrebbe prendere atto che un 17enne di oggi non ha nulla a che vedere con un 17enne di 20 o 30 anni fa - sostiene -. Soltanto pochi giorni fa alcuni minorenni hanno aggredito dei carabinieri in provincia di Grosseto. Un fatto gravissimo che merita pene esemplari. Invece c'è un buonismo generalizzato».

giovedì 28 aprile 2011

Libia: bombardiamo? Oggi no, domani sì

Evviva! Dopo il baciamano e le genuflessioni del governo italiano a Muammar Gheddafi seguite, dopo lo scoppio della guerra civile in Libia, dalla supina adesione alle direttive della Nato adesso l'Italia va a braccetto con la Francia, il Paese leader della coalizione dei volenterosi per il petrolio e si uniforma alla decisione di bombardare le postazioni dell'ex socio nordafricano del Negus de noantri.
Basta, è ora di finirla di ficcarci dentro a tutte le guerre volute in primis dai potentati economici occidentali, in Libia così come in Iraq e in Afghanistan: se partecipazione italiana ci deve essere che consista nell'incentivare l'azione diplomatica e di pace, nel creare dei corridoi di aiuti umanitari e nel fornire assistenza sanitaria alle popolazioni così duramente colpite.
BASTA con il bruciare le vite dei nostri soldati e quelle di altri esseri umani.
BASTA con lo sperpero di oceani di denaro dei cittadini, che dovrebbe invece essere utilizzato per ben altre cause, per finanziare le missioni militari.
BASTA con lo schifo di giustificare distruzione e morte con il pretesto di voler aiutare i popoli oppressi per ammantare di nobili propositi la SETE DI POTERE E L'AVIDITA'.
FUORI L'ITALIA DA TUTTE LE GUERRE.
Portiamo del cibo, distribuiamo medicine, forniamo protezione alla gente inerme, invece di lanciare missili e di sganciare bombe in ossequio ai nostri alleati (o padroni) europei e americani.

      R. V.

mercoledì 27 aprile 2011

Friuli e crisi economica: pensare per agire o non sapere cosa fare?

Il Messaggero Veneto di oggi così titola: "Povertà, in regione sono 130mila i pensionati a rischio" e di seguito "Sono gli anziani che in Friuli Vg vivono con 520 euro il mese. L’appello del Capla(Coordinamento associazioni pensionati lavoratori autonomi, n.d.r.): serve un tavolo con la Regione."
Già in un articolo pubblicato sempre dal Messaggero Veneto nel marzo del 2010 si riferiva di diecimila richieste di aiuto economico al Comune nella sola Udine da parte di singoli e di famiglie in difficoltà e tutto lascia intravedere che stiamo parlando di un fenomeno in aumento.
Oramai è chiaro che nemmeno il Friuli può continuare a considerarsi un'"isola felice" e la morsa della penuria occupazionale e retributiva si fa sentire ogni giorno di più: nel contesto di crisi generale e nello specifico delle nostre realtà locali dobbiamo preoccuparci tutti di individuare delle soluzioni almeno a breve e a medio termine per affrontare una situazione che, se trascurata ulteriormente, imploderà su se stessa con gravi conseguenze per migliaia di famiglie.
Ancora una volta, noi di quiudinelibera chiediamo a Voi lettori di questo blog di farci pervenire per via posta elettronica, alla casella perilfuturo@libero.it  le Vostre opinioni e le eventuali Vostre proposte per combattere la crisi, la disoccupazione crescente, la precarietà del lavoro sul territorio friulano. 
Qualunque idea è buona, dalle ipotesi di realizzazione di attività autonome, a modi nuovi ed innovativi, o anche semplicemente artigianali, di risparmio e di investimento.
Non aspettiamoci risposte da altri se prima non abbiamo cercato di tirare fuori le nostre.
Scrivete, chiedete, proponete: assieme potremo valutare meglio i confini tra fattibile ed irrealizzabile e riconoscere con più chiarezza i percorsi da seguire.
Se un problema riguarda la vita di un Popolo sarà proprio dal Popolo stesso che dovranno giungere le prime indicazioni per delle soluzioni, almeno nell'immediato.

 Renato Valusso
                 (attivista di quiudinelibera)    

martedì 26 aprile 2011

L'amara disillusione di Paolo Barnard

Riporto di seguito l'ultimo articolo di Paolo Barnard, pubblicato oggi stesso sul suo sito.
Con questo l'autore esprime la volontà di congedarsi, deluso, dalla platea dei suoi lettori, che egli avrebbe ambito vedere diventare protagonisti di un'ondata di cambiamento, per effetto della divulgazione dal Barnard stesso svolta per anni, divulgazione inerente alla pianificazione orchestrata dalle grandi elites di potere finanziario, iniziata più di 60 anni fa, in Europa e negli Stati Uniti, di un progetto mirato a ridurre sempre più ed in modo subdolo il potere degli Stati, delle leggi e i diritti dei cittadini. Un progetto che, articolandosi in una serie di strutture di potere sovranazionali, sarebbe giunto al culmine con la creazione della UE e con l'introduzione dell'Euro al posto delle monete sovrane.
Paolo Barnard, giornalista impegnato da sempre e combattivo attivista, rimprovera a coloro che egli ha informato su quanto sopra di essere incapaci di azione.
Tuttavia, bisogna anche ammettere che per comprendere a fondo l'opera di Paolo Barnard si dovrebbe conoscere almeno l'abc in materia di economia ed essere capaci di un approccio critico, sì, ma nel contempo privo di preconcetti e questo non è precisamente facile.
Se è vero che per afferrare appieno il funzionamento dei meccanismi economici descritti dal saggista bolognese  a volte farebbe comodo la consulenza di un esperto è vero anche però che, se andiamo a vedere da vicino come stanno le cose in tema di decisioni finanziarie e politiche prese dall'Unione Europea, non ci serve un economista per capire che su tutto troneggiano i grandi interessi delle banche e del capitale privato, a discapito del sociale e dei diritti del lavoro.
Insomma, tutto lascia pensare che Paolo Barnard abbia colto nel segno, fino all'ultimo, odierno intervento riguardante il Patto per l'Euro.
Personalmente, pur apprezzando molto il lavoro di Barnard, non condivido alcuni punti e, per esempio, mi lascia dubbioso l'idea da egli sostenuta che lo Stato (si intende qui lo Stato a moneta sovrana)  possa decidere di spendere a deficit senza quasi limiti, diversamente da come avviene di solito, per creare la piena occupazione ed il pieno stato sociale, inventandosi la moneta dal nulla e questo senza che il debito pubblico e l'inflazione siano altra cosa che due problemi del tutto virtuali.
Detto questo, va riconosciuto però che la china che sta prendendo quest' Europa sembra essere proprio quella teorizzata dal Barnard per i prossimi anni:una zona economicamente depressa, con un'alta percentuale di disoccupazione e di precarietà, con servizi pubblici che vanno estinguendosi e una gran massa di precari cronici disponibile a lavorare in condizioni  di semi-schiavitù per quelle grandi aziende che puntano a guadagnare con l'export.
Quindi, una cosa almeno è certa: se quello preconizzato da Barnard dovesse diventare il nostro futuro, chiunque abbia incontrato Paolo sul web, e parlo anche per me, e si fosse  soffermato ad approfondirne le idee non potrà dichiarare che non lo sapeva o che nessuno lo aveva mai detto.
 r. v.    

Il Patto (suicida) per l’Euro.

A conclusione di quanto ho scritto e pubblicamente detto sul Più Grande Crimine, ecco l’ultima.
Il 24/25 Marzo scorso il Consiglio Europeo ha approvato la proposta della Commissione Europea per un Patto per l’Euro, la cosa più scellerata finora voluta da coloro che sono decisi a rovinare milioni di vite umane per l’interesse di pochi. Ecco i punti decisi:
-       La Grecia completi pienamente e velocemente il programma di privatizzazioni da 50 miliardi di euro che le è richiesto.

-       La Commissione Europea sarà al centro di ogni controllo sull’applicazione delle seguenti decisioni da parte dei governi dell’Eurozona.

-       La competitività sarà giudicata sulla base degli aggiustamenti dei salari e della produttività, sarà monitorato il costo del lavoro. Si afferma che l’aumento del reddito di lunga durata può erodere la competitività. In sintesi: meno paghe e lavorare di più.

-       Sul costo del lavoro: rivedere i meccanismi di contrattazione salariale a livello centrale, riconsiderare gli aumenti legati al costo della vita, non permettere agli stipendi pubblici di minare la competitività degli stipendi nel settore privato.

-       Sulla occupazione: promuovere la “Flessicurezza” (!!), flessibilità e sicurezza dell’impiego, come dire di aumentare le vendite di auto e migliorare la respirabilità dell’aria.

-       Le pensioni si dovranno calcolare sulla base della loro sostenibilità da deficit, cioè: il deficit dello Stato sarà giudicato in base a quanto esso spende per pensioni, sanità e ammortizzatori sociali, e non, guarda caso, per le spese militari, per le parcelle alle megabanche che mediano sulle privatizzazioni, per il salvataggio dei banchieri con soldi pubblici, o per gli sgravi fiscali per i ricchi.

-       Le pensioni future andranno calcolate in base all’aspettativa di vita del lavoratore, indipendentemente dal tipo di lavoro. No comment.

-       E, GRAN FINALE, gli Stati aderenti dovranno passare leggi in Parlamento per dichiarare illegale il deficit di bilancio che supera il 3% del PIL come stabilito dal micidiale Patto di Stabilità, quello che sta distruggendo l’Europa. Cioè: la spesa a deficit dello Stato, unico mezzo legittimo nello Stato per arricchire i cittadini creando piena occupazione e pieno Stato Sociale (spiegato ne Il Più Grande Crimine), sarà un reato punibile per legge. Cioè ancora: essere Stato sarà reato.

-       La quasi totalità di queste misure furono suggerite alla Commissione dalla lobby industriale e finanziaria Business Europe prima che giungessero l’11 di Marzo 2011 ai capi di Stato e di governo dell’Eurozona.

