lunedì 28 febbraio 2011

chissà che fine farà questo...

... oppure, come un serpente riuscirà a sfuggire alla forca del giudizio della rabbia...

sabato 26 febbraio 2011

VALE DI PIU' IL PREZZO DEL GREGGIO O LA LIBERTA'?

Abbiamo paura, noi Italiani, noi Europei.
Anche qui da noi in Italia, dove tanti parlano di diritti mutilati e di "regime del Bunga-Bunga", quegli stessi, davanti a vere rivolte che colpiscono vere dittature, hanno paura.
Quelli che dicono di volere una rivoluzione, un radicale cambiamento, ora temono in cuor loro i possibili cambiamenti negativi della...Rivoluzione.
Quasi due mesi dopo la rivolta che ha deposto il regime tunisino, abbiamo progressivamente assistito al crollo delle dittature arabo-islamiche, dal Nordafrica al Golfo Persico, a seguito di grandi moti popolari, soprattutto da parte dei giovani di quei Paesi.
Si parla tanto di democrazia e di diritti umani però di fronte alla fine di regimi tirannici ma in fondo acquiescenti verso l'Occidente, abbiamo paura e ci preoccupiamo più che dei crimini commessi per decenni dai satrapi nordafricani e più che delle migliaia di morti e di feriti della Libia, noi ci preoccupiamo del possibile "esodo" verso le nostre coste e dell'aumento del prezzo del petrolio e del gas.
Basta.
E' tempo che noi tutti cittadini Italiani ed Europei ci si occupi di come affrontare degnamente quest'emergenza ma nella giusta prospettiva: la libertà dei popoli e il rispetto dei diritti umani valgono più di qualsiasi interesse economico.
Il sangue versato per la libertà e, si spera e ci si deve adoperare per questo, per la democrazia vale più di tutto il "greggio" di questo mondo.
Apriamo assieme a questi popoli e non contro di loro una nuova pagina di Storia.
Se sapremo agire, noi Italiani ed Europei, con attenzione ed intelligenza, se sapremo cogliere questa opportunità che ci viene data, potremo approfittare di questo nuovo capitolo per trasformare delle politiche miopi ed egoistiche in un lavoro di più ampio respiro, che veda coinvolti innanzitutto i popoli e tutti i popoli e non più rappresentati solo gli interessi delle elites di potere, in primis le più potenti e le più reazionarie.
Naturalmente, ci saranno dei prezzi da pagare, anche nel senso economico del termine, ma in un caso del genere ne varrà ben la pena.
Del resto, le uniche rivoluzioni indolori sono quelle che si fanno nei salotti televisivi. Quelle che servono a far guadagnare "audience" e un sacco di soldi ai signori incravattati che le promuovono e che in realtà non cambiano nulla.

R. V.

MAFIA E' ANCHE LA NOSTRA INDIFFERENZA

Scende il mare scuro della notte
lungo la parete crepata
della vecchia camera.
Stanca si arrende la natura
alla fredda notte d'inverno.
Un singulto, un fremito
poi cede al sonno tormentato
il solitario miserando.
Da fuori, il grido del vento
tra gli alberi e nella memoria
il ricordo confuso
di lontani giorni più dolci.
Poi le fredde dita
ad artiglio
penetrano la coperta lacera,
attraversano gli abiti,
trapassano le carni,
arrivano al cuore.
Fuori, urla monotono e triste
il vento.

Emilio D'Argento, 47 anni, morto di freddo in casa e scoperto casualmente nove mesi dopo, a Palmanova (Udine), nell'anno del Signore 2008.