Con questo vi lascio, e chiudo la mia presenza di giornalista in questo sito e altrove in Italia. Non rispondo a mail di lettori.

domenica 24 aprile 2011

Immigrazione: distacco dal Paese d'origine e sofferenza psicologica

Davvero è così difficile comprendere lo stato di disagio di chi viene in Italia con la speranza di un lavoro e di una vita nuova e si deve confrontare con un ambiente estraneo, a volte ostile, comunque difficile per chi deve cominciare a capire e a inserirsi?
Io, figlio di genitori emigrati in Francia alla fine degli anni '50, ho ancora chiaro il ricordo, per quanto fossi allora solo un bambino di meno di cinque anni, della nostalgia dell'Italia che non avevo ancora visto nelle parole di mia madre; nei suoi silenzi improvvisi avvertivo in me, con la sensibilità animale dei piccoli, la sofferenza per la separazione dal suo paese lontano, che pure non aveva potuto darle molto, e dalla famiglia d'origine.
Posso capire il sentimento di estraneità che prova un migrante di oggi, venuto da noi per portare avanti un progetto di vita altrimenti negato o cento volte più difficoltoso da realizzare, uno stato d'animo che in certi casi può acuirsi fino a diventare un problema emotivo persistente.
Ecco quindi il prezioso lavoro degli psicoterapeuti, anche se ancora agli inizi ed ostacolato dalla penuria di fondi, illustrato nell'articolo di Ferruccio Sansa sul sito del Fatto Quotidiano:
"Noi che curiamo il mal d'Italia"
  r. v.

Servizio pubblico in una democrazia: come dovrebbe essere e com'è

Di nuovo Claudio Messora, il noto videoblogger, dal suo letto d'ospedale:

Fare una telefonata è da mafiosi
 
Vorrei che fosse chiara una cosa. Alcuni, tra i commenti postati su questo blog, sul Fatto Quotidiano e su Facebook, in buona fede mi incoraggiano sostenendo che avere il blog aiuterà a risolvere prima e meglio "il mio caso". Questo è esattamente l'opposto del proposito con il quale sto raccontando quello che accade ad un paziente qualunque, in un ospedale qualunque di una qualunque grande città.
Se avessi voluto "risolvere il mio caso", avrei fatto una telefonata. Perché è così che le cose funzionano in Italia: fai una telefonata alla persona giusta (e qualche numero in rubrica me lo sono fatto) e tempo 24 ore hai tutte le attenzioni del mondo. Invece io ho scritto una lettera aperta.
Perchè si sa: così fan tutti! Abituato a non avere diritti, ad essere sopraffatto dalla legge del più forte, a soccombere, a farsi da parte al cospetto di cittadini più uguali degli altri, l'italiano cerca disperatamente agganci, maniglie, escamotage, qualunque sotterfugio possa consentirgli di uscire vivo da un sistema improntato al clientelismo, ai favori personali, al potere gestito per elargire prebende e non per garantire diritti. Poi, una volta ottenuto al prezzo del servilismo più umiliante e indecoroso il suo "risultato personale", anziché vergognarsene passa addirittura al bar a vantarsene con gli amici. Racconta delle sue conoscenze e di come abbia, grazie a loro, "risolto il suo problema", esattamente come fanno i pescatori che si vantano di avere tirato in secca il pesce più grosso.

Ecco come siamo: deboli, vigliacchi, spaventati al punto da apparire come Benigni e Troisi che scrivono la lettera a Savonarola, "sempre con la faccia sotto ai tuoi piedi", pronti a rinnegare pubblicamente i nostri stessi diritti per poi cercare di riacquisirli pagandoli due volte, una con le tasse e una con la mercificazione della nostra dignità.
Scrivendo sul blog, io al contrario ho scelto di essere cittadino qualunque; di quelli che per quanto si sforzino proprio non riescono a tirare fuori un solo nome interessante che sia uno dall'agenda telefonica; di quelli che se gli va di culo trovano di fronte a sé una persona per bene, o uno stronzo che però quel giorno lì, magari perché ha appena avuto una buona notizia, si sente buono e perfino generoso al punto da far loro passare come un favore quello che in realtà fa parte delle normali spettanze; di quelli che in uno stato di diritto chiedono il rispetto dei loro diritti solo quando ogni altro sotterfugio si rivela fallimentare.
Ogni approccio difforme è un approccio mafioso. Quindi resto qui, non tanto
in attesa di una risonanza magnetica pur necessaria dopo 10 giorni di ricovero d'urgenza (*) ma più che altro di ottenere la "giusta considerazione" da parte del sistema ospedaliero. Voglio vedere se un paziente che non ha nessuno, che affronta la sua degenza in solitudine, che non può permettersi di sguinzagliare parenti furibondi al perenne inseguimento di infermieri sfuggenti, di medici indaffarati e di primari frettolosi su e giù per i corridoi dei reparti e per le scale di raccordo - perché un ufficio non ce l'hanno o perché lo tengono riservato - possono avere l'onore di sperimentare un sano rapporto "medico-paziente" per almeno cinque minuti della loro permanenza. Voglio vedere se e quando finalmente un medico si siederà accanto al mio posto letto per conoscermi, magari presentandosi, qualificandosi come punto di riferimento, come figura di raccordo stabile e rassicurante nel comprensibile trambusto di un reparto ospedaliero, scusandosi a nome della struttura per eventuali disguidi, rassicurandomi sugli interventi correttivi in atto, magari anche, perchè no, visitandomi ed esaminando un'ipotesi articolata di trattamento e guarigione. Voglio vedere quando e se accadrà ciò che dovrebbe avvenire sempre, per tutti, senza il borsino delle raccomandazioni o la deferenza spontanea verso i degenti illustri, pratiche che non hanno nulla di diverso, in linea di principio, rispetto alla richiesta di aiuto che il bravo picciotto fa al boss mafioso per risolvere un problema che gli sta a cuore.
Tutto questo deve ruotare intorno a quel complesso di valori umani senza i quali qualsiasi servizio erogato ai cittadini è un involucro vuoto e fortemente squilibrato nei confronti dei potenti o dei servili, non meno responsabili, che con il loro vassallaggio ne perpetuano l'egemonia e l'insaziabile bramosia di predazione sociale.

 
Qui Ospedale Sacco, Milano. GIORNO 10 dal mio ricovero.
 

(*) Update. E' venuto il primario. Pare che la risonanza fosse stata prenotata, ma inspiegabilmente fosse poi scomparsa dai sistemi. In ogni caso è riuscito a ottenere dalla radiologia un appuntamento per oggi, e finalmente l'esame è stato effettuato. Sono in attesa dei risultati. Abbiamo finalmente iniziato a comunicare. Vi tengo aggiornati.





 

Prevaricazione, pavidità, indifferenza: morte della Civiltà

Lo scorso 12 aprile, in Barletta, personale del locale Commissariato di P.S. ha proceduto al fermo di un indiziato di delitto, un cittadino romeno di anni 25, senza fissa dimora, in ordine ai reati di "tentato omicidio e tentata violenza sessuale".

Alle prime ore della mattina di martedì 12 aprile, sul numero di emergenza 112, era giunta una telefonata da parte di personale del 118 che segnalava un individuo di nazionalità straniera in gravi condizioni che si trovava all'interno di una baracca, situata in Viale del Cimitero, in cui erano accampati alcuni cittadini romeni. Sul posto è giunta una pattuglia che, dopo aver acquisito la notizia di reato, ha provveduto ad identificare i presenti, due donne romene, una quarantenne ed una ventiquattrenne, ed un uomo di 44 anni, anch'egli romeno. Gli stessi, hanno riferito che nella precedente serata un loro connazionale, di cui non hanno saputo fornire l'esatta generalità, aveva tentato una violenza sessuale ai danni di una delle donne lì presenti, loro convivente. Solo l'intervento di un connazionale ha evitato peggiori conseguenze, costringendo l'energumeno a desistere dal suo intento. Nella circostanza il romeno intervenuto in difesa della donna, è stato brutalmente picchiato dall'indagato. Ciò nonostante, il romeno aggredito riusciva ad uscire dalla baracca per chiedere aiuto ad altri connazionali, alloggiati nella baracca attigua. Sentite le urla di aiuto, è intervenuto un connazionale quarantasettenne il quale cercava, in un primo momento di fare calmare l'energumeno, il quale ha reagito colpendolo ripetutamente con calci e pugni su tutto il corpo, tanto da fargli perdere i sensi.

Lo stesso energumeno, non avendo ancora esaurito la propria ira, ha cercato di rianimare l'uomo gettandogli acqua sul viso, al solo scopo di continuare il pestaggio. Sfogata tutta la sua rabbia, l'uomo lasciava a terra il suo connazionale privo di sensi, allontanandosi frettolosamente dal luogo e facendo perdere immediatamente le proprie tracce. Il gruppo dei romeni sottovalutava le condizioni fisiche del ferito tanto che, dopo averlo cambiato con abiti asciutti, lo hanno adagiato su di un letto per farlo riposare. Solo la mattina si sono accorti che l'uomo era in stato confusionale e non rispondeva alle loro domande. Per tale motivo lo stesso gruppo ha chiamato un'autoambulanza per i soccorsi del caso. Giunto il personale medico, hanno caricato il ferito in ambulanza e lo hanno trasportato presso il locale pronto soccorso, dove gli è stata diagnostiva la seguente prognosi riservata: "emorragie multiple cerebrali parenchimali, subdurale e subaracnoidea in piastrinopenico emoseno mascellare sinistro, frattura condilo mandibolare destra, verosimile intossicazione alcolica, micronoduli a distribuzione miliariforme alla tc torace". Successivamente, date le condizioni critiche in cui versava il romeno ferito, è stato disposto il suo trasferimento presso l'ospedale Andria nel reparto rianimazione, poiché versava in stato di coma grave.
Immediatamente il personale del Commissariato di P.S. ha avviato un'attenta attività investigativa, tesa all'acquisizione delle testimonianze delle persone presenti al fatto reato. Si è appreso che l'autore del pestaggio e del tentativo di violenza sessuale non aveva una fissa dimora, ma rimediava di volta in volta il luogo dove dormire prediligendo qualche campo o giardino della città. Pertanto tutto gli operanti, grazie anche ad una meticolosa attività info-investigativa, sono riusciti ad individuare il luogo dove molto probabilmente l'indagato aveva fissato la sua nuova dimora. Infatti, effettuato un sopralluogo all'interno di un terreno demaniale chiuso da una recinzione in ferro, sito all'incrocio con la litoranea di ponente, è stato scoperto un giaciglio costituito da un materasso ed alcune lenzuola. E' stato effettuato un appostamento a seguito del quale, dopo circa 2 ore, si è visto giungere l'indagato che è stato immediatamente riconosciuto dagli agenti, per dei segni particolari che la vittima aveva ampiamente descritto in sede di denuncia. Bloccato e portato in Commissariato, l'uomo è stato sottoposto ai rilievi foto dattiloscopici. Successivamente, secondo previste modalità, la vittima, ha riconosciuto attraverso un album fotografico preparato dalla polizia scientifica, la foto dell'indagato, per la persona che aveva tentato di violentarla ed in conseguenza di ciò malmenato il suo amico.
Stante i gravi indizi di colpevolezza a carico del romeno; atteso il fondato pericolo di fuga desunto dal fatto che l'indagato è privo di qualsivoglia documento di identità, senza fissa dimora, si è proceduto al fermo di indiziato di delitto anche in considerazione delle gravissime condizioni di salute del romeno ricoverato, che i sanitari dell'ospedale civile di Andria hanno attestato essere in grave pericolo di vita. Il fermo è stato convalidato nel pomeriggio di ieri 14 aprile 2011. Particolari ulteriori saranno forniti oggi, alle ore 11,00 dal Dott. TEDESCHI, Dirigente il Commissariato di P.S. di Barletta.

Sabato 23 aprile 2011

Otto giorni in coma, ieri la morte. Ha pagato con la vita la sua intromissione per evitare lo stupro di una donna di 40 anni in una baraccopoli alla periferia di Barletta. Una storia di degrado ma anche di insospettata solidarietà quella che ci viene consegnata nei giorni cruciali della Settimana santa. La forte tempra del bracciante Victor Costantin Durak, di 47 anni, abituato a ore e ore di duri lavori in campagna, ha detto stop nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile di Andria.
Durak non ha retto ai pugni e calci infertegli da un balordo senza fissa dimora, il connazionale Jonut Tenchi, di 26 anni, il quale voleva approfittare dell’assenza del marito della donna per violentarla. Un pestaggio in piena regola, senza che nessuno riuscisse a frapporsi tra i due uomini e a bloccare la vendetta animalesca del più giovane, capace anche di un gesto oltremodo brutale: secchi d’acqua gelata a ripetizione in faccia al rivale, dolorante e inebetito dai colpi, per farlo rinvenire e poter continuare, con ferocia, a fargli male. I soccorsi al bracciante da parte degli altri connazionali furono tardivi. Solo il giorno dopo, quando si accorsero che era in stato confusionale, Durak fu infatti accompagnato all’ospedale di Barletta. Era già in condizioni disperate; poco dopo andò in coma e fu deciso di trasferirlo nella Rianimazione di Andria dove ieri è morto.


Due sono le considerazioni che mi sorgono spontanee dalla lettura di questa brutta storia: 1) l'umanità ancora conservata, nel contesto di degrado in cui è avvenuto il fatto, dalla vittima che per proteggere una persona inerme ci ha rimesso la vita; 2) la paura o la relativa indifferenza, caratteristiche di molte situazioni umane, non certo solo di quelle degradate come in questo caso, che hanno di fatto reso impossibile agli altri del gruppo, fossero anche donne o anziani, anche solo provare a neutralizzare l'aggressore: insomma, era proprio impossibile provare almeno a dare una bastonata in testa a quell'individuo? e perchè fregarsene poi di correre subito ad allertare un intervento medico?
Lo vediamo ogni giorno, tutti noi: o per paura o per pigrizia ce ne freghiamo gli uni degli altri e quasi sempre finiamo con il dare implicitamente ragione al più forte.
Buona Pasqua, Victor...





            R. V.

Appello di Di Pietro al Presidente Napolitano

 Dal blog di Antonio Di Pietro:

Buona Pasqua a chi crede nella legalità e a chi crede in un futuro più pulito, nell’aria e nelle istituzioni. Buona Pasqua a chi crede che almeno l’acqua sia un bene di tutti e non un privilegio di pochi. E a proposito di referendum, lasciatemelo dire: oggi è più importante che mai andare a votare il 12 e il 13 giugno..
Il governo tenta di sfilare il referendum sul nucleare perché ha paura che, raggiungendo lì il quorum, poi passi anche il referendum sul legittimo impedimento: quello che dice che chi sta nelle istituzioni non può approfittarne per farsi delle leggi, per non farsi processare. Nelle istituzioni ci devono stare le persone che non delinquono, non quelle che non si fanno giudicare.
Siccome Berlusconi è direttamente interessato ha cancellato, o meglio tenta provvisoriamente di cancellare, il referendum sul nucleare per non far raggiungere il quorum. Noi su questo tema dobbiamo sconfiggerlo. Dobbiamo andare tutti a votare, e soprattutto dobbiamo far sentire la nostra voce anche al capo dello Stato.
Dobbiamo dirgli: “Signor capo dello Stato, provi a legger questa legge dell’ultimo minuto che hanno fatto il governo e la sua maggioranza sul nucleare”.
E’ una legge fatta di due parti. Nella prima si dice: “Viene abrogata la legge che prevedeva il nucleare”. Evviva, direi io. Sono quello che ha fatto il comitato referendario, che ha raccolto le firme! Siamo tutti contentissimi se quella legge è abrogata.

Però c’è la seconda parte. Dice che tra un anno il governo può rifare le centrali nucleari sula base delle indicazioni che gli darà l’agenzia per il nucleare e dopo aver solo sentito, non ascoltato, le Regioni e il Parlamento. Vale a dire che il governo chiede una delega in bianco, oggi a impedire il referendum ed entro un anno a fare tutto ciò che vuole senza neanche più dover avere l’approvazione né degli elettori, perché toglie il referendum, né del Parlamento, che non deve più votare alcunché, e nemmeno delle Regioni.
Rispetto a tutto questo l’ultimo arbitro, l’ultimo baluardo di legalità, è il capo dello Stato. Una legge porcata di questo genere non va firmata, non va promulgata. E’ un’offesa ai cittadini. E’ un’offesa alla Costituzione, leva ai cittadini i referendum per autodeterminarsi. Invece in questo modo si toglie il diritto ai cittadini di scegliere e si lascia in mano a una cricca la possibilità di aggirare la legge, passando dalla legge ad personam alla abrogazione ad personam e a tempo provvisorio.
Per questa ragione, buona Pasqua a tutti noi e a Lei, presidente Napolitano. Che questa festività le porti consiglio.

Ulteriori informazioni su acqua pubblica e nucleare

Domani lunedì 25 aprile alle ore 10 a Udine in Piazza Primo Maggio e alle 10.45 in Via Poscolle, all'altezza del bar "Al Tempio", tornano i banchetti per informare i cittadini sui rischi derivanti dalla privatizzazione dell'acqua e dalla realizzazione delle centrali nucleari in Italia e per invitarli a scrivere, sulle schede dei referendum del 12 e del 13 giugno, "sì" all'abrogazione di queste leggi improvvidamente pensate dal Governo e approvate dal Parlamento.
Chiediamo ai cittadini di avere più buon senso dei loro governanti.
 r. v.

venerdì 22 aprile 2011

UN FALCO NON DIVENTA UNA COLOMBA

Avaaz, la famosa organizzazione no-profit e indipendente che "lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali" , ha festeggiato il 21 aprile la quota di 8,2 milioni di associati (fra cui il sottoscritto) ma quello che meraviglia un pò è che fra i suoi maggiori finanziatori ci sia George Soros, uno dei falchi tra i falchi della finanza speculativa internazionale, conosciuto anche come "l'uomo che distrusse la Banca d'Inghilterra", evento che ebbe ripercussioni disastrose sulla vita di centinaia di migliaia di lavoratori britannici e sulle loro famiglie, e come colui che, finanziamenti ed elargizioni alla mano, sta dietro alle "rivoluzioni colorate" alle quali ho già dedicato un post.
Dopotutto, qui i casi sono due: o siamo di fronte ad una volontà di compensare almeno un pò un passato all'insegna del più spietato affarismo oppure il nostro George ritiene che aiutare i popoli ad emanciparsi possa diventare col tempo un più lucroso affare.

R. V.


Attenti alla pastiglietta "facile"

In questo documentario ci viene spiegato come le grandi aziende farmaceutiche ricorrano a delle strategie di marketing illecite ed immorali per vendere sempre di più, fino al punto di inventare letteralmente le malattie.

 r. v.

Libia: l'Orrore della guerra

Rappresentanti militari statunitensi di alto livello riferiscono oggi che gli attacchi aerei hanno indebolito le forze libiche ma che il conflitto sta entrando in una "situazione di stallo", mentre le truppe di Muammar Gheddafi proseguono nell'assedio della città ribelle di Misurata.
Già, gli attacchi aerei, quegli stessi attacchi e quei bombardamenti che causano inevitabilmente troppe vittime civili, attacchi e bombardamenti che gli americani portano a termine utilizzando i missili Tomahawk e i droni, gli aerei senza pilota, mezzi bellici questi che se da una parte consentono agli Stati Uniti di rischiare di meno la vita dei loro soldati dall'altra non permettono sempre di evitare lo spargimento di sangue innocente.
La guerra è una cosa orrenda sempre.
 r. v.