R. V.

lunedì 21 febbraio 2011

IL NEGUS DE NOANTRI E LA DOPPIA MORALE CATTOLICA

Due parole su un argomento che non smette di stupire: è nota la posizione della Chiesa Cattolica nei confronti di Silvio Berlusconi e del suo partito.
Sinceramente, il fatto che le alte gerarchie vaticane chiudano un occhio sui comportamenti privati e, più in generale, sul personaggio non mi stupisce: da "quelle parti" l'abitudine a prendere decisioni di comodo spiegandole con "il fine giustifica i mezzi" è antica e risaputa.
Quello che mi lascia sconcertato è la base, vale a dire quella consistente parte di cattolici praticanti e tradizionalisti che non solo lo hanno già ripetutamente votato ma che, malgrado le situazioni venute alla luce più volte e soprattutto recentemente, con tutta probabilità lo voteranno di nuovo.
Questo perchè sono portato a pensare che di solito la base umana di una religione e più in generale di un movimento di pensiero e di vita sia in se stessa una espressione più autentica dei valori che esso rappresenta.
Ma di quali valori vuole farsi rappresentante Berlusconi, a parte i suoi soldi?
Che valori possono essere "incarnati", per usare un termine derivato dalla Teologia, da quel miscuglio di massoneria deviata, sfrenato amore per la materialità, ipocrisia stomachevole, di doppia morale, di sospette connivenze mafiose, di egocentrismo e narcisismo puerili, eccetera?
Che cosa vorrebbero prendere ad esempio da lui, i bravi cattolici che lo votano?
Diventare più cinici e volgari, più arroganti e menefreghisti, pronti a mostrarsi bravi in pubblico e ad essere squallidi in privato?
La risposta purtroppo non può che essere una sola: da un lato, le false sicurezze di cui il berlusconismo ha saputo diventare il vessillo, es. la sicurezza delle città e dei luoghi pubblici, ghettizzando lo straniero cattivo, anche se quasi solo a parole, prova ne sia che sotto il governo di Silvio dei Miracoli in realtà i reati da strada non sono affatto diminuiti, l'esaltazione di un modello di famiglia tradizionale  ( da quale pulpito!), una posizione , strumentale e vile, contro il diritto all'autodeterminazione del fine vita, ecc. e dall'altro lato, in fondo in fondo, la facilità a fregarsene di questo ed altro, purchè "non si sappia in giro".
Ecco perchè questa gente lo voterà di nuovo: perchè ha bisogno di un padrone che le dia sicurezza e perchè, alla fine, è in sostanza doppia e fasulla come lui.