DIRITTI DEI CITTADINI E PRIVILEGI DEI POTENTI

Come ho già avuto modo di esplicitare in alcuni post precedenti, sono persuaso che Berlusconi e il berlusconismo non siano i soli mali di questo Paese e forse neanche i peggiori, tuttavia rimango dell'avviso che l'uso che il Cavaliere e il suo entourage fanno del potere politico è indegno di una Nazione democratica e moderna.
A proposito di temi importanti per tutti noi cittadini e che sono oggetto di controversia tra l'attuale maggioranza e parte dell'opposizione, riporto in appresso l'ultimo intervento pubblicato sul suo blog da Antonio Di Pietro , uomo politico che non sempre mi piace ma che ha il pregio di una comunicativa semplice ed immediata che gli consente di arrivare subito al nocciolo degli argomenti.
                                                                                            LEGGI IL POST
  r. v.

La sanità deve diventare più umana

Un esempio del funzionamento della nostra Sanità, spesso poco attenta ai risvolti umani nell'approccio medico-paziente, nell'esperienza personale del videoblogger Claudio Messora, descritta nella sua lettera aperta al Direttore Sanitario dell'Ospedale Luigi Sacco.
                                          LEGGI TUTTO
 r. v.

giovedì 21 aprile 2011

QUANDO L'ONOREVOLE DIGIUNA

Dal Corriere della Sera del 20 aprile 2011

MILANO - «Perché sono in sciopero della fame? Perché l'Italia torni - secondo gli standard internazionali - a potere in qualche misura essere considerata una democrazia. E non una democrazia reale nello stesso senso in cui la Russia era il paese del socialismo reale». Nel corso di un collegamento in diretta con Radio Radicale Marco Pannella si è soffermato a lungo sulle ragioni e le analisi che stanno alla base del suo sciopero della fame, iniziato martedì notte.
NAPOLITANO - Pannella si è rivolto più volte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Le elezioni sono una truffa profonda, illegale, elezioni - è l'accusa di Pannella - che hanno una parentela strettissima con quelle che praticano le dittature». «L'Italia è una non democrazia, una antidemocrazia quotidiana. È una storia sessantennale - ha aggiunto - della partitocrazia dominante contro la legge e i diritti dei singoli cittadini. Noi abbiamo voluto, abbiamo votato questo Presidente, e continuiamo a considerarlo con grande rispetto. E mi si consenta, Presidente: nella storia radicale il rispetto non è quello prevalente nella storia antifascista e tuttora profondissimamente in Italia storia stalinista. Noi abbiamo rispetto per questo comunista che abbiamo eletto con convinzione, perché la democrazia è questo: scegliere il meno peggio nel momento stesso in cui si ribadisce la radicalità delle idee democratiche. Allora si può essere pieni di rispetto, di rispetto per la persona». «Il Presidente della Repubblica - ha proseguito Pannella - esige ogni giorno da sè una pena o una fatica quotidiana enorme, costringendosi ad essere attento. Ha compiuto una scelta, nella sua quotidianità, che comporta una fatica enorme, lo ripeto». «Il Presidente Napolitano conosce la storia radicale. Onore, gratitudine, per come occupa se stesso e il suo tempo in modo straordinario, civilmente. Ma aggiungo: Presidente, io non pongo un obiettivo alla mia iniziativa nonviolenta. La accompagno con una pubblica, ufficiale, espressione di auspicio, che le rivolgo. L'auspicio è che lei riesca a conoscere la lotta per la democrazia, per lo Stato, che ri-conosca coloro che sanno dargli corpo, di governo. Noi. Il Colle romano è un colle costituito dalle macerie della storia civile e democratica del nostro Paese. Io esprimo un auspicio (altri potrebbero dire la preghiera) che lei possa informarsi, e capire quello che noi cerchiamo di fornire a Lei e al Paese», ha concluso Pannella. (fonte: Ansa)

Insomma, Marco Pannella non mangia e forse fra poco smetterà anche di bere perchè in Italia non c'è vera democrazia: voglio sperare che tale forma di protesta non venga portata avanti da Pannella fino al raggiungimento di un obiettivo di vero cambiamento democratico, perchè se questa è realmente l'intenzione del nostro il risultato più probabile sarà purtroppo un altro.
Battutacce a parte, a me sa tanto che questa protesta nasce soprattutto dal fatto che attualmente il Partito Radicale non ha la possibilità di fruire della stessa esposizione massmediatica di altri e si trova quindi ad essere svantaggiato dal punto di vista elettorale.
In sintesi, qui si digiuna anche perchè si beccano pochi voti.
Con tutto il rispetto per Marco Pannella e per il Partito Radicale: lasciate queste forme estreme di protesta ad altri personaggi e ad altre situazioni, es. padre di famiglia invalido e disoccupato & affini. Voi avete scelto di essere una forza politica parlamentare, Voi siete dentro allo stesso Sistema che contestate, ne fate parte a pieno titolo, in fondo lo rappresentate.
Lo sciopero della fame e della sete lasciatelo fare ai veri dissidenti: non si può stare un pò dentro e un pò fuori, magari alle volte anche a seconda di come fa comodo.
O si sta dentro o si sta fuori, o si è veramente contro le false democrazie o si sta accanto a coloro che le gestiscono.
Marco, fatti un bel piatto di spaghetti che è meglio, anche e soprattutto per la salute.



 R. V.


La festa dei lavoratori e la beatificazione di Giovanni Paolo II

Riportiamo di seguito l'intervento di don Paolo Farinella, apparso oggi sul suo blog sul sito de Il Fatto Quotidiano: l'opinione di un prete "fuori dal coro".

Primo Maggio: il furto papale
Il 1° maggio, universalmente giorno dedicato ai lavoratori, in Italia è stato requisito dalla gerarchia cattolica, segnatamente dal Vaticano che ha deciso di beatificare Giovanni Paolo II, il papa polacco, in questo giorno, con una volontà di prevaricazione ostentata e con l’intenzione di oscurare con una massa religiosa il 1° maggio laico, contrapponendo due celebrazioni, laica e cattolica, in modo artificiale e polemico.

E’ vero che il papa polacco fu un operaio. Lo fu solo per un anno o poco più. Non si può quindi dire che fu un «operaio», ma piuttosto che fece una esperienza di lavoro. Vendere questa esperienza come uno status qualificante è falso e mistificatorio. Non è degno di chi crede comportarsi così.

Beatificare il papa polacco può rientrare anche negli affari interni alla gerarchia cattolica, ma è certo che una gran parte della Chiesa non partecipa a questa operazione di marketing della religione per risollevare le sorti di una religiosità languente. Non è così che si testimonia la fede, così la si uccide soltanto perché questo genere di eventi mettono in evidenza l’esteriorità: le grandi masse, i numeri, il folclore, l’illusione di dire che «erano in tanti» come sinonimo di richiesta di religione. Siamo in pieno paganesimo religioso perché si sfrutta il sentimentalismo per affermare una visibilità che nasconde il vuoto e il paganesimo dello stesso personale clericale. Sceneggiate. Parate. Mondanità. Si dice che dopo la prima ubriacatura, oggi a pochi giorni della saga papale, si teme un flop che fa paura agli organizzatori che spendono per questa dimostrazione di forza debole una enorme quantità di denaro che poteva essere usato per i migranti o per altri scopi nobili sociali. Il costo dell’operazione è di € 1 milione e 200 mila, mentre al Comune di Roma tra straordinari e logistica costerebbe € 7 milioni e mezzo. Una cifra enorme, buttata al vento per una manifestazione con tanti interrogativi.

Il papa polacco come uomo fu dirompente, carismatico, carnale e sanguigno: fu un uomo vero che si tuffava in mezzo all’umanità e vi restava. Ciò detto e riconosciuto, come papa fu il peggior papa del secolo scorso perché polacchizzò la Chiesa, consegnandola nelle mani delle sètte religiose che hanno frantumato il volto unito della sposa di Cristo. L’Opus Dei controlla le finanze del Vaticano e la cultura teologica, messa come cane da guardia per fare morire la Teologia della Liberazione. Comunione e Liberazione a livello nazionale e non solo è la longa manus del Vaticano in Italia, via privilegiata per accedere alle stanze del governo e delle leggi e poco importa se le Compagnia delle Opere, si esercita a fare affari con mafiosi e delinquenti. Poco importa se i due Istituti fanno a gara nell’arruolamento dei deboli a privare della coscienza chiunque si affaccia nel loro cortile. Poi vi è il lupanare dei Legionari di Cristo protetto e difeso anche di fronte all’evidenza delittuosa e immonda di un superiore generale pedofilo e padre di figli disseminati come noccioline.

L’obiettivo di tutta questa nuova fregola di evangelizzazione è uno solo: annientare definitivamente il concilio Vaticano II, il cui solo nome è sintomo di destabilizzazione nel mondo curiale e clericale. Noi celebreremo come possiamo il 1° maggio con un concerto dedicato ad un lavoratore della musica, il M°. Emilio Traverso nel IV anniversario della sua morte e con lui pensiamo a tutti i lavoratori del mondo che cooperano alla grandezza del mondo.

mercoledì 20 aprile 2011

DINAMITE O ILLAZIONI?

Riporto integralmente l'ultimo intervento di Paolo Barnard pubblicato sul suo sito: è quanto meno inquietante.
Al di là del tono enfatico e prescindendo dal livore dell'autore verso i suoi lettori, i fatti riportati in merito alle vicende della giudice Forleo sono tutti riscontrabili: insomma, quanto ci può essere di vero nel ruolo che secondo Barnard ha il centrosinistra in questa ed altre brutte faccende?
Sinceramente, se dovessimo constatare che non dico la metà ma anche solo un decimo di quanto afferma il nostro risponde sostanzialmente a verità, dovremmo riconoscere che abbiamo a che fare con criminali politici mille volte peggiori di Mr. Bunga-Bunga & c.
 (r.v.) 