  Renato Valusso

venerdì 18 febbraio 2011

WORKING POOR CLASS

Scrivo quanto segue per richiamare l'attenzione su un fatto sociale preoccupante, che sta conoscendo dimensioni sempre maggiori, sia in Italia che nell'ambito dell'Unione Europea.
Si tratta dell'aumentare dei cosiddetti "working poors", i "lavoratori poveri", un segmento di forza lavoro composto da persone che hanno un'occupazione ma che percepiscono un basso salario.
Si definisce lavoratore povero chi ha un'occupazione per almeno sei mesi nel corso dell'anno e ha un reddito che si colloca al di sotto del 60% del reddito medio nazionale.
Al momento attuale, circa il 10% della popolazione occupata nell'Unione Europea rientra nella "working poor class": la percentuale varia notevolmente a seconda dei Paesi e dei gruppi sociali.
Nella maggior parte dei Paesi della UE la questione dei lavoratori poveri non rappresenta una priorità politica, nè per i governi nè per le parti sociali, pur essendo spesso inclusa nelle politiche generali di lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
In Italia, l'incidenza della povertà relativa per le famiglie in cui almeno una persona è occupata in condizione di lavoratore dipendente ha raggiunto il 9,6%, in crescita rispetto agli anni precedenti; una percentuale che sale al 14,5% se si tratta di "operaio o assimilato". Al Sud la percentuale di poveri tra i lavoratori dipendenti si attesta al 20,7% per salire al 28,8% nel caso di "operai o assimilati".
Negli ultimi diciassette anni è fortemente aumentato il ricorso a forme di lavoro atipico: pur avendo, in alcuni casi, accresciuto le opportunità di occupazione, le nuove forme di lavoro spesso non sono sufficienti a garantire un reddito adeguato e tendono ad accrescere l'incertezza sulle prospettive di reddito future. Oltre a contenere il costo di utilizzo del lavoro, queste forme hanno contribuito a moderare le dinamiche salariali, anche attraverso retribuzioni più basse per i lavoratori temporanei. Come dimostrato da una recente pubblicazione di Banca d'Italia, la diffusione di forme contrattuali atipiche si riflette in una diminuzione del reddito reale medio da lavoro dipendente percepito nell'intero anno. Nello stesso periodo, i salari all'ingresso dei più giovani si sono ridotti in termini reali, non compensati da una più rapida progressione salariale nel corso della carriera lavorativa.
Sul fronte dei lavoratori afflitti da precarietà occupazionale e conseguentemente remunerati in modo discontinuo è assai diffuso il fenomeno dello scivolamento sotto la soglia di povertà, anche a causa degli scarsi sistemi di protezione sociale. Tuttavia anche i lavoratori protetti, a motivo dell'andamento delle retribuzioni nel periodo più recente, rischiano di scivolare sotto la soglia di povertà. Quindi l'impoverimento riguarda, oltre ai working poors e le loro famiglie, anche altre categorie di lavoratori.
Stando infatti a quanto emerge dal Rapporto sui Diritti Globali del 24 maggio  2010, negli anni fra il 2002 e il 2008 il reddito netto familiare in Italia ha perso ogni anno 1599 euro tra gli operai e 1681 euro tra gli impiegati. Nel 2009, il 10% degli occupati si posiziona sotto la soglia della povertà relativa, un dato che ha visto un incremento di 1,4 punti negli ultimi due anni. Un altro dato che dal 2008 al 2009 è aumentato in modo significativo è la percentuale di famiglie povere che percepiscono esclusivamente redditi da lavoro (dall'8,7% al 9,7% del totale delle famiglie povere) che sale dal 13,9% dell'anno precedente al 14,5% tra gli operai e dal 7,9% all'11,2% per i lavoratori autonomi.
E in Friuli? se è vero che da noi la situazione economica nel suo complesso è meno preoccupante che in altre regioni italiane, abbiamo tuttavia alcuni indicatori che non inducono ad un grande ottimismo per l'immediato futuro : infatti, un giovane su tre (fascia d'età fra i 15 e i 24 anni) è senza lavoro, mentre la percentuale dei lavoratori precari assunti in FVG nel 2010 è pari al 51,5% dei contratti stipulati durante l'anno ed il 35% dei lavoratori dipendenti compresi nella fascia d'età 15-29 anni non ha un impiego stabile.
Sono soprattutto le giovani donne a trovarsi in situazioni di precarietà lavorativa, con il 65% di contratti a termine. Fra gli uomini si riscontra invece una ripresa del lavoro atipico a partire dai 55 anni.
Nel corso del 2009 l'11,4% delle famiglie del FVG è stato classificato in stato di "deprivazione" secondo l'indicatore Eurostat e il 10% dichiara di arrivare a fine mese con grande difficoltà.
Abbiamo visto dunque come il fatto di poter lavorare non sia più in se stesso una garanzia per una persona o per una famiglia di evitare la povertà.
Che cosa farà l'Italia per arginare questo allarmante fenomeno di sacche di lavoratori sottoccupati o sottopagati?
Che cosa intende fare l'Europa del Trattato di Lisbona?
Da quello che possiamo vedere fino ad ora di concreto in questa direzione non si è realizzato alcunchè, anzi l'impressione che si ha è che all'opposto si sia voluto incrementare il ricorso a soluzioni occupazionali che hanno finito con il produrre questo risultato e questo dà da pensare.
Perchè non dimentichiamo che una massa di individui quasi priva di diritti reali e di tutele sociali rappresenta una forza lavoro a buon mercato per il grande capitale internazionale.

Renato Valusso

giovedì 17 febbraio 2011

IN TROPPI FANNO POLITICA SOLO PER INTERESSE

Nel seguente articolo di Sara Nicoli, pubblicato oggi sul sito del Fatto Quotidiano, abbiamo l'ennesima dimostrazione che i privilegi della casta dei politici servono esclusivamente a distruggere la vera politica, ossia quella politica che antepone agli interessi personali gli interessi dello Stato e dei Cittadini.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/17/berlusconi-salvo-almeno-fino-ad-aprile-la-casta-non-vuole-perdere-il-vitalizio/92591/       

R. V.

martedì 15 febbraio 2011

IL DIVORZIO E LA DIGNITA' DEL MARITO ( CORNUTI E MAZZIATI )