Pre-ci-sa-men-te voi

Sono a casa del giudice Clementina Forleo, una sera di tempo fa, e la vedo che legge un sms. Mi fa “E’ Travaglio, ancora insulti”. Chi è la Forleo? Semplice: un giudice che aveva messo le mani su D’Alema e compagni, e dopo un attimo l’hanno bruciata viva, schiacciata sotto cento procedimenti disciplinari del CSM, insultata, le hanno dato della pazza, trasferita da Milano a un buco in provincia, cioè: da La Torre a giudicare ladri di telefonini. E non è escluso che abbiano tentato di ammazzarla, una sera di tempo fa mentre rientrava a casa in auto un tizio l’ha letteralmente buttata fuori strada. Sopravvissuta per un miracolo, con la faccia distrutta. L’altra che aveva messo le mani sul centrosinistra e Goldman Sachs, la giudice Giuseppa Geremia, altrettanto massacrata, minacce di morte alla madre, terrore totale per mesi, ha scelto di mollare e ora da Roma sta in Sardegna. Avete mai sentito di un giudice che indaga su Berlusconi e che abbia rischiato la vita o sia stato minacciato di morte? Eh? Mai sentito? No. Mai. Chi tocca centrosinistra-Sachs sta peggio che i giudici puliti sotto Pinochet in Cile. Chi tocca Berlusconi va da Fazio e vende 200.000 copie di libri con l’altro Fazio, quello di Chiarelettere. Chiamarsi Fazio porta fortuna, il resto porta sfiga. Svegliatevi tonti!
E De Magistris? Toghe Lucane, Why Not, sì, esatto caro Luigi, why not, perché no? Perché non ne parli più di quelle inchieste? Zitto, di colpo non parli più di inchieste, stai in politica ed esalti l’Europa dei mostri neoliberisti che ci stanno ammazzando. E anche per te la Forleo è un’appestata. Luigi che hai fatto? Non lo so. Però oggi stai zitto, col tuo amico Genchi, sul perché un intero capitolo molto scomodo del libro di quest’ultimo è di colpo sparito dall’edizione che è nelle librerie. Travaglio sa tutto? Ma certo. Borsellino sa tutto? Chi lo sa. La Forleo non li ha più sentiti, nessuno dei due.
Ma… non sarà mica che sta gente oltre a essere gli uscieri di Goldman Sachs in Italia sono anche poco trasparenti nelle loro battaglie per la giustizia? L’unico modo per dissipare i dubbi è che Michele Santoro ospiti Clementina Forleo e Giuseppa Geremia ad Annozero, assieme a Marco Travaglio, Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris, Giacchino Genchi, Romano Prodi, Mario Draghi e compagnia cantante. Una bella serata per dirsi le cose come stanno, eh? Che ne dite?
No, pessima idea, e sapete perché? Perché il CSM ha tutti i mezzi per massacrare chiunque osi dire la verità, perché nessuno stipendiato dallo Stato può permettersi di sostenere centomila euro di spese legali solo per difendersi dal CSM come accade alla Forleo.
Senti Gherardo Colombo del pool di Manipulite, tu ti sei dimesso dalla magistratura per disgusto della magistratura, perdonami, me lo hai detto tu, ma queste cose sono di pubblico ed estremo interesse e io le dico, e tu oltre a insegnare la legalità ai tredicenni devi dire chi è la magistratura veramente, perché se no li prendi in giro quei tredicenni. E tu Carlo Vulpio, oltre a sghignazzare di fianco a Travaglio quando mi dava del “delirante amico di Hamas” a Putignano, oltre a fare combriccola con quell’infame personaggio di Sgarbi (che te lo metterà nel c… anche lui e te lo meriti, dopo averla presa nel c… da Travaglio e Di Pietro che erano i tuoi amichetti), tu Vulpio scrivilo bene chi sono questi ‘paladini’ che distraggono milioni di deficienti italiani mentre il Vero Potere li fotte. Riscattati.
Ok, ora voi inutili lettori state a guardare dopo esservi solleticati per dieci minuti mentre ci fanno a pezzi o ci ignorano, tanto domani c’è un altro Arrigoni massacrato per cui emozionarsi, tanto sono cazzi di Clementina Forleo dover tacere su quello che vorrebbe dire, se no oggi, che ha una figlia neonata, la riducono ancora più a pezzi mentre voi inutili lettori vi andate a emozionare da un’altra parte. Perché è questo che siete, inutili farse che vi fate le seghe a leggere le gesta di altri, ma quando si tratta di farvi sentire per difendere chi è massacrato non esistete più. Questa è la verità, solo Taxi Libero, al secolo Andrea di Milano si prende la briga di impapinarsi di emozione ma di avere il coraggio di sfidare il falsario di tutti i falsari e gridargli in pubblico, NON VIA MAIL, MA IN PUBBLICO: “Chi tiene il tuo guinzaglio Travaglio?”.
Vergognatevi inutili lettori, pochi decenni fa dei ragazzi di 19 anni si facevano torturare a morte a Villa Triste a Bologna per combattere i fascisti. Avevano 19 anni, si chiamavano Lupo, Aquila, comandante Sario. Sono morti per nulla, per nulla, e Vik Arrigoni è morto per nulla. Oggi tutti sti emozionati che vogliono spaccare il mondo come Vik!, sì, certo, ma mentre lui stava a Gaza a rispondere al disgustoso Saviano qualcuno di voi ha mai pensato di metterci il corpo e inseguire quello scatolone di insulso nulla autore di Gomorra per obbligarlo a rispondere IN PUBBLICO alle parole di Vik? Eh? Nooooooo, nessuno. Che combattenti, che coraggio. Sono cazzi miei in tribunale contro la Gabanelli e la RAI senza più reddito e sepolto vivo, o contro le querele che mi beccherò, sono cazzi della Forleo contro il CSM a suon di centomila euro e minacce di morte, sono cazzi ancora più orrendi di Vik contro una vita che non avrà più, e di Mariarca Terracciano, già, chi se l’è filata quell’immensa eroina, eh?… Voi: due ore di emozione al pc, in piazza al sabato e poi? Eh? Eh? Poi?
Il cancro dell’Italia siete pre-ci-sa-men-te voi, cagasotto inutili lettori di questa rete patetica. Berlusconi, la Mafia, D’Alema, Wall Street, Israele meritano almeno il rispetto di chi ci mette il corpo e la faccia. Ogni tanto gli sparano, o vanno in galera, almeno quello. Voi? Canne, birre, il pc, facebook, e tutti alla prossima festa di Grillo. Oppure a scrivere a Paolo Barnard quanto vi sono utile... Yesss

martedì 19 aprile 2011

GIORGIA MELONI

Deputati a 18 anni, senatori a 25. È la proposta contenuta nel ddl costituzionale presentato da Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, il 15 aprile scorso.
Tutto sommato, perchè no?
Anche con buona pace di chi non vede di buon occhio il conferire autorevolezza ai giovani: tanto, non saranno comunque i diciottenni a farla da padroni.
Fin dai tempi più antichi e nella stragrande maggioranza delle società umane i ruoli di potere sono stati quasi sempre ricoperti per la maggior parte da individui di sesso maschile e di mezza età.
Qualcuno obietterà che nelle epoche passate era tenuto in grande considerazione il parere degli anziani della comunità: già, ma, togliendo l'eccezione della gerusia spartana e poche altre, ai tempi i vecchi avevano poco più di quarant'anni...
 (r.v.)


    

UNA SENTENZA CHE FA STORIA

Sentenza Thyssen: il 15 aprile 2011 la Corte d'assise di Torino ha condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario l'amministratore delegato della ThyssenKrupp Harald Espenhahn, per la morte di sette operai dell'acciaieria di Torino che nella notte fra il 5 e il 6 dicembre del 2007 perirono in un incendio divampato in modo incontrollabile a causa della negligenza colpevole dell'azienda nel mettere a punto dei validi sistemi di sicurezza.
Tredici anni e sei mesi ai dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci, al direttore dello stabilimento torinese Raffaele Salerno e al responsabile sicurezza Cosimo Cafueri, imputati di omicidio colposo con colpa cosciente; 10 anni e dieci mesi (l’unica pena superiore alle richieste della pubblica accusa) al dirigente Daniele Moroni.
Si tratta di una sentenza epocale, che potrebbe cambiare la storia della giurisprudenza italiana in materia di lavoro.
Era ora: basta con lo speculare sulla salute e l'incolumità dei lavoratori, come se, nel caso specifico, sette vite umane valessero meno dei 20.000 euro che la ThissenKrupp avrebbe dovuto investire per l'impianto anti-incendio, mai realizzato.
Una cosa è venire incontro alle legittime richieste di agevolazioni delle imprese per consentire lo sviluppo economico, altra cosa è permettere alle stesse di farla franca troppo facilmente quando nella cieca corsa alla concorrenza si trascura il rispetto della vita umana.
 R. V.  

Loro scendono in campo: e noi?

Oh-oh: qui possiamo leggere la chiara intenzione di una "discesa in campo" da parte di Luca Cordero di Montezemolo, il presidente di ItaliaFutura che in un editoriale sul sito della fondazione non lesina dure critiche all'attuale governo e al premier, cosa in verità non troppo difficile.
Però, verrebbe da dire, perchè certi signori non imparano a restarsene in "tribuna"?
Ne abbiamo già vista una, di "discesa in campo".
Perchè invece non impariamo noi persone qualunque a fare aggregazione e a far valere le nostre di proposte, dopo averle approfondite e dibattute fra noi?
Oggi il livello di istruzione diffusa è cento volte quello di un passato non troppo lontano, quando, in condizioni di spaventevole penuria di mezzi, dei gruppuscoli di attivisti, allora si chiamavano militanti, propugnarono coraggiosamente ed instancabilmente delle idee di cambiamento, sfidando una società mille volte più conservatrice ed ostile dell'attuale ed alla fine la ebbero vinta.
Oggi la fa da padrona l'indifferenza, il menefreghismo, il "lasciamo perdere, tanto è tutto inutile", il "ma pensa per te", senza renderci conto che quando si pensa agli altri sono anche i nostri diritti che stiamo difendendo.
Per esempio: sul Messaggero Veneto di oggi leggiamo "Il lavoro precario dilaga tra i giovani... il tasso di disoccupazione in regione sale dal 10,5 per cento del 2005 al 18,9 per cento del 2009".
Questo rappresenta uno, e non certo il solo, dei seri problemi che oggigiorno pesano sulla vita delle persone e delle famiglie anche da noi in Friuli.
E allora, chi ce lo dice che non possiamo fare nulla aggregandoci, oltre a cercare di venirne fuori, com'è normale, agendo da singoli individui nella ricerca di risposte?
Chi ce lo dice che, ritrovandoci in gruppo e cercando delle strategie, sia pratiche che di eventuale interrogazione allo Stato e alle parti sociali, non si possa concludere niente?
Una volta di più, rinnoviamo l'invito a chi ci legge e fosse coinvolto in queste problematiche o interessato all'argomento, a mettersi in contatto con noi scrivendo all'e-mail perilfuturo@libero.it.
Attendiamo la Vostra voce, il racconto della Vostra esperienza, aspettiamo le Vostre idee.
A presto.