"Tutto ciò che volevo era una famiglia! Perdere te è stata già abbastanza dura, ma poi anche le bambine era troppo. Presumibilmente sono malato, ma non so di che cosa. Ciao per sempre! Non ne posso più! Mi dispiace enormemente , ma non c'è più nulla da fare."
Questo è uno dei passaggi dell'ultima lettera che l'ingegnere di origine canadese e residente in Svizzera Matthias Schepp, 43 anni, ha inviato all'ex moglie Irina Lucidi, di origine italiana.
Schepp, in seguito, a suo dire, del mancato affidamento congiunto delle figlie, ha rapito le gemelline Alessia e Livia di 6 anni, portandosele appresso in un folle viaggio tra Svizzera, Francia, Corsica e Sud Italia e le ha con tutta probabilità uccise, si presume somministrando loro del veleno, per poi togliersi a sua volte la vita il 3 febbraio scorso alla stazione di Cerignola, gettandosi sotto un treno in corsa. Mentre scrivo, proseguono le ricerche delle due piccole anche se la speranza di ritrovarle in vita purtroppo non è molta.
Certamente, Matthias Schepp era un pazzo: non c'è disperazione di uomo, di marito e di padre che possa in alcun modo spiegare un gesto simile e molto probabilmente la separazione dalla moglie è stato solo l'elemento ultimo che ha fatto emergere appieno un turbamento profondo e terribile.
Tuttavia, troppi sono i fatti tragicamente simili al suo, anche se il più delle volte non di tale spaventosa entità, perchè si possa archiviarli sempre e solo come casi di follia isolati o etichettarli spesso come espressione dell'istinto bieco di possesso del marito-padre-padrone sulla donna e la prole.
Spiegazione quest'ultima di cui sovente si riempiono la bocca gli avvocati nelle cause di separazione e di divorzio, anche in presenza di circostanze e di situazioni in realtà lontanissime da esiti mostruosi come quello di cui sopra.
Frequente è in realtà il caso di uomini seri e onesti che si ritrovano a fronteggiare accuse ingiuste ed infamanti di crudeltà mentale, trascuranza degli obblighi coniugali e chi più ne ha più ne metta.
Si dirà che questo attiene soprattutto a un discorso di carattere forense, tuttavia è anche vero che si tende ad accreditare molto di più, in questi casi, la versione dei fatti resa dalle donne mentre quasi sempre risulta ben più difficile per il marito e padre far ascoltare le proprie ragioni.
Allo stesso modo, le sentenze dei Tribunali sono in misura assai elevata favorevoli alle richieste della ex consorte piuttosto che il contrario.
Perchè quando la realtà di una coppia, magari con figli, va in disfacimento a pagare il prezzo più alto deve essere quasi sempre il marito?
Perchè, nove volte su dieci, la donna deve vedersi assegnare automaticamente tutta una serie di diritti che viceversa all'uomo, marito e padre vengono in genere concessi con molta più difficoltà?
Di solito, all'ex moglie viene assegnata l'abitazione di famiglia, che frequentemente è frutto più dell'impegno del coniuge che del suo e mentre è molto raro che la madre debba lottare per l'affidamento dei figli, il padre sovente è costretto a sudare sette camicie per addivenire allo stesso diritto.
Casi ormai diffusi ci mostrano anche che mentre l'ex marito si deve svenare economicamente per passare l'assegno di mantenimento all'ex moglie e ai figli, proviamo a pensare che cosa significhi questo per chi percepisce uno stipendio attorno ai mille euro al mese, e si deve cercare un'alloggio il più delle volte precario, tipo camera ammobiliata, l'ex moglie diviene nei fatti la vera proprietaria della casa un tempo comune dove magari vive liberamente, come del resto è suo diritto, qualsiasi tipo di relazione con altri.
Sono situazioni comuni anche da noi in Friuli, dove ormai un matrimonio su tre si interrompe, spesso dopo pochi anni soltanto.
Si dirà che l'attuale situazione è figlia dei tempi, tempi che vedono l'affermazione più che sacrosanta di uno status di parità sociale che alle donne è stato negato per millenni e sono portato a ritenere che questa spiegazione sia credibile.
Ma credo anche che si debba cominciare a conferire una nuova dignità e una nuova autorevolezza anche alla figura del marito e del padre, autorevolezza e dignità che nulla hanno a che fare con l'antico autoritarismo maschile.
Personalmente, sono stufo delle continue lamentazioni delle tante "povere donne", e non voglio qui generalizzare, che, ostentando l'ingiustizia della loro condizione, pretendono che l'ex coniuge diventi niente di più che un bancomat ed un locatore gratuito, non esitando a servirsi dei figli, considerati da molte madri come fossero una loro proprietà privata, quale arma di ricatto nei confronti dell'uomo di cui, spesso, sono state più che felici di "liberarsi".
Si metta mano alle leggi per riconsiderare tutto questo, alla luce dei mutamenti sopravvenuti negli ultimi decenni, per concedere un minimo di dignità anche all'uomo e per far sì, inoltre, che l'istituto del divorzio, dato che in Italia esiste, non debba essere nei fatti appannaggio quasi esclusivo delle classi sociali più abbienti o che almeno non sia, come al momento attuale, una vera e propria disgrazia nella disgrazia per chi abbiente non è.
Rifondare la Famiglia e, di conseguenza, la Società su degli autentici valori di moralità e di rispetto vuol dire anche questo.

 Renato Valusso

domenica 6 febbraio 2011

LE OPPOSIZIONI DEVONO AGIRE ASSIEME NELL'INTERESSE DEL PAESE

Quelle che seguono sono parole chiare su ciò che dovrebbero fare le opposizioni per mandare finalmente a casa Silvio Berlusconi. Personalmente, non sono affatto convinto che oggi in Italia esista la possibilità di avere un governo, da chiunque esso sia formato, che possa veramente cambiare in meglio la situazione economica e sociale del Paese, tuttavia da parte di chi è chiamato a rappresentare quei cittadini, e sono tanti, che non hanno votato per il Cavaliere è più che legittimo aspettarsi molto di più del quasi niente che è stato fatto in questi ultimi anni.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/06/tutti-si-domandano-nel-mondo-come-possa/90514/

R. V.
                                                                                                                                                                                                                                                                    

venerdì 4 febbraio 2011

Facciamoci una risata...retroattiva,va'. (da Renato)

Il vizietto del Caimano parte da molto lontano
Era giugno del 1985, più di 25 anni fa, quando su "Frizzer", (una rivista di Pazienza, Tamburini e Sparagna, figlia di "Frigidaire") compare questo pezzo di Giorgio Bocca, con la descrizione di certe "seratine" a casa Berlusconi. Ieri il sito del Barbiere della Sera lo ha riportato alla luce.

Non sono mai stato uno di quei moralisti che piangono per l´esistenza dei network, della libera concorrenza e del denaro, anzi mi sono sempre adeguato al mutare dei tempi, cercando di vivere decorosamente e in agiatezza senza troppo sottilizzare su chi mi dava pane e companatico.

Ma - nonostante ciò - sento oggi la necessità di parlare di una storia che ho saputo grazie alle intime confidenze di un´amica, ricca e facoltosa signora della borghesia lombarda.

A quanto mi ha raccontato la mia amica, persona in tutto degna di fede, il dottor Silvio Berlusconi, il famoso proprietario delle Tv private più importanti e di numerosi giornali a grande tiratura, come il famigerato TV Sorrisi e Canzoni, organizza periodicamente a casa sua delle "seratine televisive".

Il titolo curiosamente familiare nasconde in realtà un gioco di società assai divertente e appetitoso che il geniale imprenditore piduista ha inventato per sé e per i suoi più fidati amici (qualche socialista cocainomane, qualche industriale, qualche mafioso). Il gruppo, riunito come in un racconto del marchese De Sade davanti alla Tv, sceglie ogni sera, tra presentatrici, ballerine e showgirls dei programmi di Retequattro, Italia1 e Canale 5, quelle che dovranno essere chiamate a soddisfare le voglie dei presenti in un crescendo di situazioni viziose.

Basta poi una telefonata del boss e ai direttori di rete mandano a casa Berlusconi, impacchettate e pronte a tutto, le schiave della serata. Programmi specificamente allestiti, come Viva le donne, M´ama non m´ama, Drive In, ecc. assicurano il giusto flusso di carne fresca per il "divino Silvio".

Ora io non voglio fare un discorso moralista, né spezzare una lancia a favore della castità. Riconosco al dottor Berlusconi un grande senso pratico in queste faccende e non discuto neppure sul fatto che lui si diverta così. Ma non posso non sentirmi infastidito se penso che, tra i tanti "amici" che sono stati invitati a godersi le ballerine e le presentatrici, il mio nome non figura mai.

L´Italia è proprio un paese in cui il merito viene spesso calpestato e dove trionfa l´ipocrisia, il partitismo, il denaro. Sono andati a passare qualche ora da Berlusconi, ora presidenti del Consiglio, ora presidenti di banche, ora camorristi, ora rapitori e riciclatori di denaro sporco, ora trafficanti di cocaina, ora assassini prezzolati, ma non è mai stato invitato nessun uomo di cultura, nessun   intellettuale e - senza voler essere demagoghi - nessun proletario.