 Noi di quiudinelibera  
    

domenica 17 aprile 2011

O.P.G.: UNA VERGOGNA ITALIANA

Ancora sugli orrori degli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia.
Ricordo a chi visiona queste immagini che il servizio è del marzo 2011:
Vi invito a diffondere questo documentario in Rete.
Non possiamo restare indifferenti davanti a questi crimini di Stato: dov'è il rispetto delle leggi e della persona umana? dov'è il rispetto della nostra Costituzione? dov'è l'etica dei medici? dov'è finita la nostra civiltà?
quiudinelibera si impegna a seguire il percorso iniziato da Ignazio Marino affinchè il suo lavoro non venga, come purtroppo spesso accade, lasciato a metà da chi dovrà occuparsene dopo di lui.
                                                                           
                                            GUARDA IL VIDEO
 R. V.

Tremonti: i giovani italiani sono degli scansafatiche

AGI) - Washington, 16 apr.- In Italia il lavoro c'e' per chi vuole coglierlo, anche per i giovani. A Washington per i lavori del Fondo monetario internazionale, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si chiede: "Quando si ha un Paese come il nostro che ha accolto 4 milioni di immigrati che lavorano si ha disoccupazione o piena occupazione?".
Una lettura che vale anche per i giovani senza lavoro. "Non mi risulta", osserva il ministro in conferenza stampa, "che tra questi 4 milioni di immigrati, di cui moltissimi giovani, che lavorano da mattina a sera e a volte anche di notte, ci sia disoccupazione giovanile. E questo", rileva, "formula un'idea sulle cause e i perche'" del fenomeno.
L'Italia, sottolinea l'inquilino di via XX settembre, "offre lavoro a certe condizioni e a certe persone. Evidentemente non c'e' richiesta di questo lavoro da parte di altri". E a chi chiede se occorra chiudere all'immigrazione o siano i giovani italiani a doversi adeguare, Tremonti replica secco: "Escludo la prima ipotesi".

Complimenti, Onorevole Tremonti: perchè non manda Sua figlia o Suo figlio a lavare pavimenti per dieci ore al giorno a meno di cinque euro all'ora in qualche cooperativa di servizi, senza vedersi garantito neppure il diritto a un lavoro sicuro, oppure a raccogliere pomodori per altrettante ore a 20 euro al giorno?
Facce di bronzo, si diceva una volta.
 R. V.

Paolo Barnard contro Marco Travaglio: leggiamo

Riporto integralmente il testo dell'ultimo articolo di Paolo Barnard, uno degli outsiders del giornalismo italiano, pubblicato poche ore fa sul suo sito.
Vi invito a leggerlo e a documentarvi, evitando di parteggiare acriticamente per il nervoso Barnard o per il sarcastico Travaglio.
Se davvero vogliamo cambiare, dobbiamo prima comprendere e per comprendere è necessario conoscere.
(r.v.)


Le bugie di un usciere neoliberista.

Si faccia curare e non mi importuni più, che ho cose più serie di cui occuparmi”. Marco Travaglio così risponde a un lettore che criticava il suo lavoro sulla base di quanto io ho documentato a fondo. L’usuale arroganza cafona di questo uomo sarebbe solo una sua piaga privata che non ha pubblica rilevanza, non fosse che costui ha “cose più importanti di cui occuparsi”. Ecco di cosa si occupa Marco Travaglio:
Ingannare incessantemente gli italiani in prima serata e sulla stampa per abbattere il governo del politico che non obbedisce alla finanza speculativa internazionale e per riportare in Italia gli uomini del modello Neoliberista anglosassone nel pugno d’acciaio di Wall Street, della City e del Trattato di Lisbona: Il Vero Potere. Riportare cioè a Palazzo Chigi gli affiliati italiani alla Mafia di coloro che hanno “distrutto il 40% della ricchezza planetaria con una frode criminale” (Matt Taibbi, Democracy Now) e che sono autori di “un colpo di Stato finanziario in piena regola” (Michael Hudson, New Economic Perspectives), cioè Mario Draghi e i notori ‘tecnici’. Questo fa Marco Travaglio, oltre a tacere il motivo per cui lui, Genchi e De Magistris hanno abbandonato di colpo il giudice Clementina Forleo, quella dell’altrettanto abbandonato slogan “Clementinafaccisognare”, la protagonista di un intero capitolo scomparso misteriosamente dalle bozze del noto libro di Genchi, quella soprattutto che aveva messo le mani sul centrosinistra interamente manovrato dal Vero Potere. Non ci è dato sapere se egli esegua ordini discussi con gli uomini che ho elencato nel precedente Aggiornamento, o se semplicemente le sue idee coincidano con le loro. Il risultato è il medesimo, egli funge da loro usciere mediatico in Italia.
Chi mi legge sa bene quali crimini contro la democrazia e contro i salari quel modello ha commesso, li ho documentati con fonti autorevoli. Ha svuotato del tutto la democrazia stessa e sta portando il più feroce attacco ai redditi della Storia moderna. Marco Travaglio lo ammira. Fin dalla storica intervista da Daniele Luttazzi, ha martellato gli italiani con bugie sulla probità di quel modello criminale. Va smentito, lui più di altri come lui, per via dell’enorme potere di persuasione che è riuscito ad ottenere, infatti egli è oggi il più potente infiltrato neoliberista e filo sionista del Vero Potere nelle fila dell’alternativa in Italia (e questo la dice lunga sull’acume della sinistra italiana che ne ha fatto un eroe, troppa pena per commentare oltre). Altrimenti, credetemi, non passerei queste ore a scrivere di un Vip cafone. Dunque ecco le sue falsità di usciere del Vero Potere, con l’evidenza del contrario.

1) La Gran Bretagna è “un Paese serio”.  I conservatori inglesi cacciarono in galera il ministro Jonathan Aitken perché aveva mentito in un’ aula di giustizia su chi pagò la camera d’hotel della figlia in ferie.
Se ne uscì con questa falsità durante la sopraccitata intervista a Luttazzi in Tv. Al tempo rimasi stupito, e non compresi subito il significato di quell’esaltazione della destra britannica, cioè di Thatcher allieva di Milton Friedman. Disse Travaglio che il ministro inglese Jonathan Aitken era stato ammanettato per quella pur minima violazione di etica politica. Applausi dal pubblico adorante, ma tonto. Vi sembra possibile che si finisca in carcere per una cosa simile, pur anche in Gran Bretagna? La realtà: Aitken era ministro per gli appalti bellici del governo Major 1992, e fu beccato a dirigere un traffico illegale di armi in una triangolazione col trafficante libanese Said Ayas e con un principe saudita, in un mare di mazzette milionarie che coinvolgevano grandi aziende inglesi come VSEL, GEC, Westland, cioè una Tangentopoli in piena regola. Mentì non sulla ridicola storia dell’hotel della figlia, ma su un incontro coi malfattori in un hotel di lusso a Parigi, pagato dal trafficante Ayas. Mentì su uno scandalo criminale di proporzioni storiche, e finì in galera, anche per aver costretto la povera figlia a mentire in tribunale. Fu sfortunato, perché questo è il Paese dove c’è un intero governo che ha mentito alla nazione sull’entrata nella Guerra al Terrorismo, che è costata la vita a 541 suoi concittadini e a circa 2 milioni fra iracheni e afghani, in un intreccio sordido con i servizi dell’odiato Berlusconi; che precedentemente aveva violato ogni norma di legalità internazionale bombardando in Kosovo 372 fabbriche pubbliche e solo 14 carri armati serbi, per poi vendere il Kosovo per intero ai privati attraverso la Kosovo Trust Agency; che ha armato i torturatori indonesiani a Timor e quelli turchi in Kurdistan. Il leader di questa banda di criminali è oggi libero e persino ammirato: l’esimio Tony Blair. E’ lo stesso Paese dove una massa di parlamentari sono stati beccati nel maggio 2009 a rubare soldi pubblici per decine di milioni di sterline falsificando fatture su ogni sorta di finta spesa; implicato fu l’intero parlamento eletto nel 2005, in galera sono finiti in 3 su 650 e per pochi mesi. Il Paese dove “lo scarico sui poveri contribuenti delle perdite delle banche d’affari ha lasciato la maggioranza delle famiglia schiacciata da tagli nel loro reddito paragonabili a quelli degli anni ‘20” (Philip Stephens, Financial Times), cioè un trasferimento truffa di immensi capitali dalla gente a chi delinque coi loro risparmi, e dove nessuno dei criminali è oggi in carcere, roba da far impallidire Tangentopoli e Craxi 200 volte. Dove i tagli all’istruzione lasciano la nostra Gelmini a sembrar compassionevole, infatti una ricerca della Ipsos Mori in Gran Bretagna ha rivelato che il vertiginoso aumento dei costi universitari pianificato dal presente governo taglierà fuori dagli atenei fino ai 2/3 (sic) degli studenti meno ricchi. Ma nelle menzogne di Travaglio questo è il “Paese serio”, quello che mette in galera i politici per aver mentito sulle vacanze di una figlia. E’ anche, incidentalmente, la culla storica del modello Neoliberista e di una delle due sedi dalla Mafia internazionale: la City.

2) Nel sistema americano non c’è conflitto d’interessi.
Per Travaglio questo fenomeno è la vergogna di Berlusconi, negli USA, cioè “nei Paesi seri” non s’è mai visto nulla del genere. Più falso di così si muore. E’ vero che negli Stati Uniti non vi è un politico preminente con un conflitto d’interessi, ma questo solo perché il conflitto d’interessi in America è la politica tutta. Come dire: sulla loro maglia non c’è una macchia nera, perché è la maglia tutta a essere nera. Esempio: 2001-2008, tutta l’industria petrolifera e militare USA è alla casa Bianca in blocco, letteralmente. E cosa fa? Incendia il mondo intero per far fluire profitti immani nelle sue casse. Gli attori sono il vicepresidente Dick Cheney, il Segretario di Stato Condoleezza Rice, il ministro della Difesa Donald Rumsfeld, l’ex Segretario di Stato di Bush sr. James Baker III, il ministro della Giustizia Alberto Gonzales, il consigliere Carl Rove, il capo del Carlyle Group Frank Carlucci (CIA), e i funzionari governativi Robert Zoellick, Thomas White, George Schultz, Jack Sheehan, Don Evans, Paul O’Neill, Zalmay Khalilzad, William Winkenwerder, Mark Weinberger, Kathleen Cooper, Eugene Hickock, Larry Lindsay; tutti personaggi che escono dal business petrol-militare, entrano al governo, e finito il mandato rientrano nello stesso business dopo averlo ingrassato a dismisura, cioè rientrano in Shell, Mobil, Union Carbide, Huntsman, Amoco, Exxon, Alcoa, Conoco, Carlyle, Halliburton, Kellog Brown & Root, Bechtel, Enron ecc. George W. Bush è il politico più ‘oliato’ nella Storia americana. Dick Cheney: 1991 al governo incendia l’Iraq letteralmente – esce dal governo e torna in Halliburton – ricostruzione Iraq, appalti a pioggia ad Halliburton – 2000 esce da Halliburton e torna al governo, Halliburton gli finanzia la campagna elettorale a suon di milioni di dollari – 2003 re-incendia l’Iraq – Halliburton riemerge in un mare di appalti – oggi Cheney prende un bonus da Halliburton di 1 milione di dollari all’anno.
2008-2011: Wall Street entra a palazzo con Obama, in blocco, con Larry Summers (Citigroup), Bob Rubin (Goldman Sachs), Tim Geithner (FED di New York), Henry Paulson (Goldman Sachs), William Daley (JPMorgan Chase ), Gene Sperling (Goldman Sachs), Paul Volcker (Rothschild, Rockefeller), Mark Patterson (Goldman Sachs). Daley addirittura ha mantenuto 8 milioni di dollari d’interessi in JP Morgan e nessuno ha fiatato. Obama ha come maggior finanziatore della sua campagna elettorale Goldman Sachs, e infatti mentre 60 milioni di americani con figlie e mogli tremavano a rischio di sfratto e rovina finanziaria per causa delle truffe di Wall Street, Obama ha sborsato 11 mila miliardi di dollari per salvare solo i suoi amici banchieri, per primi Goldman Sachs con subito 14 miliardi di dollari. Sono prestiti scandalosi che funzionano così: Washington ci mette l’85% del denaro per ripianare i buchi delle banche, queste ci mettono il 15%. Se le cose gli andranno bene, le banche s’intascano i profitti; se invece andranno male perdono solo il 15%, perché l’85% lo ha messo il governo. L’economista Warren Mosler ha calcolato che quello che oggi negli USA è chiamato ‘Government Sachs’ ha diretto il più colossale trasferimento di ricchezza dal basso all’1% degli americani nell’intera storia degli Stati Uniti. Conflitto d’interessi di Berlusconi = 7,5 miliardi di dollari - Conflitto d’interessi di ‘Government Sachs’ = 11 mila miliardi di dollari. Fate le proporzioni. Qui è il Cavaliere a impallidire 200 volte.
Alcune altre chicche: Bill Clinton e Al Gore sono stati fra i principali elargitori dei contratti No-bid Cost-plus, dove l’appalto è assegnato dallo Stato senza gara, mentre i costi sono rimborsati alla ditta prescelta semplicemente in base alle sue dichiarazioni di spesa, e senza che alcuna Authority statale possa controllare alcunché. I fondi così sperperati da Washington hanno raggiunto le decine di miliardi di dollari di denaro pubblico a favore dei soliti amici dentro e fuori, fuori e dentro il governo. Poi c’è la saga dei coniugi Phil e Wendy Gramm, inzuppata nel conflitto d’interessi a tal punto da essere grottesca. Nel 1992 la Enron ricevette favori dalla US Commodity Futures Trading Commission sotto la direzione di Wendy Gramm. Fatto il favore, la signora Wendy lasciò la commissione e divenne membro del consiglio di amministrazione della stessa Enron. Indisturbato, suo marito Phil, finanziato in politica da Enron, sedette al Senato degli Stati Uniti fino al novembre del 2002 dove sfacciatamente coprì Enron fino all’inevitabile crack. Berlusconi sembra la bottega del calzolaio della Fantuzza di Medicina confronto a questi. Travaglio lo sa benissimo, mai che s’intacchi il “Paese serio” governato da Government Sachs’.

3) Tangentopoli, vergogna italiana.
Idem come sopra, ma peggio. Negli USA le mazzette sono state molto più immorali di quanto Craxi abbia mai saputo fare. La più recente Tangentopoli americana ha trionfato sul sangue di oltre un milione di iracheni e oltre 4.600 americani, e su una nazione ridotta in macerie. Guerra in Iraq, Cheney dirige le operazioni ed è un uomo della Halliburton (si legga sopra). Halliburton importava in Iraq del petrolio sotto la supervisione USA, e lo metteva in vendita ai civili iracheni. Fu scoperto che frodavano gente ridotta alla disperazione facendosi pagare il greggio 2,64 dollari al gallone, quando l’esercito americano lo poteva importare per soli 1,57 dollari. Una tangente più ignobile di questa è difficile da ricordare. La consociata della Halliburton, Kellog Brown & Root (KBR), si face pagare 73 milioni di dollari dal governo di Bush jr. per le roulotte destinate alle truppe statunitensi; si scoprì che il preventivo per delle caserme in muratura costruite da altri era della metà esatta, Halliburton aveva amici alla Casa Bianca. KBR intascò poi 88 milioni di dollari per tre milioni di pasti destinati alle truppe che in realtà non furono mai forniti. La stessa ditta ottenne dai soliti noti l’appalto per le riparazioni radio dell’esercito statunitense in Iraq, un’attività espropriata ai tecnici militari americani e pagata alla KBR sei volte di più del preventivo dell’esercito USA. Halliburton organizzò in Iraq i cosiddetti Burn Pits, e cioè degli immensi roghi dove gettava equipaggiamento nuovo ma solo leggermente difettoso, oppure camion e jeep perfettamente funzionanti ma con un semplice pneumatico forato. Ogni pezzo di equipaggiamento così sprecato veniva poi rimborsato da Washington a prezzo di nuovo. La Tangentopoli USA ha anche visto cifre da capogiro passare dal governo a grandi aziende come Carlyle, DRS Technologies, Engineered Support Systems, United Defence Industries, e da queste aziende tornare in parte ai sopraccitati politici in contributi elettorali e, una volta usciti dai loro mandati, in consulenze milionarie. Travaglio è silente su tutto ciò.

4) In America Obama è stato eletto coi soldi della gente. In Italia i politici si fanno leggi e trucchi per finanziarsi i partiti.
Nel Paese col più colossale conflitto d’interessi al mondo non occorrono leggicole per trovar soldi, perché i soldi sono il governo e il parlamento, punto. I ‘ladroni’ italiani sono solo rimasti indietro, e devono rubacchiare per stare in politica. Negli USA le corporations e le lobby finanziarie semplicemente dividono elargizioni da capogiro fra i due massimi partiti a seconda di chi gli promette più favori. Un’occhiata alla documentazione della Federal Election Commission americana toglie ogni dubbio su quanto ho appena affermato. Per venire a Obama, nel 2008 egli ha preso un totale di 116 milioni di dollari dal comparto Wall Street, Farmaceutici, Assicurazioni Salute, Avvocatura, Computers, e i cosiddetti soldi della gente sono in realtà suddivisi in un pool di spiccioli da parte dei cittadini comuni, e un mare di milioni di dollari in donazioni di singoli capitalisti e investitori. Il modello Neoliberale che Travaglio esalta è proprio quello che si fregia di aver introdotto la corsa al Libero Mercato nel finanziamento alla politica, con i risultati di cui la maggioranza degli americani si vergogna.

5) Freedom House.
E’ l’organizzazione che per qualche tempo è sembrata tutt’uno con Marco Travaglio, anzi, sembrava l’avesse fondata lui, ne parlava sempre. E’ quella che stila ogni anno le classifiche della libertà d’informazione negli Stati. E poiché aveva riservato all’Italia del Cavaliere un piazzamento pessimo, allora apriti cielo… la Freedom House qui, la Freedom House là, la Freedom House su, la Freedom House giù… tutti gli adoranti seguaci del cronista a citarla, strombazzarla, gridarla, conviti tutti, a centinaia di migliaia in Italia, che si tratti di un’autorevole bastione della democrazia dove belle anime dedite ai diritti civili studiano per svelare al mondo i despoti massmediatici come Berlusconi. Una balla olimpionica, e naturalmente pedalata a tutta forza da Travaglio, perché si tratta invece di un bastione di canaglie di destra e neoliberali con un pedigree da far vomitare. Ecco la Freedom House:
Fondata nel 1941, giudica il lascito storico americano in Asia come “straordinariamente valido”, chissenefrega delle fosse comuni di oltre 2 milioni di filippini e di indonesiani trucidati direttamente o indirettamente dagli Stati Uniti. E’ contigua alle maggiori lobby ebraico-americane pro Israele, come l’AIPAC o il B'nai B'rith, con loro uomini del consiglio d’amministrazione.  Con Reagan promuove i ‘valori’ americani nel Centro America, cioè le squadre della morte del Salvador e i Contras del Nicaragua, responsabili dell’annientamento della società civile di quei Paesi (gli USA condannati nel 1986 alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja per “terrorismo”). Giudica le elezioni salvadoregne di quell’epoca come “ammirevoli”, mentre gli Stati Uniti e il battaglione Atlacatl massacravano migliaia di contadini civili. Giudica le elezioni razziste della Rodesia di Ian Smith come “libere” (sic). Vi ha lavorato Otto Reich, lobbista per l’industria di armamenti Lockheed-Martin coinvolto nello scandalo Iran-Contras. Nella Board of Trustees della Freedom House hanno militato i più noti neoconservatori del club di George W. Bush, come Donald Rumsfeld, Paul Wolfowitz, Jeane Kirkpatrick, Samuel Huntington, Zbigniew Brzezinski, l’ex capo della CIA James Woolsey. Zbigniew Brzezinski era a busta paga della Amoco, che nel 1997 aveva interessi petroliferi in Azerbaijan. Ma l’ Azerbaijan di Geidar Aliyev era un incubo dei diritti umani e questo non figurava benissimo, per cui che fare? Brzezinski si piazzò alla Freedom House ed ecco che nel suo rapporto sulla libertà nel mondo l’Azerbaijan di colpo salì di merito: via ai contratti del petrolio. Ha criticato il governo tedesco nel 2001 per aver messo fuori legge la propaganda nazista su Internet (sic). Il fondo del grottesco si tocca nei voti al Sudafrica dell’Apartheid, anch’esso “quasi libero”. Travaglio sa questo, non è un ignorante, e di nuovo usa una cloaca di destra neoliberista e neoconservatrice come arma per attaccare il nostro ‘regime’ (quel ‘regime’ fra parentesi che gli permette di stare in prima serata Tv da 5 anni).