Come mai? Eppure - faccio notare - io, come tanti altri intellettuali, lavoriamo per Berlusconi, partecipiamo ai suoi programmi, rendiamo culturalmente accettabili anche le puttanate più forti del network. E credo che ci meriteremmo almeno una piccola ballerina.

Parlo per me, ma penso di interpretare anche il pensiero dei colleghi Arrigo Levi e Guglielmo Zucconi, nonché Maurizio Costanzo dell´Occhio Nero - pur essendo il più brutto di tutti noi -, che comunque fa storia a sé, essendo nato in passato e forse ancor ora, membro della stessa loggia dei boss.

Mi si potrebbe obiettare: perché non telefoni tu stesso ai direttori dei programmi per farti mandare a casa presentatrici e gnoccolone varie? Inutile, ho provato, per scrupolo di cronista, a fare dei tentativi. Ogni volta mi sono sentito sghignazzare in faccia. Insomma senza un invito di Berlusconi non riuscirò mai a partecipare a una vera serata di piacere.

E questo, come ex partigiano e come uomo, mi secca abbastanza. Devo pensare che la colpa vada attribuita al mio maledetto riportino, che certe volte il vento agita fino a mostrare il bianco della pelata?

Riportino sì o no, dispiace che un imprenditore così accorto come Berlusconi sottovaluti gli intellettuali, proprio quando si tratta di spartirsi "la gnocca".

giovedì 3 febbraio 2011

MAGISTRATURA PRIVILEGIATA E SLEALE

Due righe in merito alla vicenda della cronista del Giornale Anna Maria Greco, che martedì 1° febbraio è stata fatta oggetto di una discutibile azione giudiziaria, scaturita dalla pubblicazione di un articolo che rinvangava alcune vicissitudini giovanili della pm Ilda Boccassini. Azione voluta da una pm della Procura di Roma che alla giornalista ha inviato i carabinieri che,dopo averla buttata giù dal letto, le hanno perquisito tutta la casa, sequestrato il pc suo e quello del figlio e, come se non bastasse, hanno proceduto anche alla perquisizione personale della signora, allo scopo di rinvenire tracce o cose occultate pertinenti al reato: nel caso specifico che cosa avrebbe dovuto nascondere la Greco nelle mutande, un dossier? o un biglietto con il nome e l'indirizzo della fonte del suo articolo? tra l'altro, Anna Maria Greco non risulta essere neppure nella posizione giuridica di "indagato".
Sinceramente, parlare di un abuso è il meno che si possa fare e questo non perchè non appaia grottesca e patetica la campagna che il Giornale ha lanciato contro Ilda Boccassini, che per attuare la sua dura rivalsa si è richiamata alla retroattività di una legge abrogata nel 1982 che secretava gli atti dei processi disciplinari a carico dei magistrati, ma salta agli occhi di chiunque voglia vedere l'enorme disparità di trattamento riservata in questo caso agli autori della "soffiata" (mi riferisco anche a Matteo Brigandì, il consigliere laico del Csm sospettato di aver passato alla giornalista i documenti riservati sulla pm di Milano) rispetto ad altri milioni di circostanze analoghe che non hanno dato luogo a nulla di simile, considerando oltretutto la modesta entità dei fatti che furono contestati all'epoca alla Boccassini. 
Se certa magistratura ha pensato bene di avvalorare le dichiarazioni di Silvio Berlusconi e della sua parte politica devo dire che stavolta c'è riuscita in pieno.
                                                                                                                                                                                                                   