6) In America chi froda lo Stato va in galera.
Falsificare la realtà oltre il livello di quest’affermazione richiede genio. Se Marco Travaglio pronunciasse questa menzogna in un bar della Middle America sarebbe linciato, meglio che ste oscenità le dica al sicuro alla RAI dei suoi patron. Ecco chi va in galera negli Stati Uniti per aver frodato lo Stato: una ragazza madre nera dell’Ohio con due bimbi che ha mentito sulla residenza per ottenere fondi pubblici per mandare i suoi figli in una scuola migliore. L’hanno processata e il giudice ha insistito su una condanna modello di 5 anni di carcere (commutata dopo rivolta popolare). Ecco chi NON va in galera negli Stati Uniti: gli autori della più scandalosa frode finanziaria della storia dell’umanità, quella che è costata il lavoro a 30 milioni di esseri umani, che ha messo in ginocchio l’economia mondiale, e che sarà pagata da due generazioni di nostri figli almeno. Sto parlando dell’amministratore delegato di Goldman Sachs Lloyd Blankfein e di John Paulson, proprietario dell’omonimo Hedge Fund, che da una parte vendevano a cittadini, pensionati, Comuni e banche miliardi di dollari in prodotti finanziari che i loro tecnici in telefonate intercettate chiamavano “merda” “fogne”, ma che i loro complici della agenzie di rating garantivano come eccellenti, mentre dall’altra scommettevano miliardi che gli stessi prodotti sarebbero falliti (trascinandosi dietro milioni di risparmiatori e famiglie). Non va in galera Joseph Cassano della AIG, che con una frode da 500 miliardi di dollari ha messo in ginocchio il sistema creditizio del pianeta, con conseguenze così drammatiche da essere già scritte nei libri di Storia. Non è in galera Dick ‘il gorilla’ Fuld, il boss di Lehman Brothers, che ha compiuto pressoché tutti i reati di falso in bilancio esistenti nella giurisprudenza americana, che ha evaso 250 milioni di dollari, che ha mentito sotto giuramento al Congresso USA. Non sono in galera, e sapete dove sono? A contare i milioni su milioni che hanno invece guadagnato dai loro reati: Goldman incassa dalla crisi che ha alimentato con immensi inganni 15 mila milioni di dollari di bonus per i suoi manager– John Paulson incassa dalla medesima truffa 12 mila milioni di dollari – Joseph Cassano 315 milioni di dollari – Dick Fuld 485 milioni di dollari, e i suoi 5 top managers mille miliardi di dollari. E questi sono solo la punta dell’iceberg, ce ne sono centinaia di impuniti così in America. Mi si dirà che uno in galera c’è, si chiama Bernard Madoff.  Prima cosa Madoff ha frodato per cifre ridicole confronto ai sopraccitati, secondo non era coinvolto nel grande crimine di Wall Street, e infine costui sta dentro per un solo motivo: perché le sue vittime erano miliardari di New York, e non pensionati, insegnanti, camionisti, o coppie di semplici impiegati freschi di nozze. Questa è la realtà del “Paese serio” che Travaglio propaganda incessantemente, descritta da quelli che questo usciere nostrano non citerà mai, come il senatore Carl Levin, che ha detto: “Questa è la storia di un assalto finanziario che è costato a milioni di americani i loro lavori e le loro case, mentre ha spazzato via chi investiva, le aziende sane e i mercati... E’ una lurida storia di conflitti d’interesse e di estrema cupidigia”.
E c’è molto di peggio, perché nel “Paese serio” di Travaglio, il sistema giudiziario è forse ancora più corruttibile del nostro. Domanda: perché la magistratura americana non è riuscita a fermare quei banditi prima del crollo? Risponde il giornalista investigativo Matt Taibbi, da sempre alle calcagna di Wall Street: “Perché nella magistratura americana ci sono conflitti d’interesse e pressioni politiche sconcertanti. Tutti i più autorevoli magistrati o funzionari incaricati di sorvegliare Wall Street si erano venduti a Wall Street, nei nomi di Mary Jo White, Linda Thompson, Gary Lynche, Paul Berger, cioè hanno lasciato i pubblici uffici e sono diventati consulenti delle grandi banche, con stipendi da tre o quattro milioni di dollari all’anno. Il segnale per i colleghi è preciso: non disturbare le banche, se no a fine mandato addio alle consulenze milionarie. I pochi che invece hanno tenuto fede al mandato di giustizia sono finiti malissimo. Due brevi esempi: uno è Gary Aguirre della Security Exchange Commission, indagava sul banchiere John Mac, amico di Bush jr. e di Hilary Clinton e coinvolto nell’insider trading. La SEC gli dice “non continuare”, Aguirre insiste, è licenziato su due piedi. Poi Oliver Budde, avvocato, prima cacciato dalla Lehman per essersi rifiutato di truffare, poi ignorato dai magistrati quando si rivolse a loro per denunciare Lehman. Oggi è un uomo bruciato”. Nel “Paese serio” di Travaglio, quando uno degli impuniti della Mafia finanziaria è sotto il mirino dei pochi magistrati ancora integri, ci pensa il sistema stesso a garantirgli l’impunità. Sempre Taibbi: “L’attuale capo del braccio investigativo della SEC, Robert Khuzami, incontra gli avvocati di Wall Street e gli dice: abbiamo una nuova politica, per cui se i vostri clienti sono indagati o già sotto accusa, potete venire da noi e noi vi diciamo se i magistrati vi stanno incriminando. Se sì, potete patteggiare con noi un condono, e non avrete più problemi”. Immaginate una legge del genere proposta da Berlusconi. Ma gli strali di Travaglio viaggiano solo nella direzione del Paese non serio, e mai verso i lidi di ‘Government Sachs’. Eppure queste realtà sono davanti agli occhi di chi di mestiere fa (farebbe) il cronista.
Che i lettori sappiano cosa accade inoltre nei “Paesi seri” del Neoliberismo anglosassone sdoganati da questo usciere del Vero Potere: ci sono 40 milioni di persone che mangiano una sola volta al giorno (USA, dati Dipartimento dell’Agricultura); ci sono 45 milioni senza assistenza sanitaria (USA) con Obama che ha fatto una riforma che ha regalato per legge 70 miliardi di dollari alle assicurazioni private; c’è il sistema scolastico più iniquo del Pianeta (USA); c’è un ministro del lavoro che si chiama Jeffrey Immelt, che era l’AD di General Electric con metà della sua forza lavoro delocalizzata in Cina… è ministro del lavoro! (USA); ci sono le menzogne dell’ammirato Obama (da Travaglio) che parla di iniquità sociale e ha appena varato tagli al budget che “per ogni dollaro preso dalle tasse dei ricchi ne ruba 2 da istruzione, sanità, e benefit alle famiglie” (USA, da The Nation); c’è una situazione di Stato Sociale talmente disastrosa che Medicines du Monde ha dovuto aprire delle tende per fornire assistenza sanitaria ai poveri del quartiere di Hackney a Londra (GB); c’è un abbandono industriale che, secondo il The Guardian, “ha riportato i livelli di povertà nel nord industriale ai livelli Vittoriani della fine ottocento” (GB). Fa venire la nausea quando il falsario Marco Travaglio, uno degli uomini più informati d’Italia, infarcisce le sue prediche ad Annozero con parole come “i poveri operai italiani… il futuro dei precari”, lui che incessantemente nasconde tutti i sopraccitati disastri sociali ma esalta i loro potenti esecutori nei “Paesi seri”.

***
Questo usciere del Neoliberismo finanziario è celebre per la sua lotta a un politico italiano che nella scala dei pericoli per la democrazia e per la Costituzione del nostro Paese sta al ventesimo posto e forse più sotto. Chi ha letto Il Più Grande Crimine sa benissimo di cosa parlo e come l’ho documentato. I veri crimini che Travaglio deve far espiare a Berlusconi non sono affatto le leggi ad personam o la sua possibile contiguità con la Mafia regionale, ma il fatto che “Berlusconi vuole evitare le urgenti riforme strutturali del mondo del lavoro e delle pensioni”, come confessa al New York Times l’opinionista del Fatto Quotidiano Fabio Scacciavillani, uomo di Goldman Sachs e degli Hedge Funds dentro il giornale del buon Marco; e il fatto che “Berlusconi è un nemico dichiarato del Libero Mercato che non fa ciò che è necessario”, scritto in prima pagina dal Wall Street Journal nel marzo 2008. E’ per questo che Travaglio lavora forsennatamente per sdoganare alla sinistra italiana degli elettori PD e IDV, ma anche oltre, il modello Neoliberista anglosassone responsabile della morte della democrazia e del più feroce attacco ai salari della Storia moderna. E lo fa ingannando in prima serata Tv. Ora lo sapete.