R. V.

mercoledì 2 febbraio 2011

L'ALTERNATIVA FASULLA

Il "la" sul violino l'ha dato D'Alema, nell'intervista uscita su "Repubblica" del 30 gennaio 2011, nella quale ha fatto un esplicito invito ad un'azione comune e concertata di tutte le forze dell'opposizione politica italiana, Terzo Polo compreso, per sconfiggere Berlusconi alle urne.
Sconfiggerlo quindi con il voto popolare e non con mozioni di sfiducia che poi regolarmente non passano o con iniziative assurde in se stesse, come la raccolta di dieci milioni di firme promossa dal PD.
In concreto, questa è l'azione che da subito e fin dall'inizio doveva venire attuata per battere Berlusconi, vale a dire isolarlo politicamente e fare quadrato tutti assieme contro di lui, invece di fare come è stato fatto, vedasi la Bicamerale D'Alema e connivenze varie e spurie portate avanti per molti anni, con il risultato per il PD e soci di darsi la zappa sui piedi da soli e di permettere a quello che in realtà è un partito virtuale, composto per lo più da politici affaristi di mezza tacca, di riciclati della vecchia politica e di un nutrito codazzo di avventurieri di basso livello, guidato da un leader che in qualsiasi altro Paese europeo sarebbe a capo di un partito populista di modesto seguito, di governare incontrastato per troppo tempo.
Andrebbe però spiegato più chiaramente agli elettori, e in primis a quelli del PDL, che quella che viene presentata come stabilità da Berlusconi e dai suoi altro non è in realtà se non stagnazione, un'immobilismo dell'azione governativa che se continuata per ulteriori due o più anni finirà con il portare il Paese al più totale declino.
Va detto anche però, per amore di verità, che la difficile situazione italiana non è solo colpa dell'esecutivo attualmente in carica ma di una politica economica che ormai nell'intero Occidente sta causando danni sempre più gravi e che questo non potrà certo essere risolto cambiando il governo.
Va aggiunta inoltre una considerazione che potrà lasciare meravigliati i più: se è vero che l'azione di governo di Berlusconi è volta soprattutto a privilegiare l'attuazione di piani economici che vanno a tutelare gli enormi interessi del presidente del Consiglio è anche vero che, negli anni che vanno dal 1997 al 2000, l'Italia ha totalizzato il record europeo delle privatizzazioni e questo non fu il multimiliardario di Arcore a farlo ma Prodi e D'Alema, in ossequio al più sfrenato liberismo.
Il rischio più concreto, nel caso di un'improbabile vittoria del centro-sinistra, sarà proprio quello di vedere sostituirsi al monopolismo economico di Berlusconi il tappeto rosso alle grandi multinazionali europee e un disastroso aumento delle privatizzazioni, comprese quelle di servizi pubblici essenziali, proprio da parte di quel gruppo politico che dovrebbe più di ogni altro tutelarci da questo.
Sempre con riferimento alle politiche liberiste in Europa, non è azzardato pensare che il vero motivo per cui l'uomo di Arcore appare tanto inviso a molta della stampa europea, in primis all'"Economist", il "Times" e il "Financial Times", non sia da ricollegarsi tanto ai suoi poco edificanti comportamenti privati o alle sue, peraltro ormai quasi risibili, minacce alla libera informazione ed alla magistratura; ciò che sta dietro a certi editoriali, e mi riferisco in particolare al  Times, che non è giornale uso a dare spazio a notizie di gossip come invece ha fatto ai tempi di Noemi Letizia, accompagnando il tutto con insoliti giudizi aggressivi e sprezzanti, sono con tutta probabilità le pressioni di quelle lobbies europee che vedono nel monopolista e "indisciplinato" capitalista italiano un ostacolo all' espansione del loro mercato.
In realtà, il rischio sarà quello di liberarsi di un male per barattarlo con un altro.   
                                                                                                              

Renato Valusso

Friuli - Cinema asiatico

Dall'amico Dino Durigatto:

Nel 2004 il regista di Hong Kong, Johnnie To ha completato le riprese del suo film YESTERDAY ONCE MORE girando cinque minuti di sequenze qui in Friuli, in particolare a Udine e, questo non credo molti lo sappiano, una scena breve avente come location il cimitero si San Eufemia a Segnacco di Tarcento. Dice una scheda: Le riprese friulane sono state realizzate tra il 2 e il 3 maggio 2004 nel cimitero
di Santa Eufemia a Tarcento, nella gemonese Sella Sant´Agnese  e in altri luoghi di Udine.
In 18 giornate di
programmazione, YESTERDAY ONCE MORE uscito a Hong Kong in 35 cinema diversi ha
incassato la bellezza di 14 milioni di dollari di Hong Kong. Anni fa girava anche una foto di scena dove si vedeva il cimitero, ma non sono riuscito a trovarla. Il film non è mai uscito in Italia, ma ci sta una versione DVD italiana, nei negozi dal 20 marzo, contiene il trailer del film e due interventi inediti di Giorgio Placereani e Sergio Grmek Germani, oltre ad una selezione di fotografie scattate sul set friulano da Johnnie To stesso.  Sono presenti due tracce audio cantonesi (2.0 e 5.1) e sottotitoli in italiano, anche sugli Extra. Il formato video è 2.35:1 widescreen.

Allego anche una immagine dove è riconoscibile piazza san Giacomo. (peccato non trovare più quella di SanEufemia)